Elena Rybakina, finalista di Wimbledon, è nata e cresciuta a Mosca: in conferenza stampa, però, ha voluto precisare di rappresentare il Kazakistan con orgoglio e con passione
Elena Rybakina è una ragazza timida, ma allo stesso tempo disinvolta nel raccontare la sua storia, le sue emozioni, i sacrifici per arrivare a una finale Slam. Elena è nata a Mosca ma gioca da anni per il Kazakistan, e la curiosità di chiederle quanto ancora si senta russa, poiché i suoi genitori vivono ancora a Mosca, o se ha avuto modo di sentire quei giocatori russi che non hanno potuto giocare a Wimbledon è stata inevitabile. “Gioco già da tempo per il Kazakistan. Sono davvero felice di rappresentare questo paese. Hanno creduto in me. Non c’è altro da dire su come mi sento. È già da molto tempo che è iniziato il mio viaggio come giocatrice kazaka. Ho giocato alle Olimpiadi, alla Fed Cup. Il presidente della nostra federazione è venuto a sostenermi. È davvero una gran cosa, è un supporto incredibile che apprezzo molto. Provo affetto per i giocatori che non sono potuti venire qui, ma io mi sto divertendo a giocare qui sul palco più grande, godendomi il mio tempo e cercando di fare del mio meglio”.
Rybakina è una delle finaliste meno note che WImbeldon abbia mai avuto, di lei si sa ancora molto poco. Prima di avvicinarsi al tennis era una ginnasta e una pattinatrice. Praticava questi sport grazie alla sorella che maggiore che aveva iniziato prima di lei. Poi, nel momento in cui sua sorella ha smesso, anche Elena ha lasciato. Quello è stato il momento della scelta del tennis, sport che ha cominciato a praticare sempre con sua sorella, che a differenza di Elena ha lasciato subito, mentre lei aveva capito che era il suo sport. Della sua vita al di fuori del campo da tennis ha poco da raccontarci, è giovane e la sua sarebbe la classica vita di una ventitreenne: le piace stare con i suoi amici, con la famiglia, ma tutto questo le manca molto perché gira il modo per giocare a tennis.
È sembrata molto sorpresa di essere arrivata sino alla seconda fase di Wimbeldon: “Non mi aspettavo di essere qui nella seconda settimana, soprattutto in finale. Credo di avere una possibilità per andare lontano nei Grand Slam. Credo che forse un giorno potrò vincerne uno. È stata dura perché ho avuto degli infortuni, non avevo una buona preparazione e non era un momento in cui stavo migliorando i miei risultati. Quindi ovviamente sono arrivata un po’ più rilassata poiché sapevo di non avere avuto una buona preparazione. Forse questo mi ha aiutato a superare tutte queste partite. Posso dire che questa è davvero la prima volta in cui mi sono divertita ogni giorno giocando e partecipando a un torneo“.
Nel 2020, prima della pandemia, Rybakina stava giocando molto bene, aveva raggiunto quattro finali, per lei era tutto nuovo, era felice dei risultati che stava ottenendo. Durante la pandemia non si è mai allenata, è stata molto dura per Elena ritornare ai livelli del 2020. La Rybakina non ha molti ricordi qui a Wimbledon, non ha avuto molte occasioni di giocare questo torneo. “Non sono state molte le stagioni in cui ho avuto la possibilità di competere a Wimbledon. Solo ora probabilmente capisco che sono molto vicina a diventare una campionessa. Se succede è fantastico, altrimenti è comunque un ottimo risultato per me. Da bambina, quando guardavo Wimbledon era in TV, c’era sempre il bianco tradizionale. Lo ricordo bene. Fragole, champagne. È qualcosa di molto bello da vedere. Quando ero una ragazzina, non avrei mai pensato che sarei stata lì. La mia decisione di continuare a giocare da professionista l’ho presa all’età di 17, 18 anni”.
Elena conosce bene la sua futura avversaria. Hanno due precedenti, di cui Rybakina ne ha vinto uno. “Contro Ons sono sempre state partite complicate. Lei sta giocando davvero bene, ha giocato bene l’anno scorso, quest’anno ha ottenuto ottimi risultati. Di sicuro sarà una partita molto dura, ma cercherò di fare del mio meglio, concentrandomi sul mio gioco e vedremo cosa accadrà. Sarò nervosa. Tutti sarebbero nervosi anche solo al pensiero di giocare sul Center Court, soprattutto in una finale. Ma è una sfida per me essere stabile, essere forte mentalmente e cercare di fare del mio meglio. So come gioca Ons, lei sa come gioco. Ci conosciamo bene. Vediamo come andrà. Sabato, oltre a giocare una finale a Wimbledon, sono contenta perché sto facendo questo viaggio con Ons, una persona che con me è sempre stata molto gentile. Quello che ha già ottenuto, sta accadendo davanti ai miei occhi. Stiamo procedendo insieme in questo viaggio. Penso che sia semplicemente fantastico!».