Qualche tempo fa, Thomas Fabbiano fu chiamato a rispondere a chi pensava che la sua altezza potesse rappresentare un limite, almeno per arrivare a certi livelli. Rispose fiero, spiegando che recuperava da una parte (velocità, riflessi, coordinazione) quello che perdeva dall'altra (potenza ed esplosività). In tempi non sospetti, quando la classifica ATP era ben oltre la 200esima posizione, diceva che i top-50 ATP avrebbero potuto essere un traguardo fattibile. Da allora sono passati quattro anni, “Tommy” si è fatto più scaramantico, ma i fatti gli hanno dato ragione. L'ultima classifica ATP gli ha regalato il best ranking al numero 85, e per una volta la sorte gli ha dato una mano. Il forfait di Roger Federer lo ha spedito nel main draw del Masters 1000 di Cincinnati, direttamente al secondo turno. Non è stata la sua miglior partita, poiché si è arreso con un doppio 6-2 a Karen Khachanov, sette anni più giovane di lui, ma soprattutto molto più potente. Il russo gli rende 25 centimetri (1.98 contro 1.73) e 19 kg di muscoli (88 a 69). Con questa base fisica, Khachanov partiva avvantaggiato e non si è concesso distrazioni. Al di là del risultato, è interessante notare – e apprezzare – come Thomas sia entrato tra i top-100 (per rimanerci in pianta stabile, dopo esserci transitato per un battito di ciglia l'anno scorso). Se date un'occhiata al suo breakdown, vi accorgerete che soltanto 24 dei suoi 626 punti ATP sono arrivati dalla terra battuta. Di questi, soltanto 6 da un Challenger italiano (Barletta, non troppo distante da San Giorgio Jonico, dove risiede). Significa che Thomas ha capito che esisteva una via per sfondare, ma non quella dei tanti tornei sotto casa, sulla superficie meno adatta al suo gioco.
1-7 NEL CIRCUITO MAGGIORE, 0-8 CONTRO I TOP-100
È ben più comodo trascorrere 6 mesi di tornei in giro per lo stivale, ma si rischia di scivolare in un circolo vizioso da cui è difficile uscire: tornei molto simili tra loro, quasi sempre gli stessi avversari…una zona di comfort che può essere utile all'inizio ma poi può diventare un limite. Fabbiano è sfuggito a questa dinamica ed è andato a cercare punti laddove aveva più chance, soprattutto in oriente. Risultato? Tre vittorie Challenger (Quanzhou, Gimcheon e Seul) più due finali: Nottingham e Zhuhai. Dai e dai, la classifica ha iniziato a sorridere. Non contento, Thomas continua a svolgere una programmazione ambiziosa: poche vacanze e subito qualificazioni nei Masters 1000: a Montreal le ha passate, a Cincinnati quasi, ma tanto girovagare gli ha offerto una chance in più. Resta un bilancio non trascendentale nei tornei del circuito maggiore: una vittoria (a Eastbourne contro Franko Skugor) e sette sconfitte (6-23 in carriera). Ben conoscendo la serietà e la preparazione di Fabbiano, torna in ballo il ragionamento di inizio articolo: ad alti livelli, sembra che le cilindrata sia molto importante: potenza ed esplosività sembrano contare più di velocità, riflessi e coordinazione. Va detto che Fabbiano non ha mai giocato con regolarità nei tornei più importanti: è dunque legittimo prendersi un po' di tempo per abituarsi alla nuova dimensione, senza l'assillo dei risultati. Ci sono ottime chance che Thomas possa chiudere l'anno tra i top-100, probabilmente ben più in alto (in questo momento è 64esimo nella Race), dunque nel 2018 potrà programmarsi seguendo le rotte principali del tennis. E allora potremo capire se avrà avuto ragione lui, ancora una volta. C'è da migliorare il bilancio contro i top-100, che quest'anno parla di zero vittorie su otto partite (il giocatore di più alta classifica battuto è Sergiy Stakhovsky, n.106, nei quarti al Challenger di Nottingham). Se ci sarà una possibilità, Thomas sarà in grado di afferrarla.
MASTERS 1000 CINCINNATI – Primo Turno
Karen Khachanov (RUS) b. Thomas Fabbiano (ITA) 6-2 6-2