È il sentimento di Jamie Murray: l'unico britannico al Masters ha perso la semifinale insieme a Bruno Soares e ammette che il 2018 è stato un po' deludente “Perché io aspiro sempre a essere il numero 1. Ci riproveremo l'anno prossimo”. In finale ci vanno Bryan-Sock, con quest'ultimo a caccia di un particolare record.

Negli ultimi anni, il pubblico di Londra si era abituato ad avere un giocatore di casa al Masters. E che giocatore: Andy Murray ha vinto nel 2016 e ha giocato altre due finali e tre semifinali. I problemi fisici, con tanto di operazione e faticoso rientro, hanno fatto perdere allo scozzese il treno dei migliori. In questi giorni, tuttavia, il pubblico della 02 Arena ha potuto fare il tifo per il fratello Jamie, impegnato in doppio insieme al brasiliano Bruno Soares. La coppia aveva grandi ambizioni, ma l'avventura si è stoppata in semifinale contro il duo americano composto da Jack Sock e Mike Bryan. Dopo il match, Jamie Murray ha fatto il punto della situazione e ha ammesso che il 2018 è stata una stagione al di sotto delle aspettative, compensata dal successo allo Us Open, nel doppio misto, insieme a Bethanie Mattek Sands. Nel doppio maschile, invece, non sono mai stati capaci di andare oltre i quarti di finale negli Slam. Un bilancio deludente, soprattutto se pensiamo che un paio d'anni fa erano la coppia più forte di tutte, con ben due Major in tasca. Tuttavia, Jamie Murray non perde l'ottimismo e crede di poter tornare protagonista nel 2019, magari già a partire dall'Australian Open. “Quest'anno non siamo mai stati competitivi per il numero 1 – ha detto – però io ho investito tanto nel mio tennis e voglio essere il migliore. Voglio diventare numero 1, competere per questo traguardo. Se la guardiamo sotto questo aspetto, dunque, è stata una stagione deludente. Tuttavia abbiamo giocato piuttosto bene nella seconda parte dell'anno e credo che i risultati ne siano la testimonianza”.

SOCK COME MCENROE?
Anche a Londra è andata bene: hanno vinto il girone, ma si sono fatti beffare nel super tie-break della semifinale, con la coppia americana capace di imporsi 6-3 4-6 10-4. “È stato un buon match, di ottimo livello, si sono visti splendidi punti. Abbiamo concluso alla grande il secondo set e pensavo che avessimo una grande chance di vittoria. Ma sono sicuro che lo pensassero anche loro. Alla fine hanno giocato meglio di noi”. Murray-Soares chiudono l'anno in quarta posizione, risultato che sarebbe ottimo per gran parte degli specialisti. Tuttavia, per chi è già stato in vetta, non può essere considerato indimenticabile, visto che l'unico successo di rilievo è arrivato al Masters 1000 di Cincinnati (hanno vinto anche ad Acapulco e Washington). Oggi hanno ritrovato la giusta fiducia, ottimo grimaldello per superare la delusione. Adesso Murray si concederà qualche giorno di vacanza per poi spostarsi in Florida e preparare il 2019. Dopodiché, dopo aver addentato qualche dolce natalizio, partirà subito per Doha, dove inizierà la nuova stagione. La ricerca del numero 1 ATP non può attendere. Nel frattempo, a giocarsi la finale del Masters saranno Bryan-Sock contro i colombiani Robert Farah e Juan Sebastian Cabal. In caso di vittoria degli americani, Sock diventerebbe il primo statunitense a vincere il doppio e raggiungere almeno la semifinale in singolare dai tempi di John McEnroe, che si aggiudicò entrambi gli eventi nel 1984. Da parte sua, Jamie Murray non lo dice, ma ovviamente spera anche che il Masters dell'anno prossimo possa rivederlo protagonista in doppio, con la presenza del fratello in singolare.