La sconfitta a Stanford non ha demoralizzato Venus Williams, che punta dritta al 50esimo titolo in carriera. “Non ho nessuna intenzione di smettere”. Proprio a Stanford, 22 anni fa, aveva fatto il suo esordio nel tour WTA. “Ma ci rivedremo l’anno prossimo”. A Rio giocherà la sua quinta Olimpiade e fa l’occhiolino a Tokyo 2020…

Quando ti capita di sfidare un’avversaria nata cinque anni dopo il tuo debutto da professionista…beh, è normale pensare a un possibile ritiro. E’ esattamente quanto accaduto a Venus Williams. Nella semifinale del torneo WTA di Stanford ha sfidato la giovanissima Cici Bellis, classe 1999. E allora torna alla mente l’esordio della Venere Nera nel circuito WTA, proprio a Stanford, nel lontanissimo 1994. Gliel’hanno ricordato durante la settimana di Stanford. “Voglio ancora vivere il mio sogno in ogni singolo giorno – ha detto – non ho nessuna intenzione di smettere”. I risultati le danno ragione: semifinale a Wimbledon e finale a Stanford, dove è arrivata a tanto così al titolo numero 50 WTA. Un’ avventura iniziata 933 partite fa contro la ex campionessa NCAA Shaun Stafford. “Non ho idea di come feci a vincere – ricorda Venus – non avevo nessuna strategia e zero comprensione su come vincere”. Quel match ha cambiato la storia del tennis: Venus veniva da tre anni di totale inattività agonistica. Aveva giocato gli ultimi match giovanili quando aveva 11 anni, poi papà Richard gli aveva fatto saltare il circuito junior: pensava che farla allenare con giocatori e giocatrici più forti fosse più utile che dominare contro le coetanee.

La strategia ha pagato, poiché al secondo turno mise paura ad Arantxa Sanchez, allora numero 2 WTA. Aveva dominato fino al 6-2 3-3, poi un toilet break della spagnola la mandò fuori fase e da lì non vinse più un game. Da allora ha vinto 49 titoli, tra cui sette Slam. E ha un entusiasmo incontenibile quando si parla di Olimpiadi. Ha persino sussurrato di una possibile partecipazione a  Tokyo 2020, quando avrà compiuto 40 anni. “Il 50esimo titolo WTA? Avrò certamente altre possibilità. Sono la più anziana del tour, ma per me è un complimento”. L’eterna carriera di Venus è resa ancora più epica dalla Sindrome di Sjogren, malattia autoimmune che le è stata diagnosticata cinque anni fa. Deve stare attenta all’effetto stanchezza e spossatezza, ma ormai ha imparato a conviverci. E dopo Stanford giocherà a Montreal prima del doppio impegno olimpico, sia in singolare che in doppio con Serena. “Ci vediamo l’anno prossimo – ha detto ai 2.250 spettatori di Stanford – voglio andare avanti fino a quando mi sentirò competitiva. Quando sarò pronta, smetterò. Ma adesso non è ancora il momento”.