COPPA DAVIS – Grandi imprese negli altri match del World Group: gli eroi si chiamano James Ward, Thanasi Kokkinakis, Henri Laaksonen e Joao Souza. Forse non tutte queste imprese serviranno, ma è stata un’altra grande giornata di Davis. Ve la raccontiamo.  GRAN BRETAGNA – STATI UNITI 2-0
Andy Murray (GBR) b. Donald Young (USA) 6-1 6-1 4-6 6-2
James Ward (GBR) b. John Isner (USA) 6-7 5-7 6-3 7-6 15-13

Un’impresa che si ricorda per una vita. James Ward aveva raccolto un paio di belle soddisfazioni, sempre in Coppa Davis, ma quella ottenuta a Glasgow le supera tutte. Di gran lunga. Battendo John Isner per 15-13 al quinto, rimontando due set di svantaggio, ha dato alla Gran Bretagna l’importante punto del 2-0 contro gli Stati Uniti. Adesso, per gli americani, ci vuole un’impresa che rasenta il miracolo. Se i gemelli Bryan dovesse vincere il doppio, non si vede come Andy Murray (perfetto contro Donald Young, a parte un pisolino di un set)  possa perdere contro questo Isner. E così, per il secondo anno di fila, il "Team GB" potrebbe acciuffare i quarti di finale. Difficilmente Ward, figlio di un tassista londinese, diventerà un fenomeno. Però, per un giorno, i britannici si sono dimenticati di avere un problema con il secondo singolarista. “E’ stato incredibile battere John, soprattutto per il modo in cui è successo – ha detto Ward – ricorderò questo momento per tutta la mia vita. Ringrazio la gente, è il più bel pubblico che abbia mai visto”. 12 mesi fa battè Sam Querrey a San Diego, ma l’emozione di Glasgow è tutta un’altra cosa. Manca ancora un punto, ma è giusto sottolineare il lavoro di Leon Smith: quando c’è lui in panchina, Ward il buono diventa un leone. Un leone britannico.

GERMANIA – FRANCIA 0-2
Gilles Simon (FRA) b. Jan Lennard Struff (GER) 7-6 2-6 6-7 6-2 10-8
Gael Monfils (FRA) b. Philipp Kohlschreiber (GER) 6-4 7-5 7-6
 
Dopo essere stato escluso dai singolari nella finale di Lille, Gilles Simon non poteva tradire. Avrebbe dato clamorosamente torto a tutti quelli (e non sono pochi) che lo avrebbero schierato contro Federer e Wawrinka. In un eterno primo singolare contro il bombardiere Jan Lennard Struff, sotto due set a uno, contro un avversario “on fire” si è attaccato al match come se fosse la partita della vita. L’ha spuntata 10-8 al quinto. “E’ stato un gran match dall’inizio alla fine, non credo che avrei potuto giocare molto meglio” ha detto Simon, sollevato dopo aver rischiato grosso contro il numero 74 ATP. La sua vittoria ha avuto un effetto benefico su Gael Monfils, che ha superato uno scarico Kohlschreiber in un match iniziato oltre le 19. Lo scorso anno, la Germania andò avanti 2-0 in Francia e poi si fece rimontare. Stavolta sognano di fare l’opposto, ma non sembra aria.

REPUBBLICA CECA – AUSTRALIA 0-2
Thanasi Kokkinakis (AUS) b. Lukas Rosol (CZE) 4-6 2-6 7-5 7-5 6-3
Bernard Tomic (AUS) b. Jiri Vesely (CZE) 6-4 6-3 7-6
 
Il nome da copertina è stato James Ward, ma la giornata ha avuto due eroi. L’altro è il giovanissimo Thanasi Kokkinakis, epico nella vittoria che ha spalancato la strada all’Australia nella trasferta di Ostrava, contro la Repubblica Ceca. Sotto di due set contro Lukas Rosol (11 anni più grande di lui), il baby Thanasi ha trovato la forza per ribaltare il match e ha mandato in delirio gli australiani e il suo amico Nick Kyrgios, costretto a seguire il match in TV. “Di solito, quando ho le spalle al muro riesco a dare il meglio” ha detto Kokkinakis, scelta azzeccata di Wally Masur (capitano ad interim) che lo ha preferito al bombardiere Sam Groth. A seguire, con i cechi sfibrati psicologicamente, Bernard Tomic ha dato concretezza alle sensazioni che lo vedono più maturo, e ha rifilato tre set a zero a Jiri Vesely. Senza Berdych e Stepanek, la Repubblica Ceca è una squadra qualasiasi. Adesso servirà un miracolo per evitare la sconfitta. Per l’Italia, dunque, si prospetta una complicata trasferta nell’inverno australe, in pieno luglio. Ammesso che si riesca a vincere in Kazakhstan, dove c’è ancora da lottare.

