L’azzurra gioca benissimo, perde 6-4 6-4 contro Petra Kvitova ed esce a testa alta. Adesso sogna di arrivare in alto: ma fino a dove? DI RICCARDO BISTI
Sara Errani ha giocato alla pari contro Petra Kvitova
Di Riccardo Bisti – 25 gennaio 2012
A un certo punto è anche spuntato il sole. I raggi gialli hanno salutato l’addio di Sara Errani all’Australian Open, come se volessero festeggiare il suo meraviglioso torneo. Si pensava che l’azzurra non avesse chance contro Petra Kvitova, invece l’ha tenuta in campo per quasi due ore ed ha lasciato l’immensa Rod Laver Arena, pensate un po’, con qualche rimpianto. E’ finita 6-4 6-4 per la ceca, ma va bene così. Sara ha giocato una partita eccezionale, facendo match pari nonostante i 18 centimetri di differenza che si tramutano in decine di chilometri in meno nella potenza dei colpi. Quando deve descrivere questo tipo di match, Rino Tommasi ricorre spesso alla metafora pugilistica. Nel tennis non ci sono le categorie, ma Kvitova-Errani era onestamente un peso massimo contro un peso piuma. Faceva quasi tenerezza, la Errani, nella sua prima apparizione sul centrale di un torneo del Grande Slam. Così piccola, si perdeva nel mare di plexicushion circondato dalle tribune. L’inizio, in effetti, era traumatico. Ogni colpo della Kvitova era un vincente. Per un attimo abbiamo pensato al match-sparatoria, ma la paura è passata quasi subito: sotto 1-0 e 40-0, la Errani ha trovato la forza di pescare il controbreak e poi ha avuto persino una palla per salire 2-1. All’improvviso, i vincenti della ceca diventavano errori gratuiti. Ma quello dell Errani era l’atteggiamento giusto: niente lamentele, nessuna frustrazione. Anzi, si incitava dopo ogni buon punto. Ma non c'era spocchia nè aggressività: Sara trasmette solo belle sensazioni. Mette allegria il suo antivibrazioni sulle corde, con la "emoticon" di una faccina sorridente. E anche la minuscola stellina tatuata sopra il polso sinistro.
Va detto, onestamente, che non sempre la Kvitova ha dato la sensazione di essere concentrata al 100%. Quando ha infilato la testa nel carrarmato è parsa inavvicinabile. Avanti 5-2 nel primo set, si è fatta riavvicinare ma mai raggiungere. Nel secondo set, invece, la Errani ha avuto ancor più meriti. Rovesci lungolinea, ammirevoli risposte d’anticipo, persino qualche giocata di tocco. Roba da strabuzzare gli occhi, ma non per chi la conosce bene. Coach Pablo Lozano, l’unico che ha meriti nella crescita straordinaria di “Sarita”, ha capito da tempo che il talento della sua assistita è notevole. Nel terzo game ha addirittura tirato un ace, il primo del suo torneo. La Errani è volata addirittura sul 4-1. Un’italiana in vantaggio contro la futura numero 1, nei quarti di un torneo del grande Slam: eccezionale. Ma la Kvitova ha ripreso a giocare alla grande, tirando fuori dal cilindro alcune soluzioni straordinarie. Il game chiave è stato il settimo: avanti 4-2, la Errani ha avuto l’occasione di salire 5-2, ma al termine di un game teso e combattuto (in cui un paio di palle break sciupate avevano fatto ben sperare), la Kvitova è riuscita a strapparle il servizio e poi non ha avuto problemi a planare verso il successo, infilando cinque game consecutivi. La stretta di mano non è stata un granchè cordiale, ma mica perché Sara ce l’avesse con la Kvitova, cavallona gentile, ma perché era incazzata con se stessa. Avrebbe potuto portarla al terzo, magari sfruttare il fattore-caldo, chissà…
“Sapevo che sarebbe stato un match difficile – ha detto a caldo la Kvitova, prima in campo e poi alle telecamere di Eurosport, ripetendo esattamente le stesse parole – Sara ha giocato molto bene e sono orgogliosa di aver rimontato nel secondo set”. Quando le hanno chiesto cosa le abbia dato più fastidio, è stata chiara: “Il suo rovescio piatto mi mette in difficoltà, ma anche con il dritto è imprevedibile. Più in generale, è una giocatrice che ti obbliga a pensare, a restare concentrata su ogni colpo”. Oggi la Errani è numero 48 WTA, ma lunedì salirà parecchio. A quasi 25 anni ci si domanda: dove può arrivare? Con Schiavone, Pennetta e Vinci non più giovanissime, la Oprandi out e la Knapp ancora in ritardo, sembra destinata a diventare la nuova numero 1 d’Italia in attesa che emergano le ragazze nate negli anni 90 (Giorgi e Burnett su tutte). Francamente si pensava che la 31esima posizione colta tre anni fa fosse il limite massimo. Ma la Errani “versione 2012” può alzare l’asticella. Il nuovo attrezzo le ha dato una grande mano, e insieme alla maggiore incisività nei colpi è arrivata una grossa iniezione di fiducia. Proviamo ad azzardare: un posto tra le top 20 non le è precluso. Più in alto, francamente, è difficile immaginarla. Ma “Sarita” potrebbe prenderci gusto e continuare a sorprenderci. Intanto sogna di andare ancora avanti in doppio, dove è in semifinale in coppia con la grande amica Roberta Vinci. Hai visto mai…
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