A sorpresa, il Masters under 18 è finito nelle mani del finlandese Emil Ruusuvuori, che in finale ha battuto il numero uno Yibing Wu. Ossigeno puro per un paese che dopo il ritiro di Jarkko Nieminen non ha un giocatore fra i primi 900 del ranking ATP. A non farlo rimpiangere ci prova il diciottenne di Helsinki, con la mano saggia di coach Federico Ricci: un italiano giramondo che non sbaglia un colpo.Immaginate che a suon di forfait riesca a conquistare un posto per le ATP Finals di Londra anche John Isner, numero 14 del mondo, e che sorpresa dopo sorpresa finisca addirittura per vincere il torneo, battendo Federer in semifinale e Nadal in finale. Impossibile? Più o meno. Eppure, con le dovute proporzioni è ciò che è successo nell’ITF Junior Masters, le Finals di fine anno del circuito juniores, lanciate nel 2015 a Chengdu, in Cina. Certo, Yibing Wu e Alex Geller, i primi due del ranking under 18, non sono Nadal e Federer, ma il John Isner di turno ha fatto lo scherzetto a tutti. Il guastafeste risponde al nome di Emil Ruusuvuori, 18 anni da Helsinki, che al Sichuan International Tennis Center, lo stesso impianto che ospita da un paio d’anni un ATP 250, non doveva nemmeno esserci. È stato ammesso come ultimo grazie alle rinunce di alcuni coetanei, e si è presentato a fari spenti, senza chissà quali ambizioni. I favoriti erano altri, invece vittoria dopo vittoria la luce dei riflettori se l’è presa lui, fino a laurearsi campione e ridare speranza alla Finlandia del tennis, che dopo il ritiro di Jarkko Nieminen è sprofondata in un buio tennistico simile a quello della vicina Svezia. Il paese di Borg, Edberg, Wilander e tanti altri piange miseria da anni, in attesa di ritrovare anche solo top-50 che al momento pare un miraggio, mentre in Finlandia si consolano almeno col doppio, grazie a Henri Kontinen. Da singolarista non ha mantenuto le promesse fatte da juniores, con una finale a Wimbledon persa da Dimitrov e il n.4 ITF, ma in coppia con John Peers ha trovato felicità, fama, un Australian Open e il numero uno della classifica di specialità, conquistato lo scorso aprile. Ma se si guarda al singolare è un disastro: il miglior finlandese del ranking ATP è il ventenne Patrik Niklas-Salminen, numero 948. Facile immaginare l’attenzione nei confronti di Ruusuvuori, che nel corso dell’anno si era già fatto notare con la semifinale allo Us Open. TRAMPOLINO DI LANCIO
A certi livelli bastano poche settimane a modificare gli equilibri, e Ruusuvuori l’ha dimostrato, chiudendo la sua carriera junior nel modo più bello e inaspettato. Battendo il suo compagno di stanza Jurij Rodionov e il serbo Marko Miladinovic ha superato il round robin, poi in semifinale ha fatto fuori l’argentino Alex Geller e in finale ha freddato il Centrale della città dei Panda battendo per 3-6 6-1 7-6 il numero uno del mondo Yibing Wu, campione dell’ultimo Us Open junior. Il cinese l’aveva battuto sia in semifinale a New York sia nel secondo match del round robin, ma nel match più importante è arrivata la vendetta made in Helsinki, con un 3-6 6-1 7-6 reso ancor più amaro dalla doppia rimonta nel terzo set. Prima da 4-1 sotto, poi da 0-2 nel tie-break, fino al rovescio vincente che ha completato l’upset e consegnato il titolo al finlandese, che succede nel breve albo d’oro dell’evento ad Andrey Rublev e al coreano Seong Chan Hong. “È incredibile, non ho parole per descrivere come mi sento e ciò che è successo”, ha raccontato il finlandese al sito dell’ITF dopo il trionfo. “Nel primo set Wu giocava troppo bene, così ho dovuto cambiare tattica. Ho rallentato il gioco, modificando alcuni aspetti del mio tennis che l’hanno infastidito. Non ho idea di come sia andato il tie-break, so che ho solo cercato di concentrarmi sul mio gioco. È il mio titolo più importante, e spero che diventi un trampolino di lancio per il circuito professionistico. Mi attende una bella sfida, ci sarà da divertirsi”.
LA MANO DI FEDERICO RICCI
Se in ogni bella storia che si rispetti l’erede designato di qualcuno ha avuto almeno una volta a che fare con quel qualcuno, nel caso di Ruusuvuori il rapporto con Nieminen è quotidianità, visto che si allena a Helsinki nell’accademia che l’ex numero 13 del mondo ha fondato quando era ancora in attività, insieme a Veli Paloheimo (altro ex finlandese con trascorsi fra i top-50) e a Federico Ricci, uno dei coach italiani che hanno avuto maggiore successo all’estero. È stato proprio Nieminen a convincere Ricci a lanciarsi in questa nuova avventura, dopo 9 anni di successi alla Evert Tennis Academy negli Stati Uniti, dove l’italiano era entrato da ultimo della classe e step dopo step era diventato il direttore. Da cinque anni Ricci è direttore e head coach del nuovo percorso, e si occupa in prima persona proprio di Ruusuvuori, accompagnato anche nella cavalcata a Chengdu. Un titolo che quest’anno per il suo allievo significa qualcosa anche a livello economico: non potendo da regolamento offrire un prize money (giustamente non previsto nei tornei juniores), l’ITF ha trovato comunque un modo interessante per incentivare l’attività dei migliori giovani del mondo, mettendo in palio 160.000 dollari in buoni viaggio, spendibili per biglietti aerei, trasporti, hotel e quant’altro. Ruusuvuori se n’è aggiudicati la fetta più importante insieme all’ucraina Marta Kostyuk, vincitrice del torneo femminile, guadagnando la preziosa possibilità di poter affrontare la sua prima stagione da “pro” senza pensare al portafoglio. E pazienza se lui è ancora numero 1.197 ATP, e fra i grandi ha giocato solo una decina di tornei, mentre il suo coetaneo Denis Shapovalov è già fra i primi 50. O se mentre lui vinceva a Chengdu gli altri due ’99 Corentin Moutet e Miomir Kecmanovic conquistavano il loro primo titolo Challenger. Nel tennis non conta chi arriva prima. Ma chi va più lontano.