US OPEN – Non aveva mai avuto voglia di allenarsi, ma una vittoria in Davis ha cambiato le prospettive di Daniel Evans. Si è qualificato è ha spazzato via Nishikori con sorprendente agio.
Daniel Evans non aveva mai raggiunto il secondo turno in uno Slam
Di Riccardo Bisti – 26 agosto 2013
Forse gli avranno detto che il suo avversaro guadagna oltre 10 milioni di dollari l’anno. Sarebbe stato un ottimo stimolo per Daniel Evans, numero 179 ATP, personaggio a sorpresa nella prima giornata dello Us Open 2013 con la netta vittoria su Kei Nishikori. Figlio della classe operaia britannica (il padre è un elettricista, la madre è un’infermiera), ha un gran talento. Lo ha sempre avuto, sin dai tempi junior, quando raggiungeva i quarti all’Australian Open. Ma è sempre stato un ribelle, uno che non ama stare tutto il giorno sul campo da tennis. Gli piace uscire con gli amici, da buon britannico adora l’alcol. Qualche anno fa, uscì una foto di lui a fare baldoria nelle prime ore del mattino dopo che aveva giocato una partita. La LTA lo fece fuori, tagliandogli i fondi e vietandogli l'accesso al centro tecnico. E lui, di fondi, non ne ha mai avuti molti. Nel 2009 vinse il suo primo challenger, a Jersey, poi è rimasto nel limbo. Tanti futures, soprattutto in Gran Bretagna, sembravano insufficienti per garantirgli un….futuro. Poi è arrivata la svolta, per cui deve ringraziare Jamie Baker, suo compagno di Coppa Davis, Tre giorni prima della sfida contro la Russia, Baker si è fatto male e il capitano Leon Smith ha pensato bene di chiamarlo. Alla Ricoh Arena di Coventry si è verificato un miracolo. Sotto 0-2, i britannici hanno vinto 3-2. Non facevano una rimonta del genere dal 1930, quando allestirono un campo in terra battuta al Queen’s Club di Londra per battere la Germania. Evans perse in cinque set contro Tursunov, poi dopo il 2-2 firmato dal doppio e da James Ward, ha spazzato via Evgeny Donskoy e ha regalato alla Gran Bretagna i play-off per tornare nel World Group, pochi giorni prima della morte di Margaret Thatcher.
Oggi ha raccolto la più bella vittoria in carriera, battendo il numero 11 del tabellone Kei Nishikori con un netto 6-4 6-4 6-2. Evans ha un tennis che ricorda vagamente quello del connazionale Tim Henman. Con un insidioso rovescio in slice e un dritto fiammante, ha mandato ai matti il giapponese, incapace di trovare una soluzione a un tennis così imprevedibile. Evans ha avuto il merito di non disunirsi al momento di chiudere, anzi, ha aumentato l’intensità e ha chiuso con un punteggio ancora più duro. Con questo successo, intascherà 53.000 dollari e può andare ancora avanti, visto che al secondo round se la vedrà con Bernard Tomic, tutt’altro che entusiasmante nel suo esordio contro Albert Ramos. Mica male, per un ragazzo della Working Class. Dopo l’impresa in Davis, Evans ha parlato senza nascondersi. “Non sono un buon lavoratore. Non mi alleno con il giusto impegno. La ragione è questa. So cosa dovrei fare, ma non lo faccio". Però ha le mani di seta e in Coppa Davis, dove lo controllano 24 ore su 24, non ha tempo per distrarsi. E allora gioca ottime partite, come l’anno scorso conto la Slovacchia. Persino Gattone Mecir si è sbilanciato a suo favore: “Ha una grande chance di entrare tra i top 100”. Peccato che dopo quella partita uscì dai top-300. “Ci sono altre cose nella vita, no? – continua Evans – ho un gruppo di amici con cui mi piace uscire. E poi in Davis vieni trattato come un top-10. Hai tutto a disposizione e pernotti in un albergo decente. Non è come giocare un torneo da 10.000 dollari, dove una camera costa 70 sterline e se passi il primo turno ne vinci 60”.
Migliaia di persone, per sua stessa ammissione, gli hanno detto cosa dovrebbe fare. Lui ha recepito il messaggio dopo la Davis. Ha vinto il suo primo torneo fuori dal suolo britannico (il future di Bastad), poi ha cominciato a fare le cose come si deve. E sul cemento americano è esploso, raggiungendo due finali consecutive a Vancouver ed Aptos. Risultati che gli hanno consentito di entrare tra i top 200 per la prima volta. Oggi è numero 179, ma “Se gioco bene, entro tranquillamente tra i top 100”. Allo Us Open ha superato le qualificazioni, battendo anche Flavio Cipolla al secondo turno, diventando il primo britannico a riuscirci negli ultimi sette anni. Ma nessuno pensava che potesse battere Nishikori, il Golden Boy dello sport giapponese, il ragazzo che il colosso Sony ha messo sotto contratto quando era ancora un teenager. Ma oggi non ha saputo sfruttare un break di vantaggio nel secondo set: avanti 1-0 e 30-0, si è visto infilare da Evans in quattro punti di fila e ha perso ogni sicurezza. E così, la Gran Bretagna se la ride. Dietro a Murray, potrebbe emergere un discreto giocatore. Lo stesso Andy gli aveva dato qualche consiglio prima di questa partita. Fossimo in Evans, torneremmo di corsa da lui per farci dire due o tre cose su Tomic. Hai visto mai…
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