L’argentino batte Simon e tiene a galla l’albiceleste contro la Francia. Vittoria dedicata agli alluvionati di La Plata. Repubblica Ceca sugli scudi, Djokovic porta avanti la Serbia.
Astana: Hajek esulta, Kukushkin è sconfitto
Di Gianluca Roveda – 6 aprile 2013
Sorprende la facilità con cui la Repubblica Ceca si sta sbarazzando del Kazakistan. Sono bastati Hajek e Rosol per andare sul 2-0. Adesso i campioni in carica sono messi molto bene. Grandi emozioni a Buenos Aires, dove l’Argentina resta a galla grazie a Juan Monaco, che batte Simon e piange per le vittime dell’alluvione di La Plata. A Boise, l’altura non ferma Djokovic, che rifila tre set a zero a John Isner.
KAZAKISTAN – REPUBBLICA CECA 0-2
L’eroe silenzioso si chiama Jan Hajek. Qualche anno fa, prima che emergesse Rosol, era lui il terzo uomo della Repubblica Ceca, il tuttofare utilizzato alla bisogna. Qualche anno fa, lui e Minar raccolsero un’importante vittoria nei quarti in Cile. Anche allora non c’erano nè Berdych nè Stepanek. Si è ripetuto ad Astana, prendendosi una gustosa rivincita su Kukushkin, che lo aveva battuto due anni fa nel match decisivo di Ostrava. Gli ha rifilato un netto 6-3 6-2 6-4, spianando la strada agli ospiti. A quel punto è stato tutto più facile per Lukas Rosol. Golubev, in verità, è partito bene: “Ma se giocasse sempre così, non sarebbe numero 205 ATP – ha detto il ceco – quindi ho aspettato che arrivasse la mia chance e me la sono presa”. I campioni in carica sono ad un passo dalla semifinale: basterà vincere il doppio, dove Hajek farà coppia con il rientrante Stepanek. Per Radek sarà il primo match dopo i problemi fisici che lo tengono fermo da gennaio. Ma contro l’improvvisato duo kazako (sono stati annunciati Korolev-Schukin) la sua classe potrebbe bastare. “La prima giornata è molto importante per un capitano – ha detto Jaroslav Navratil – non poteva andare meglio, speriamo di chiudere con il doppio”. Il capitano kazako, Dias Doskarayev, ha ammesso che sarà una giornata molto dura. “L’unico vantaggio è che non abbiamo niente da perdere”. Per il bene della Davis, è meglio così. Se il Kazakistan dovesse vincere, qualche altro paese in via di sviluppo potrebbe pensare di imitarli. Se il modello-Kazakistan si diffondesse, sarebbe molto pericoloso.
Jan Hajek b. Mikhail Kukushkin 6-3 6-2 6-4
Lukas Rosol b. Andrey Golubev 4-6 6-4 6-2 7-6
ARGENTINA– FRANCIA 1-1
La benedizione di Parque Roca. In tutto il 2013, Juan Monaco ha vinto soltanto sul campo intitolato a Mary Teran de Weiss, giocatrice argentina degli anni 50. La vittoria contro Gilles Simon vale tantissimo, sia per l’economia della serie (siamo 1-1 e l’Argentina, tutto sommato, può crederci) che per motivi simbolici. Nei giorni scorsi, la città di La Plata è stata colpita da un alluvione. Anche in Davis hanno organizzato una raccolta fondi e offerte per aiutare gli alluvionati. A fine partita, tra le lacrime, Monaco ha detto: “Sono felice, ma non interessa tanto aver vinto. Ci sono cose più importanti”. Ha molti amici a La Plata, città della sua squadra del cuore, l’Estudiantes. Tra le vittime c’è anche il nonno del suo coach Gustavo Marcaccio. “Pico” ha canalizzato il dolore in modo positivo e ha giocato il miglior match stagionale (ci voleva poco…). Numeri alla mano, è la sua migliore vittoria in Davis (Simon è n. 13 ATP). Per l’Argentina avrebbe potuto essere festa totale se Berlocq avesse firmato l’impresa contro Jo Wilfried Tsonga. “Credo di averlo sorpreso – ha detto l’argentino dopo la sconfitta per 4-6 6-2 6-3 5-7 6-2 – a volte ho giocato male tatticamente, ma lui è stato bravo a far valere la classe. Se avessi vinto, sarei entrato nella storia. Ovviamente sono stanco, ma penso di poter recuperare per domenica”. Adesso il doppio sarà ultra-decisivo: Nalbandian-Zeballos devono fare il miracolo contro Llodra-Benneteau. In caso di vittoria francese, Tsonga (incitato dai tifosi transalpini, giunti in buon numero, con il coro “Alleeeeez Jo Wilfried Alleeeez!”, sull’onda di “Go West”) avrebbe il punto della vittoria sulla racchetta. Ma Juan Monaco ha trovato forze inaspettate, e gli argentini sperano che qualcuno, da lassù, abbia deciso di farli vincere. Intanto Nalbandian scalpita per giocare l’eventuale match sul 2-2.
Jo Wilfried Tsonga b. Carlos Berlocq 4-6 6-2 6-3 5-7 6-2
Juan Monaco b. Gilles Simon 7-6 6-2 6-4
STATI UNITI – SERBIA 0-1
E' andata più o meno come previsto, ma i serbi hanno destato una migliore impressione. Novak Djokovic ha mostrato sprazzi di immensa classe nel match d’apertura contro John Isner. Sotto di un break in avvio, non si è disunito e ha vinto in tre set, con una facilità quasi irrisoria. A Belgrado, tre anni fa, fu molto più dura. L’altura di Boise non gli ha creato problemi e ha messo fine alla striscia vincente di Isner nei tie-break di Davis. Dopo aver dominato il secondo, “Nole” ha aspettato che Isner crollasse, come è puntualmente avvenuto nel terzo: dal 5-4 per lui non ha più vinto un punto, consegnando a Nole gli ultimi 12 e mandando la Serbia avanti 1-0. Nel secondo match, ha sorpreso l’accanita resistenza di Viktor Troicki. In Davis ha grandi ricordi e per poco non batteva Sam Querrey, che ne è venuto fuori in cinque set. E’ finita 7-6 3-6 4-6 6-1 6-4 e per gli americani è una gran notizia: il serbo sarà stanchissimo e in teoria dovrebbe giocare il doppio. Tra l’altro, a fine quarto set si è fatto massaggiare una gamba. Dando per scontato il successo di Djokovic contro Querrey, gli americani sono leggermente favoriti negli altri due match: il doppio con i gemelli Bryan (c’è grande curiosità per vedere chi giocherà accanto a Zimonjic nella Serbia) e l’eventuale quinto match, dove Long John Isner sembrerebbe favorito contro Troicki. In verità, il serbo oggi ha giocato meglio di lui. Ma tra due giorni?
Novak Djokovic b. John Isner 7-6 6-2 7-5
Sam Querrey b. Viktor Troicki 7-6 3-6 4-6 6-1 6-4
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