Le sensazioni a caldo delle due protagoniste dopo il successo che è valso l’accesso in finale a Roma (Foto Brigitte Grassotti)

ROMA – Gli Internazionali d’Italia salvati dalle donne? Se nel tabellone maschile abbiamo assistito a troppe sorprese, fra assenze dolorose e inopinate sconfitte, in campo femminile avremo domani la migliore finale possibile, tra le prime due giocatrici del mondo, Swiatek e Sabalenka. E per garantire un sano tifo da Foro Italico, possiamo festeggiare l’approdo nella finale del doppio donne di Sara Errani e Jasmine Paolini, le nostre Frecce Tricolori – la pattuglia acrobatica ha sorvolato il Foro Italico subito dopo la stretta di mano tra le giocatrici – sperando che Bolelli e Vavassori li seguano domani nell’impresa.


L’esperienza di Errani (37 anni) e la freschezza e i colpi da numero 12 del mondo della ventiseienne Paolini. Un mix vincente – nato poco meno di un anno fa, insieme hanno vinto nel 2023 a Monastir e quest’anno a Linz – che ha frantumato anche le malcapitate e deludenti Dolehide-Krawczyk, la terza coppia testa di serie eliminata nel torneo dalle nostre. L’obiettivo è a questo punto eguagliare i trionfi agli Internazionali di Anna Luzzatti con Rosetta Gagliardi nel 1931, Sandra Cecchini e Raffaella Reggi (1985), Sara Errani con Roberta Vinci nel 2012 (le due persero poi in finale nei due anni successivi) per poi cominciare a sognare una medaglia alle Olimpiadi.

«Sono felicissima, è stato un match perfetto: Jasmine è troppo forte! – le prime parole di Errani dopo il match – avevamo studiato bene le nostre avversarie, e la strategia ha funzionato alla grande. Ci abbiamo creduto per tutta la settimana ed anche il pubblico ci ha sostenuto come al solito e ci ha dato una grandissima mano». «E’ bellissimo giocare con Sara, sembra banale dirlo ma è un onore – risponde Jasmine, che non si è dimenticata di lanciare dal Centrale gli auguri di buon compleanno al suo coach, Renzo Furlan, oggi 54 anni – il doppio mi diverte tantissimo, non ho problemi a disputarlo malgrado gli impegni in singolare. A questo torneo teniamo tutte e due tantissimo, ora che poi siamo in finale…».

Certo, pensando alle avversarie di Errani-Vinci nei loro anni d’oro (le sorelle Williams soprattutto, ma anche Makarova-Vesnina, Hsie-Peng Shuai, Black-Mirza…) le rivali della nuova coppia azzurra sembrano di un livello chiaramente inferiore. «Non sono d’accordo – ha risposto Errani – adesso forse ci sono meno coppie fisse, cosa che incide sui risultati, e in poche possono permettersi di dividersi tra singolare e doppio. E comunque il gioco è sempre più veloce e usurante». In un ritaglio di giornale di qualche mese fa, la nostra Sara annunciava: «Basta tennis, mi dedico al padel». Poi è rientrata tra le prime cento del mondo in singolare e in doppio ha ritrovato una nuova giovinezza. E allora? «Allora il padel può aspettare…», la sorridente risposta di Sara.