Le parole della tennista romagnola reduce dal bel successo in doppio con Jasmine Paolini nel WTA 1000 di Doha, tra aspettative future e qualche flashback del passato
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DOHA – “Sara, è vero che vuoi giocare fino a quarant’anni?“ «Non credo proprio – e ride – però non mi pongo limiti. Molto probabilmente questo sarà il mio ultimo anno in singolare, ormai mi costa tanta fatica disputare due tornei ogni settimana e nel 2024 ho giocato davvero troppo, alla fine ero scoppiata. Quindi voglio dare priorità al doppio, e al misto quando è in programma, poi vedremo i risultati. Se continueranno ad essere buoni, perché smettere…».
Sara Errani, 38 anni il prossimo 29 aprile, romagnola di Massa Lombarda, sta vivendo con grande serenità la sua seconda – o forse terza – giovinezza. Una splendida carriera da singolarista alle spalle (9 tornei vinti, finali al Roland Garros e a Roma, la semifinale agli Us Open, numero 5 in singolare come best ranking, attualmente è 117ª) nel 2024 è tornata in prima pagina con il suo amato doppio (33 tornei in bacheca, sei titoli dello Slam conquistati con Roberta Vinci), vincendo con Paolini a Roma e alle Olimpiadi, e con Vavassori nel misto di Flushing Meadows. Per il 2025 l’intenzione è di continuare insieme, oggi lei e Jasmine si sono qualificate per le semifinali di Doha, battendo 6-2 6-1 Panova e Stollar. Domani torneranno in campo contro le russe Mirra Andreeva e Shnaider. «Jasmine è d’accordo a proseguire insieme – le parole di Errani – questo per lei è un anno particolare, tutti le chiedono ancora grandi risultati, ma giocare il doppio nel 2024 l’ha aiutata anche in singolare. Se le è tornato il sorriso dopo la sconfitta di ieri con Ostapenko? Ma sì, io poi le ripeto che deve vivere questa stagione con leggerezza, senza porsi troppi problemi. E i risultati arriveranno».
C’è una partita della carriera che vorrebbe rigiocare? «Mah, credo di avere sempre dato tutto, non ho rimpianti. Però, forse, rifarei la finale del Roland Garros, contro Sharapova (che vinse 6-3 6-2, nda). Così, giusto per vedere se magari il risultato cambia…». Troppo facile invece indovinare la giornata più bella. «La medaglia d’oro alle Olimpiadi, sicuramente. Non credo possa esserci soddisfazione più grande».
Sara non ha ancora deciso cosa farà da grande («Non ne ho la più pallida idea. Vedremo, qualcosa mi inventerò»), sicuramente un posto lo troverà per il padel, passione recente e fortissima («mi piace, mi piace proprio tanto»). Ma chi è più forte in questo sport, Errani o Vinci? «Ehhh, bella domanda. Roberta è brava, ha già disputato alcuni tornei. Io quest’anno vorrei cominciare, se riesco a trovare qualche settimana libera».
Ancora arrabbiata per la decisione presa dagli organizzatori dell’Open degli Stati Uniti di giocare il doppio misto in due giorni, la settimana prima dell’inizio («vogliono ridurre una specialità di grande tradizione in una esibizione, e questo senza neanche sentire il nostro parere. Abbiamo saputo tutto da Internet…»), Errani si congeda con un messaggio a chi insegue il sogno di diventare un giocatore di tennis. «Da giovane non speravo di poter ottenere certi risultati, però volevo dare tutto. Ecco, serve grande passione e soprattutto la consapevolezza che questo sport esige tanto e limita tanto. Se si vogliono ottenere risultati importanti, bisogna vivere per il tennis».