Fissata la data dell’Assemblea Elettiva della Federazione Italiana Tennis. Non ci dovrebbero essere sorprese, con la quinta rielezione di Angelo Binaghi. Scelta la stessa sede di quattro anni fa, l’Hilton Rome Airport di Fiumicino. Cambierà lo Statuto: vincolo di tesseramento per tutti i frequentatori dei club affiliati.La data evoca un brutto momento della storia contemporanea (l’attentato alle Torri Gemelle), ma per il tennis italiano è soprattutto il compleanno di Nicola Pietrangeli, che nell’occasione festeggerà 83 anni. L’11 settembre 2016 sarà il giorno della quinta rielezione di Angelo Binaghi come presidente della Federazione Italiana Tennis. Sarà l’ultima elezione a svolgersi con le vecchie norme, dopodiché dovrebbe entrare in vigore la nuova proposta (passata in Senato, adesso è attesa alla Camera) che porterà alcuni limiti ma è stata ammorbidita dagli emendamenti di Josefa Idem. Ma di questo ci sarà tempo e modo di parlare. Sarà l’Assemblea Nazionale FIT numero 58: oltre al Presidente, ci sarà l’elezione dei vari consiglieri (8 in rappresentanza degli affiliati, 3 degli atleti e 1 dei tecnici), nonché del Presidente del Collegio dei Revisori dei conti. Non sono previste sorprese: tutto lascia pensare che ci sarà l’elezione di tutti i canditati, proprio come avvenne quattro anni fa. Anche stavolta l’Assemblea si terrà presso l’Hotel Hilton Rome Airport, situato nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino. Dopo la verifica dei poteri di sabato e della prima mattinata di domenica, i lavori cominceranno alle 9.30 (prima convocazione) e alle 10.30 (seconda).

TESSERA PER CHIUNQUE FREQUENTA I CLUB AFFILIATI
Ci sarà una parte straordinaria, dedicata alle proposte di modifica dello Statuto FIT. Le modifiche non sono così sostanziali, a parte una: l’articolo 9, comma 1, lettera A, obbligherà chiunque metta piede in un circolo affiliato ad avere la tessera FIT. La vecchia versione imponeva il tesseramento a “atleti, dirigenti e gli altri soci degli affiliati”. Nel prossimo quadriennio, saranno soggetti al tesseramento “atleti, allievi della scuola tennis e dei corsi collettivi, i soci degli affiliati e tutti colori che praticano a qualsiasi titolo lo sport del tennis, del beach tennis, del paddle o del tennis in carrozzina nei circoli affiliati”, nonché “i dirigenti e gli altri soci degli affiliati che non praticano lo sport del tennis, del beach tennis, del paddle o del tennis in carrozzina”. La mossa sembra abbastanza chiara: in assenza di un aumento di frequentazione dei club o dei praticanti, il numero delle tessere dovrebbe avere comunque un incremento (fermo restando che i tesserati agonisti, specchio più fedele del movimento, sono comunque in crescita e sono ormai prossimi ai 100.000). Sarà questo, senza dubbio, il cambiamento che farà più discutere. C’è poi un cambiamento formale nell’articolo 1, comma 3, in cui la FIT non viene più riconosciuto come UNICO ente per disciplinare, regolare e gestire il tennis, ma come ente preposto a farlo dagli organismi internazionali. La presenza di SuperTennis TV viene poi legittimata dall’articolo 2, comma 3, in cui viene aggiunta la presenza di canali televisivi e media digitali come strumenti che la Federazione può utilizzare per ottenere i suoi scopi istituzionali.

2753 AVENTI DIRITTO, QUATTRO DELEGHE PER OGNUNO
I club con diritto di voto saranno 2753, così suddivisi:
132 di fascia A (con tre voti a disposizione)
221 di fascia B (con due voti a disposizione)
2200 di fascia C (con un voto a disposizione)
Come stabilito dall’Assemblea di quattro anni fa, ogni delegato potrà portare con sé ben quattro deleghe di altri affiliati. In questo modo, sarà certamente scongiurato il rischio di invalidità dell’Assemblea. Affinché sia valida, deve partecipare (deleghe comprese) un quarto degli aventi diritto di voto, in rappresentanza del 30% del totale dei voti attribuiti. Il sistema delle deleghe è corretto nel principio, perché consente la partecipazione alla vita democratica a chi non può permettersi o è impedito a recarsi in Assemblea. Tuttavia, l’utilizzo che ne viene fatto da oltre 30 anni è – a nostro parere – sbagliato. I presidenti dei comitati regionali cercano di recuperare il maggior numero possibile di deleghe (in bianco), garantendo un’importante riserva di voti al presidente uscente. Tale sistema, specie negli anni di Paolo Galgani, è stato spesso fatale per i candidati all’opposizione. In questo caso, la vicenda delle deleghe sarà meno influente: per la terza volta cosecutiva, infatti, Angelo Binaghi sarà l’unico candidato.