ARGENTINA – BRASILE 1-1
Joao Souza (BRA) b. Carlos Berlocq (ARG) 6-4 3-6 5-7 6-3 6-2
Leonardo Mayer (ARG) b. Thomaz Bellucci (BRA) 6-4 6-3 1-6 6-3
 
Sarebbe facile dire che Juan Monaco avrebbe battuto Joao Souza. Invece “Pico” non c’era, si dice per scelta di Juan Martin Del Potro. Ma non è il caso di puntare il dito contro Carlos Berlocq, guerriero d’altri tempi, che ha dato tutto per quasi cinque ore ma alla fine si è arreso al carioca nel match inaugurale del superclasico sudamericano. “Sento di aver avuto due matchpoint, ma non li ho sfruttati. Non sono stato stabile sul piano mentale” ha detto Berlocq dopo una battaglia di cinque ore che ha regalato a "Feijao" il primo punto della serie. Avanti due set a uno, 3-1 nel quarto e 15-40 sul servizio del brasiliano, non ha trovato lo spunto decisivo ed è crollato nel quinto set. “Il doppio? Sto abbastanza bene, ma la stanchezza la sentirò domani” ha detto Charly. Per sua fortuna, ci ha pensato Leonardo Mayer a pareggiare i conti battendo Thomaz Bellucci in quattro set. Con i brasiliani favoriti in doppio, l’Argentina è a rischio. E sull’eventuale 2-2 non è da escludere un inserimento di Federico Delbonis.
 
 
SERBIA – CROAZIA 2-0
Novak Djokovic (SRB) b. Mate Delic (CRO) 6-3 6-2 6-4
Viktor Troicki (SRB) b. Borna Coric (CRO) 4-6 1-6 6-3 6-2 6-1

Archiviate le polemiche per la distribuzione dei biglietti, Novak Djokovic si è prima concesso alla gente di Kraljevo con un allenamento a porte aperte (con migliaia di spettatori), poi non ha avuto problemi contro Mate Delic. Tutto facile per il numero 1 del mondo. Le (poche) speranze della Croazia passavano necessariamente dalle giovani spalle di Borna Coric. Il baby croato ha vinto i primi due set contro il rientrante Viktor Troicki, ma si è spento alla distanza. Con questo risultato, la Serbia ha un piede e mezzo nei quarti. “Nei primi due set ho giocato il miglior tennis della mia vita – ha detto Coric – poi ho sbagliato 2-3 volèe che non avrei dovuto, ho perso il focus, Viktor è diventato più aggressivo e ha sfruttato i miei errori”. Grande entusiasmo per Troicki, desderoso di ripetere la grande esperienza del 2010, quando regalò alla Serbia il punto decisivo in finale. “Sento che quest’anno possiamo andare molto lontano. Sono pronto per giocare il doppio, oggi avrei potuto giocare ancora senza problemi”. I croati stanno già rimpiangendo le pesanti assenze: un derby così sentito avrebbe meritato un team al completo.

BELGIO – SVIZZERA 1-1
Henri Laaksonen (SUI) b. Ruben Bemelmans (BEL) 1-6 6-7 6-4 6-0 6-2
Steve Darcis (BEL) b. Michael Lammer (SUI) 6-3 6-1 6-3
 
Dopo l’incredibile caso di Yann Marti, che ha lasciato il team svizzero perchè non selezionato in singolare, la Svizzera ha goduto per mezzo pomeriggio. Magia della Davis: Henri Laaksonen e Ruben Bemelmans hanno giocato, in mondovisione, un match che vale il primo turno di un challenger. Sotto di due set, lo svizzero (di origine finlandese) ha infilato una grande rimonta, terminando a braccia alzate. Il numero 344 ATP, classe 1992, è stato aiutato dai crampi che hanno colto Bemelmans sin dal quarto set. Non è fai facle giocare contro un avversario menomato, ma lui c’è riuscito alla prefezione. Bemelmans ha detto che i problemi fisici sono arrivati su finire del terzo set, del tutto inattesi. “Me ne sono accorto nel quarto – ha detto Laaksonen – ero un po’ nervoso perchè ho visto che lui non era a posto. E’ uno dei momenti più belli della mia carriera”. A seguire, Steve Darcis non ha concesso nulla a Michael Lammer. Il Belgio è ancora favorito, ma per la Svizzera è già un successo aver la certezza di arrivare a domenica.
 
CANADA – GIAPPONE
Milos Raonic (CAN) b. Tatsuma Ito (GIA) 6-2 6-1 6-2
Kei Nishikori (GIA) b. Vasek Pospisil (CA) 6-4 7-6 6-3

Nessun problema per Milos Raonic, che sul velocissimo campo di Vancouver non ha lasciato scampo al povero Tatsuma Ito, battuto in appena 87 minuti e seppellito da 17 ace. A seguire, Kei Nishikori ha dato al giappone il vitale punto dell’1-1, ma i nipponici avranno bisogno di un mezzo miracolo per centrale l’impresa. Per il Canada, già semifinalista nel 2013, si prospetta un tabellone molto interessante: il Belgio nei quarti e la Serbia in semifinale, in casa, subito dopo lo Us Open, rappresentano un’ottima chance di centrare una storica finale. Tuttavia, prima di guardare al futuro, devono ancora battere i fieri giapponesi.