Due buone vittorie, contro altrettanti spagnoli, spingono Fognini e Seppi al terzo turno del Masters 1000 di Monte Carlo. Fabio punta Tsonga, Andreas si “regala” Nadal.

Di Riccardo Bisti – 16 aprile 2014

 

L’Italia ride. Sono piccoli numeri, ma potrebbero diventare ancora più grandi. Era da cinque anni che non piazzavamo due giocatori negli ottavi di un Masters 1000. L’ultima volta risaliva a Monte Carlo 2009, quando ci riuscirono Simone Bolelli e lo stesso Fognini. Stavolta l’impresa porta le firme di Fabio Fognini e Andreas Seppi, il cui solco col resto della pattuglia azzurra è sempre più profondo. L’attesa più grande, per ovvi motivi, era per Fabio. E l’azzurro non ha tradito. L’avversario non era semplice, le condizioni ancora meno. Roberto Bautista è uno dei tanti spagnoli tra i top-50, ed anche se si esprime meglio sul cemento conosce bene la terra battuta. Si è giocato con un vento terribile, nemico dello spettacolo. “Sicuro, è stata una partita complicata, non si poteva giocare bene – ha detto Fabio dopo il successo per 7-6 6-4 – si sono visti tanti errori, il vento cambiava spesso direzione ma per fortuna l’ho spuntata”. Fognini è partito piuttosto bene, poi si è trovato improvvisamente in difficoltà, sotto di un break e con Bautista a un passo dal conquistare il primo set. “Dopo un buon inizio, mi sono un po’ addormentato. Mi limitavo ad aspettare la palla: lui giocava corto, ma io non andavo incontro alla palla e non ero aggressivo. Non prendevo i rischi giusti. Averla portata a casa, comunque, è un piccolo segno di forza mentale”. In effetti, saper vincere le partite senza giocare al 100% è una dote fondamentale se si vuole giocare a certi livelli. Giorno dopo giorno, Fognini la sta imparando.
 
IL ROVESCIO DI TSONGA
Bautista non è un avversario semplice. E’ un forte agonista, con la tendenza a polemizzare con l’avversario. Gli è già successo un paio di volte contro Ernests Gulbis, peraltro con motivazioni risibili (a San Pietroburgo si era lamentato del suono delle scarpe sul terreno). Contro Fognini ha chiesto al giudice di sedia di infliggere un warning a Fabio, come fanno tanti calciatori che chiedono l’ammonizione dell’avversario. L’azzurro ha sentito e lo ha invitato a pensare solo alla partita. E aveva ragione. Adesso ci sarà una sfida-spettacolo contro Jo Wilfried Tsonga. A parte la suggestione di affrontare un francese, si affrontano due dei giocatori più spettacolari del tour. E sarà una partita importante anche in chiave classifica, visto che Jo lo precede di un paio di posizioni ed è uno dei giocatori da scavalcare nella rincorsa ai top-10. Una rincorsa che ripartirà dopo Monte Carlo, per ammissione dello stesso Fabio: “Se voglio entrare tra i primi 10, devo farlo adesso”. Contro Tsonga ha perso due volte, ma sempre lottando: “E’ un tennista completo, forte su tutte le superfici. Cercherò di metterlo in difficoltà con il mio gioco, fargli giocare più palle possibili. Lui proverà a raccogliere tanti punti col servizio, spostarsi sul dritto…nonostante la stazza, è molto veloce. Se vogliamo trovargli un punto debole, forse è il rovescio. Con calma, cercherò di trovare la tattica giusta”.
 
SEPPI SI REGALA NADAL
Il programma pieno di big ha relegato il match di Andreas Seppi sul Campo 2. Contro Pablo Andujar, l’azzurro ha portato a casa una vittoria fondamentale sul piano della fiducia. Battere uno spagnolo, sempre in forma in questo periodo, non è facile. Riuscirci dopo quasi tre ore, in una partita segnata da pochi punti, vale ancora di più. Seppi si è preso gli ottavi con il punteggio di 7-6 5-7 6-4 e adesso sfida Rafael Nadal. Sfida impossibile, certo, ma arrivarci non era scontato. Seppi ha voluto questa vittoria a ogni costo, soprattutto in un primo set in cui si è trovato in svantaggio di due break (5-2 e 30-0 Andujar). L’azzurro ha improvvisamente alzato il livello e si è preso il primo set. Nel secondo cedeva il servizio sul 5-6, ma nel terzo continuava a spingere e infilava il break decisivo al settimo game. “Mi è piaciuto il modo in cui ho gestito il match. Ho avuto qualche dubbio sul finire del secondo set, quando ho avuto qualche problema alla gamba sinistra, ma nel terzo non sentivo più niente e sono andato via tranquillo. Nadal? Giocare quasi tre ore non è certo il modo migliore per preparare la sfida con lui, ma non ho niente da perdere”. Il 21 febbraio 2008, giorno del suo 24esimo compleanno, colse la più bella vittoria in carriera. Il regalo è già arrivato: stavolta un’onesta difesa sarebbe il viatico migliore per una stagione sul rosso che può segnarne il rilancio.