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NESSUNA CONSEGUENZA NEI TORNEI ATP
“Sono qui – ha esordito Fognini – per chiedere di nuovo scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle mie parole, e non solo alla giudice di sedia con la quale mi sono scusato già a New York. Essere stato descritto come sessista mi ha fatto male, perché so che cose del genere non sono vere. Sono sposato, padre di famiglia, ho una mamma e una sorella. Ho sempre amato le donne e le ho sempre rispettate. Mi dispiace. So di aver commesso un errore molto grave, e in questo momento, oltre a porgere di nuovo le mie scuse, sono disposto a qualsiasi cosa. Anche ad andare in una scuola, o in una scuola tennis, a parlare con i bambini, per fargli capire il peso di ciò che ho fatto. [Cadere in certi comportamenti] è un mio limite, lo riconosco. Sto lavorando con un mental trainer, e nell’ultimo periodo eravamo anche su una buona strada. Questa sciocchezza non si spiega. So di aver fatto una cavolata grande, e ne ho pagato le conseguenze. È ancora una cosa fresca, [i membri del Grand Slam Board] dovranno decidere il da farsi. Chi sbaglia paga”. Secondo il regolamento in vigore nei quattro Major, la pena massima a cui l’azzurro va incontro è di 250.000 dollari, più l’esclusione da uno o più dei prossimi Slam. Invece, l’ATP non ha alcuna possibilità di sanzionarlo, e nemmeno un’eventuale sentenza del Tribunale FIT (che ha aperto un fascicolo sull’accaduto) potrà impedirgli di partecipare regolarmente ai tornei del circuito. “Ho pianto quando ero solo, devo ammetterlo. In fin dei conti so di non essere così. La cosa che mi fa più male è leggere le cose che sono state scritte e dette. Non sono stato un esempio per i bambini più piccoli, per quelli che magari mi vedono come un idolo perché sono il miglior tennista italiano in circolazione”.
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Fognini ha parlato dalla Puglia, dove è rientrato per passare qualche giorno in compagnia di Flavia Pennetta e del figlioletto Federico, prima di riprendere ad allenarsi e iniziare la tournée asiatica. “Flavia è dispiaciuta per il Fabio giocatore, conosce il mio lavoro quotidiano e i sacrifici che compio, avendoli fatti anche lei, e anche con risultati migliori. Sa che nella vita quotidiana non sono così, ed è molto dispiaciuta per ciò che ho fatto. Adesso – ha continuato – sono consapevole del grave errore che ho commesso, e me ne assumo le responsabilità. Prenderanno la decisione che dovranno prendere, si va avanti volando pagina, e avendo questa piccola macchia indelebile sulla spalla”. In realtà la macchia non è poi così piccola, e non è nemmeno l’unica, visto che negli ultimi tre-quattro anni Fognini ne ha combinate spesso di cotte e di crude, e già un paio di stagioni fa aveva rischiato che le multe accumulate facessero scattare una squalifica, in quel caso da parte dell’ATP. Allora si era comportato meglio per un periodo, e il rischio era stato scongiurato, ma poi ci è cascato di nuovo. Succederà un’altra volta? Volendo credergli sembrerebbe di no. “Non ci sarà una prossima volta”, ha detto con fermezza. “Non ho bisogno di promettere nulla. Dentro di me so che questa cosa non succederà più. Se potessi rimangiarmi quelle due parole lo farei, ma ormai sono state dette. La pietra è stata tirata. Bisognerà rimboccarsi le maniche per far sì che non succeda più. E non succederà più”. L’augurio è che alle parole seguano i fatti, e che il polverone scatenato dalla vicenda possa servirgli, al pari della probabile maxi-multa in arrivo, per chiudere per sempre un capitolo che ha già tolto anche troppo alla sua carriera sportiva. Dal fondo si può solo risalire.
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