E' di Flavia l'unico acuto azzurro in un brutto mercoledì. Batte la Rybarikova e ora sfida la Suarez Navarro senza pressioni. La Giorgi raccoglie cinque giochi contro la Muguruza e benedice l'arrivo dell'erba, “dove si può giocare un tennis più istintivo”. 

Flavia è contenta. Flavia è serena. Flavia è l'unico sorriso azzurro in una giornata difficile da digerire, in tutti i sensi. Scesa in campo quando il sole stava già calando su Parigi, ha dato una bella lezione alla slovacca Magdalena Rybarikova. Un 6-2 6-0 in 51 minuti che alimenta l'ottimismo perchè non era un match facile. La slovacca tira piano, sa addormentare la partita, punisce il minimo calo di concentrazione. Flavia lo sapeva e ha raccolto una vittoria facile facile, che la spinge al terzo turno contro Carla Suarez Navarro. Parte sfavorita, ci mancherebbe, ma è nella condizione psicologica ideale. Non ha niente da perdere e tutto sommato sa come affrontarla. Ci ha giocato 6 volte, vincendone quattro con un paio di sconfitte, una particolarmente dolorosa proprio al Roland Garros, nel 2008. Allora Flavia era nel pieno della maturità, mentre la spagnola non aveva neanche 20 anni ed era reduce dalle qualificazioni. L'azzurra aveva appena battuto Venus Williams (ancora competitiva, non la “banca” di oggi) e si pensava potesse andare lontano, molto lontano. Invece si fece sorprendere dal gran rovescio della canaria. “Che stavolta dovrò stare attenta ad evitarlo – ha detto – la situazione è completamente ribaltata rispetto ad allora. Oggi è lei ad essere favorita, è appena entrata tra le top-10”. Giocare senza pressioni, con l'esperienza dei 33 anni, può essere molto positivo. In fondo la Suarez non è un cuor di leone, spesso concede qualcosa se il match diventa una bagarre. La Pennetta ha raggiunto gli ottavi per due volte a Parigi, nel 2008 e nel 2010. Chissà che non possa ripetersi quest'anno, quando in pochi se l'aspettavano. Un piazzamento al terzo turno, intanto, non è da buttare. E per sua fortuna non ha mangiato il pesce avariato che ha messo KO Fabio Fognini, ma si è limitata alla carne….


LA GIORGI E IL GIOCO ISTINTIVO

Chi invece continua ad avere problemi a prescindere dall'alimentazione è Camila Giorgi. Bisogna essere onesti: non le si chiedeva di battere Garbine Muguruza, perchè la spagnola è più terraiola di lei ed era oggettivamente favorita. Ma ciò che amareggia è il modo. Nel momento in cui il match ha preso una brutta piega, la Giorgi non ha minimamente cambiato il suo modo di giocare, picchiando a più non posso. Niente di nuovo, per carità: quel “Questo è il mio gioco e non lo cambierò” che ha pronunciato a Roma come se fosse una sentenza, fa alzare le braccia. Lei è così e sarà sempre così. Ma in fondo c'è sempre la speranza che le situazioni di un match la convincano a fare qualcosa di diverso. Invece si è trovata in svantaggio 6-1 5-1 senza colpo ferire e commettendo pochi doppi falli, suo storico tallone d'achille. Alla fine ne tirerà solo cinque, ma il numero complessivo di errori (35) l'ha condannata. “Forse sulla terra dovrei avere più pazienza – ha detto – per fortuna adesso arriva l'erba, dove si può giocare un tennis più istintivo”. Quello è il suo gioco, quello è l'ambiente dove può ottenere il massimo. A Wimbledon vanta già un ottavo di finale e sarà certamente contenta che abbiano allungato di una settimana la stagione “verde”. Dall'alto della sua esperienza, Flavia Pennetta l'ha difesa. “Non è vero che non ha un piano B se le cose non vanno bene, anche se di certo dovrebbe commettere meno errori. Ma anche io faccio fatica quando esco dai miei schemi abituali”. L'impressione, purtroppo, è che la Giorgi non ci provi neanche. Quest'anno ha vinto 11 partite su 24 e la classifica, per quanto dignitosa, è abbastanza lontana da certe ambizioni. E ci sono otto giocatrici più giovani di lei che, per ora, le stanno davanti.