I kazaki conducono 2-0 sul Belgio e sono a un passo dai quarti. Sarebbe la terza volta nelle ultime quattro edizioni. Ma lo stadio è semivuoto e non nascono giocatori del posto. A che serve? 
Tifosi kazaki ad Astana. Il tutto esaurito resta un miraggio

Di Riccardo Bisti – 31 gennaio 2014

 
Lo sport è un grande strumento di propaganda. Nel 20esimo secolo, tanti regimi totalitari hanno scelto il calcio per esaltare se stessi. In questi anni, il tennis è testimone di un caso più unico che raro, certamente non mutuabile in altre realtà: il Kazakistan ha deciso di diventare una potenza. Nursultan Nazarbayev, Presidente della Repubblica, è un grande appassionato del nostro sport e ha pensato che gli sportivi fossero i migliori ambasciatori possibili del paese. Per questo, ha dato le chiavi delle federtennis al suo amico Bulat Utemuratov, uomo d’affari con un patrimonio personale di 1,5 miliardi di dollari. Per creare un movimento importante e competitivo ci vogliono tecnici, strutture…e tempo. Per i primi due punti non c’è stato problema, ma i kazaki hanno fretta. E allora, oltre alla costruzione di un super Centro Tecnico ad Astana e un altro ad Almaty, hanno bussato alle federazioni straniere, chiedendo in prestito qualche giocatore. Il supermercato più florido è stato la Russia. Shamil Tarpischev è stato ben felice di intascare qualche soldo e cedere quattro giocatori, a patto che non fossero compresi tra i top-50 ATP. E così hanno preso il passaporto kazako Mikhail Kukushkin, Andrey Golubev, Evgeny Korolev e Yuri Schukin. Risultato? Hanno conquistato il World Group di Coppa Davis, centrando in quarti in due delle ultime tre edizioni. Probabilmente faranno altrettanto nel 2014, poiché Kukushkin e Golubev hanno fatto il loro dovere nella prima giornata contro il Belgio. Sembra improbabile che i belgi possano rimontare, anche per il modo in cui si è sviluppata la seconda giornata.
 
Dopo che Kukushkin ha fatto il suo dovere contro Bemelmans, Andrey Golubev ha confermato le sue doti di Davisman. Sulle superfici diverse dalla terra battuta è ancora imbattuto, anche se ha rischiato grosso contro David Goffin, battuto 12-10 al quinto al termine di un match drammatico, in cui ha annullato cinque matchpoint e ne ha sciupati quattro nell'ultimo game. E così, salvo miracoli, il Kazakistan andrà a giocare in Svizzera nel primo weekend di aprile, magari contro Roger Federer e Stanislas Wawrinka. La situazione kazaka è surreale. Per fortuna, non sembrano esserci avvisaglie per qualcosa di simile in altri paesi. In quel caso, ci sarebbe bisogno di nuovi regolamenti. La Coppa Davis è il romanticismo applicato al tennis, dove la bandiera viene prima di tutto e i soldi, in teoria, non contano. Sappiamo che non è così, poiché molti paesi offrono importanti incentivi. Ma trasformare le nazionali in un libero mercato è qualcosa di inaccettabile. Per ora l’ITF abbozza ed anzi applaude il fenomeno kazako. Lo scorso anno, il presidente Francesco Ricci Bitti si è concesso un viaggio ad Astana durante il match contro l’Austria, dispensando saluti e strette di mano. Se non è approvazione questa…il problema, al di là delle strutture all’avanguardia, è che la Davis kazaka non attira granchè. Il campo centrale di Astana ha una capienza modesta, eppure non riescono a riempirlo. Pochi tifosi, clima freddo. Ed anche le riprese TV trasmettono una triste sensazione di pressappochismo. Dai un’occhiata e sembra di essere tornati indietro di 20 anni, quando le squadre italiane di calcio erano impegnate in trasferta nelle coppe europee. Le immagini di bassa qualità davano come l’impressione che si giocasse su un altro pianeta. Ecco, ad Astana sembra lo stesso. E i tifosi belgi, una decina, facevano quasi lo stesso baccano. Ci si domanda che senso abbia. Perché investire così tanti soldi in cambio di uno scenario così deprimente?
 
Nel frattempo, a cinque anni dalla nascita del progetto, non si vedono fenomeni kazaki all’orizzonte. L’unico “purosangue” è il quarto uomo di questo weekend. Si tratta di Denis Yevseyev, 20enne di Astana che è numero 656 ATP, dopo che un anno e mezzo fa era stato numero 553. Magari lo faranno esordire a risultato acquisito. I più contenti sono i giocatori: in cambio della loro disponibilità, hanno avuto assistenza e supporto continuo. E’ lo stesso anche per le donne: Shvedova, Karatantcheva, Voskoboeva, Pervak e Putintseva hanno ceduto alle lusinghe kazake e hanno cambiato nazionalità. Il progetto tecnico, nonostante gli investimenti, procede a rilento. Per questo, non si sono tolti il vizio di acquistare giocatori. L’ultimo è stato l’ucraino Oleksandr Nedovyesov, che con il 2014 ha cambiato passaporto e anche nome di battesimo, diventando Alexandr. Come detto, il fenomeno non dovrebbe espandersi ad altre realtà, ma forse è giunto il momento di porre un limite a una tendenza che è diventata eccessiva. Il passaporto, francamente, non è una cosa su cui di può sindacare. E questa gloria-Davis sembra decisamente effimera. 

KAZAKISTAN – BELGIO 2-0
Mikhail Kukushkin b. Ruben Bemelmans 6-4 6-7 6-2 6-3
Andrey Golubev b. David Goffin 7-6 3-6 4-6 6-2 12-10