Uno strappo muscolare a fine primo set le impedisce di giocarsi al 100% la finale. Serena Williams vince 6-3 6-0 e Sarita finisce in lacrime. “Sono rimasta in campo solo per il pubblico”.
Da Roma, Riccardo Bisti – 18 maggio 2014
L’amaro in bocca è soprattutto per il finale. In fondo, perdere da Serena Williams non è così strano. Spiace perché Sara Errani non ha potuto difendersi e ha finito in lacrime. Dopo la gloria di 24 ore prima, una crisi di pianto l’ha colpita al termine di un 6-3 6-0 mozzato da uno stiramenti ai flessori della coscia sinistra. Mon è facile spiegare le ragioni di questo infortunio. Potrebbe avere origini nervose, frutto della tensione di dover dare il massimo nei tornei sulla terra battuta. E poi c’è l’iperattività: Sarita gioca singolare e doppio in ogni torneo, chiedendo tanto a un fisico allenato e scattante, ma piccolo e gracilino. Dalle sue parti, presso l’accademia Tenis Val di Valencia, si presta grande attenzione alla prevenzione degli infortuni. E il suo preparatore atletico, David Andres, è lo stesso che ha forgiato il fisico di David Ferrer, quasi esente da infortuni in tanti anni. Ma stavolta, forse, tensione e fatica le hanno fatto un brutto scherzo. In fondo è arrivata in finale giocando 8 ore e 44 minuti, mentre Serena Williams era rimasta in campo per oltre tre ore di meno. Se la finale si presentava come una missione impossibile, non c’è nulla che l’abbia facilitata. Nemmeno la superficie: è ancora nella memoria il terrificante 6-0 6-1 subito nella semifinale del Roland Garros, quando Serena l’aveva massacrata in appena tre quarti d’ora. Sara l’aveva detto: “Se lei è al 100% non c’è niente da fare. Per vincere, devo sperare che lei non sia al massimo e dare del mio meglio”. Per qualche sprazzo del primo set, c’è stata l’illusione che il miracolo potesse verificarsi.
SPERANZA E DISILLUSIONE
L’inizio è stato agghiacciante, con Serena rapidamente avanti 3-0. Il fantasma dell’ultimo scontro diretto stava iniziando a materializzarsi sul pubblico del Campo Centrale, gremito in ogni ordine di posti. Invece l’azzurra teneva un game di servizio che dava forza e vigore alle sue gambe e alzava il volume del tifo. Sarita aveva una palla break del 3-2, ma le veniva cancellata da un ace. Sul 4-1, la Errani produceva il massimo sforzo: teneva il servizio rimontando da 0-30 e poi trovava l’inatteso break del 4-3, giocando un game quasi perfetto per tecnica e mentalità, aggredendo Serena non appena c’era la chance. Un paio di errori di Serena, forse nervosa per l’inattesa resistenza, le hanno consentito di acciuffare il 4-3. Entusiasmo alle stelle e la sensazione che ci fosse una Partita con la P maiuscola. Ma la sfortuna era dietro l’angolo. Sullo 0-40 dell’ottavo game, su una risposta di Serena, l’azzurra ha improvvisamente interrotto il movimento e lasciato passare la palla, dirigendosi immediatamente verso la panchina. La fisioterapista le ha fatto fare un paio di movimenti e l’ha condotta negli spogliatoi per realizzare una fasciatura. A tempo di record, è arrivata la diagnosi: stiramento al flessore della coscia sinistra. Curiosamente, lo stesso infortunio che aveva bloccato Serena la scorsa settimana a Madrid. Sara è tornata in campo dopo una decina di minuti, ma si è capito subito cosa sarebbe successo. “Siete stati paurosi per tutta la settimana, sono rimasta in campo solo per voi, avete continuato ad essere fantastici” ha detto la Errani durante la premiazione, senza neanche provare a trattenere le lacrime.
Il secondo set è stato uno spettacolo avvilente, ma non poteva esserci nulla di diverso. Sara è rimasta in campo per rispetto verso il pubblico, pur sapendo di avere zero chance. In questi casi, non esistono scelte giuste e scelte sbagliate. Sta alla sensibilità del singolo decidere se ritirarsi o meno. In un altro torneo, forse la Errani avrebbe scelto diversamente. A Roma è rimasta in campo, sottoponendosi all’umiliazione di perdere 14 punti di fila. Un rovescio lungolinea ha messo fine alla contesa, regalando alla Williams la 655esima vittoria in carriera, foriera del 60esimo titolo. I numeri di Serena, dopo un inizio di stagione non straordinario, iniziano a quadrare: è la prima giocatrice a vincere tre titoli in questa stagione (i precedenti sono giunti a Brisbane e Miami) e diventa la settima a vincere almeno 60 titoli in carriera. Non c’è dubbio che sarà la favorita numero 1 al Roland Garros, anche se non ha dominato come forse ci si attendeva. In fondo, prima di sciogliere, Ana Ivanovic le ha scippato un set. E se non ha vinto un torneo sul rosso per undici anni, beh, un motivo ci sarà. Le avversarie non le mancheranno: tra loro ci sarà anche Sara Errani, a patto che riprenda il 100% della forma e sappia lavare via nel modo migliore le lacrime che le hanno bagnato il viso in una domenica triste. Non c’è niente di più brutto dell’impotenza.
PREMIER FIVE ROMA – FINALE
Serena Williams (USA) b. Sara Errani (ITA) 6-3 6-0
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