Indian Wells celebra il primo alloro in un Master 1000 del croato che, dopo Djokovic e Nadal, batte in finale anche A-Rod con un doppio 7-6…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Ljubicic come Barthez. Piatti come Blanc. Il bacio alla pelata di Fabien, diventata una moda nazionale ai tempi delle vittorie francesi nel calcio, torna alla ribalta grazie a un giocatore dotato di un’intelligenza tennistica fuori dal comune che, come ha detto Roddick subito dopo aver perso la finale, proprio un anno fa sembrava volesse appendere la racchetta al chiodo e, invece, a 31 anni (e 2 giorni) appena compiuti, diventa il giocatore più anziano ad aggiudicarsi il primo Master1000 in carriera. “Non è questione di anni, ma solo di motivazioni” ripete sempre Ivan Ljubicic che solo dodici mesi fa era precipitato al numero 76, sua peggiore classifica dal 2001. L’insperato successo colto a Indian Wells lo farà risalire in 13° posizione, lui che è stato numero 3 nel maggio 2006, due mesi dopo l’ultima finale colta in un Master1000 a Miami. A sconfiggerlo in quell’occasione fu il solito Roger Federer col punteggio di 7-6 7-6 7-6. L’ultima volta che Ljubo aveva affrontato Roddick, era stato sconfitto 7-6, 7-6 proprio a Indian Wells nel 2007. La vendetta è un piatto che va servito freddo. E così il pupillo di Riccardo Piatti, in meno di una settimana, ha battuto il numero 2 del mondo, Djokovic, (dopo cinque sconfitte consecutive), il numero 3 Nadal (dopo cinque sconfitte di fila) e, infine, Andy Roddick (avanti 7-3 nei confronti diretti), rendendogli i 2 tiebreak del match di 3 anni or sono.

 

Dopo aver giocato in semifinale, contro Nadal, il più bel tiebreak della sua vita (parole sue), Ljubicic è riuscito nell’impresa di sconfiggere un avversario come Roddick nel contesto a lui più favorevole. Il bilancio 2010 dello statunitense nei tiebreak di 13-2 prima di questo torneo, non era assolutamente paragonabile all’1-4 del croato che, ha sfruttato in entrambi i “jeu decisif” odierni, la pochezza tattica del suo avversario.

Troppo passivo durante l’arco dell’intero match, quasi in attesa che il croato gli regali il match (così come aveva fatto Soderling in semifinale), A-Rod decide di esibirsi in entrambi i tiebreak, in due sanguinose discese a rete che gli costano altrettanti minibreak. Nel primo set è un serve & volley nel primo punto del tiebreak, a tradire il kid del Nebraska che poi nulla può contro le cannonate del suo impeccabile avversario.

 

Nel secondo tiebreak, Roddick viene punito da un suo approccio di rovescio alquanto leggerino, su cui Ljubo si avventa in maniera spietata. I successivi 2 ace consolidano il vantaggio appena conseguito, corroborato da un errore di dritto dell’americano che regala all’incredulo Ljubicic un 5-1 quasi irrecuperabile. Quasi, perché sul 6-2 in suo favore, con l’americano ormai sotto la doccia, il croato si concede un ultimo brivido cercando invano un ace di seconda (alla Boris Becker versione Montecarlo 1995) che si tramuta fatalmente in doppio fallo. Sul 6-3 Ivan ferma il gioco chiedendo l’ausilio del falco, su un servizio nettamente buono di Roddick che, incoraggiato dalla magnanimità del croato, annulla anche il terzo matchpoint con una prima vincente. Il braccio del croato non trema alla quarta occasione per portare a casa il titolo più importante della sua carriera, e Roddick deve arrendersi all’ennesimo servizio vincente di Ljubo che si aggiudica nettamente anche la sfida degli ace: 21 a 12 per il nativo di Banja Luka che può finalmente liberare tutta la sua gioia e condividerla con il clan a bordo campo.

 

Si tratta indubbiamente di una delle vittorie più sorprendenti nella storia dei tornei Master1000. L’ultimo giocatore classificato fuori dai primi 20 a vincere quelli che una volta erano detti Master Series (e prima ancora Super 9), era stato David Nalbandian, trionfatore a Bercy nel novembre 2007. A differenza di Indian Wells, il torneo parigino, però, sconta una collocazione in calendario talmente prossima al Master, da subire tanti forfait da parte dei big, che nel 2005, favorirono la vittoria finale di un imberbe Tomas Berdych.  

 

Curiosamente, gli altri 2 giocatori non classificati tra i Top20 a vincere Indian Wells (Alex Corretja nel 2000 e Jim Courier nel 1991) si attestavano proprio al numero 26 del ranking, così come Ljubicic. Per ritrovare altre vittorie a sorpresa di questo tenore nel circuito Master1000, bisogna tornare ai Juan Aguilera, Roberto Carretero ed Albert Portas, vincitori ad Amburgo, rispettivamente nel 1990, 1996 e 2001. Oppure ai Mikael Pernfors, Chris Woodruff ed Andrei Pavel, vincitori in Canada nel 1993, 1997 e 2001, senza dimenticare il successo di Felix Mantilla a Roma nel 2003, ai danni di un certo Roger Federer.

 

Inutile sottolineare come il successo di Ivan abbia un sapore particolare anche per gli appassionati italiani. Il suo legame indissolubile con Riccardo Piatti, ha fatto sì che Ljubo sia affezionato in maniera speciale all’Italia per la quale avrebbe potuto anche decidere di giocare in giovane età. In tempi di magra come questi, una vera manna del cielo.

 


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