WIMBLEDON. Record negativo per la Errani: non vince neppure un 15 in tutto il primo set. Prova a risorgere, ma alla fine cede alla Shvedova in meno di un’ora.
La gioia di Yaroslava Shvedova
Di Lorenzo Baletti – 30 giugno 2012
Quel che è successo a Sara Errani ha dell'incredibile. Si sapeva che contro la Shvedova sarebbe stata partita difficile, ma non fino ad arrivare a un 6-0 6-4 in favore della kazaka che non lascia spazio a repliche o scuse. I numeri, più di mille parole, possono spiegare la giornata quasi drammatica vissuta dalla nostra Sarita. Nel primo set è successo qualcosa di mai visto nell'Era Open del tennis femminile: Sara Errani non conquista neppure un punto e concede il Golden Set all’avversaria. 24 punti a 0 per la Shvedova, che mette a segno 14 vincenti, 4 ace e soprattutto non commette nessun errore gratuito pur giocando tutto il set in spinta. Anzi, voleè, servizi vincenti, ace di seconda, passanti da ogni parte del campo: la kazaka sembra posseduta dal diavolo del tennis. E l’angioletto Errani, con un solo errore non forzato ma zero vincenti, deve arrendersi in appena un quarto d’ora tra lo sgomento generale. Sembra non ci sia via d’uscita per la romagnola, che però non vuole mollare e prova almeno a risollevarsi nel secondo set. Anche perché un precedente che riguarda la Shvedova non può non incoraggiare Sara: nel 2006, in quarti di finale a Memphis, la kazaka aveva vinto il primo set contro Frazier per 6-1 dopo aver messo a segno 23 punti di fila, ma poi aveva perso i due set successivi per 6-0 6-0.
Che sia di buon auspicio? L’inizio del parziale è dei più incoraggianti, Sara toglie la battuta all’avversaria e vola sul 2-0. Ma purtroppo la Shvedova vive uno stato di grazia inarrestabile. Recupera il break nel game successivo e non concede nulla fino al 4-4, forte di ottime percentuali al servizio (71% di punti con la prima, addirittura 75% con la seconda in tutta la partita). La Errani, dal canto suo, soffre parecchio soprattutto con la solita seconda troppo morbida: alla fine del match avrà conquistato appena il 27% di punti, una miseria. Considerando il 38% di punti vinti con la prima, il gioco (per la Shvedova) è fatto. La kazaka decide di mettere a segno l’allungo decisivo, e toglie la battuta a Sara per poi andare a servire per il match e chiudere 6-4. A fine partita, sarà di 21 a 6 il conto dei vincenti a favore della Shvedova, a fronte di soli quattro errori non forzati in più: superiore in tutto e per tutto, ha pienamente meritato il successo. Per la Errani un primo quarto d’ora da incubo, che la consegnerà ai libri di cronaca nera del tennis. Ma siamo sicuri che Sarita ripartirà proprio da qui per giocare al meglio il resto della stagione, a partire dal doppio dei Championships. Per lei, un mese in ogni caso da ricordare, con la finale al Roland Garros e il secondo terzo turno della carriera a Wimbledon. Ci si augurava un finale diverso, ma oggi la nella mente della Shvedova non c’erano più i fantasmi della Frazier. La Errani, al contrario, potrebbe fare una telefonata al brasiliano Marcos Hocevar, che nel 1983 perse un set senza vincere un "quindici" contro Bill Scanlon. Era il torneo di Delray Beach. Potrebbe darle qualche consiglio su come riprendersi.
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...