Grossi rimpianti per Francesca, beffata da una decisione errata di Eva Asderaki in un momento cruciale. A Istanbul, in semifinale, ci va soltanto Roberta Vinci.

Di Alessandro Mastroluca – 18 luglio 2014

 
Su una palla dubbia e lontana dalla sua posizione, in un momento cruciale, il giudice di sedia che dovrebbe fare? Sul dritto lungo di Kristina Mladenovic che avrebbe portato Francesca Schiavone sul 6-5 al terzo, Eva Asderaki decide di smentire il giudice di linea: decide che la palla è buona e fa ripetere il punto. Sbaglia perché la palla era effettivamente fuori e Schiavone, dopo un gran primo set, finisce per cedere 3-6 6-3 7-5. Sbaglia perché già in passato ha ceduto a una tendenza fuori luogo al protagonismo, a una personalità che cerca di affermarsi anche quando la prudenza non avrebbe proprio guastato. Certo, un arbitro è lì per giudicare, e l'essenza del suo ruolo sta anche nel prendere decisioni di questo tipo anche in punti decisivi, e se si fa prendere dalla paura di sbagliare non fa bene il suo mestiere. In questo caso è certo impossibile interpretare il grado di convinzione di Asderaki, ma trattandosi di una palla rimbalzata nel lato più lontano per lei e tutto sommato vicino alla riga, il buon senso sarebbe stato quanto meno auspicabile.
 
ERRORE FATALE

In ogni caso, non è solo per questo che Francesca ha ceduto alla francese, che mai prima d'ora aveva affrontato una giocatrice italiana nel main draw di un torneo WTA. Partita come peggio non avrebbe potuto, sotto 4-0 con 4 doppi falli nei primi due turni di battuta, Mladenovic riemerge e dallo 0-5 infila un parziale di sei giochi a uno, con tanto di game spettacolare e break a zero per il 2-5. Non raddrizza il primo set, ma allunga 3-0 nel secondo. L'azzurra inizia a soffrire di più in risposta, soprattutto sulle traiettorie centrali da sinistra di Mladenovic che comanda gli scambi, trova imprevedibili variazioni con la palla corta e sfrutta l'ennesimo errore dell'azzurra con il dritto in avanzamento da sopra la rete per allungare al terzo. La tendenza continua con il break perso in apertura, ma il controbreak del 2-2, suggellato da un passante da applausi induce all'ottimismo. Nel settimo game, però, Francesca perde ancora il servizio e Mladenovic si ritrova una prima volta a servire per il match. Dopo aver salvato tre palle break di fila, però, la francese è costretta ad arrendersi: è 5-5, c'è ancora speranza. Ma è una speranza illusoria, che dura il tempo di una chiamata sbagliata. La certezza è che Kristina Mladenovic è in semifinale a Istanbul e salirà almeno al numero 81 del ranking e al n.75 della Race. In semifinale affronterà Caroline Wozniacki, costretta al terzo set per la terza volta in tre confronti diretti da Karolina Pliskova. “Sono felice di come ho servito tutta la settimana, e oggi in particolare – ha detto la danese che ha chiuso 6-1 3-6 6-2 – contro Kristina devo restare concentrata e giocare aggressiva perché ha un ottimo dritto e un buonissimo servizio”.
 
ROBERTA TI CONSOLA
Ben più semplice il compito di Roberta Vinci, che in 49 minuti ha spazzato via la più bassa tra le top-100, la giapponese Kurumi Nara, 6-0 6-2. La tarantina, che non ha difeso i punti degli ottavi a Wimbledon dell'anno scorso, ha ritrovato comunque grande fiducia grazie alla finale a Bucarest della scorsa settimana. Un altro ottimo risultato a Istanbul, con la finale di Palermo in scadenza, le permette comunque di restare a ridosso delle prime 20 (vincendo il torneo sarebbe numero 22 la prossima settimana), un buonissimo viatico per un agosto in cui è chiamata a difendere i quarti in Canada e allo Us Open, oltre agli ottavi di Cincinnati. Tra Robertina e la finale c'è la sorprendente Ana Konjuh, alla prima semifinale in carriera, che già l'ha battuta quest'anno, a Auckland, a 16 anni appena compiuti. La giovanissima croata, partita malissimo contro Elina Svitolina (0-4 in pochi minuti), ha ritrovato i colpi che l'hanno portata a conquistare Australian Open e Us Open junior l'anno scorso. “Sono molto contenta di essere arrivata in semifinale – ha detto Roberta – domani dovrò cercare di mantenere l'iniziativa e venire a rete più spesso”. Intanto, il prossimo 22 luglio, sarà ricevuta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi insieme a Sara Errani, al presidente del Coni Giovanni Malagò e della Federtennis Angelo Binaghi, per celebrare il successo a Wimbledon che le ha rese la sesta coppia nell'era Open a completare il Career Slam in doppio. Insieme, da Melbourne 2012, hanno vinto cinque titoli dello Slam, e giocato 8 finali negli ultimi 11 major disputati.