Nadal conferma lo strapotere psicologico su Ferrer e lo supera in tre set, nonostante le migliorie tattiche del valenciano. Contento della mia aggressività nel terzo".
Rafael Nadal è giunto in finale in tutti i tornei giocati nel 2013
Da Roma, Riccardo Bisti – 18 maggio 2013
In Argentina c’è un modo di dire per definire la superiorità di una squadra nei confronti di un’altra. Si chiama “paternidad”. Calza a pennello nella gerarchia tra Rafael Nadal e David Ferrer. La classifica ATP premia ancora il valenciano (numero 4 contro numero 5), ma rischia di cambiare. Clamorosamente. Dovesse vincere il torneo, infatti, Nadal si riprenderebbe la quarta piazza e sarebbe certo di essere tra i Fab Four a Parigi (con la prospettiva di essere testa di serie numero 3 se dovesse mancare Andy Murray). Con la montagna di punti da difendere, sembrava impossibile che Rafa potesse addirittura migliorare la classifica. Invece gli mancano due partite per centrare un’impresa clamorosa. Da lunedì, intanto, sarà numero 1 della Race, la classifica che tiene conto dei soli risultati del 2013. Considerato che ha saltato l’Australian Open, è quasi pazzesco. Nei quarti di Roma è rimasto in campo per quasi tre ore contro il generoso Ferrer, ma non si è mai avuta la sensazione che potesse perdere. Rafa domina sul piano psicologico: si è visto nel primo set, quando “Ferru” ha sciupato un mucchio di occasioni. E’ arrivato spesso a palla break, ma non ne ha trasformata neanche una. Al contrario, Nadal è stato chirurgico nel quinto game fino a chiudere 6-4. Sembrava l’ennesima sfida tra i due, con poche chance per il più debole. Invece Ferrer ha messo in pratica il piano studiato a tavolino, figlio di miglioramenti tecnici notevoli per essere compiuti a 31 anni: il valenciano è cresciuto nel rovescio d’anticipo. Quando deve fronteggiare il classico dritto incrociato di Nadal, non arretra più ma colpisce la palla in fase ascendente, evitando di perdere campo e trovando aggressività. Inoltre ha migliorato il gioco sotto rete. Non sarà mai bravo, gli mancano tecnica e senso della posizione, ma non commette più errori su palle facili e l’esecuzione è un filo più pulita.
Nel secondo set, dopo essersi salvato da 15-40 nel primo game, ha messo il turbo e giocato quattro giochi straordinari, forse i migliori della stagione. Nadal non ha peggiorato il rendimento, semplicemente Ferrer era troppo bravo. Ma era troppo bello per essere vero. Nadal lo ha lentamente risucchiato, riprendendo i due break di svantaggio, aiutato dalla scarsa vena di “Ferru” nei punti importanti. Sul 5-3 ha avuto un setpoint, ma lo ha sciupato con un doppio fallo. Quando Nadal ha firmato il 4-5, tutto lasciava presagire a una chiusura in due set. Invece….Invece Ferrer radunava le ultime energie e acciuffava il 6-4, sigillandolo con un punto bellissimo, dove ha resistito a due smash e ha chiuso con un passante in avanzamento. Altri si sarebbero rotolati per terra, lui ha alzato un timido pugnetto. Testa bassa e pedalare. Anche per questo perde così spesso contro Nadal. E’ il primo a non crederci. Il momento chiave arrivava in avvio di terzo set, quando Ferrer si procurava due palle break in avvio che avrebbero potuto rovesciare un po’ di pepe su un centrale stracolmo. Rafa si salvava e sull’1-1, al termine di un game combattuto, riusciva a trovare il break decisivo. In pochi minuti saliva 5-1 e poteva tirare un sospiro di sollievo. Finchè Ferrer non si convincerà di avere le armi per battere Rafa, difficilmente ci riuscirà. Sul piano tecnico ha trovato un paio di soluzioni, ma se il corpo non è supportato dal cervello…non c’è niente da fare. E Nadal vola via. In semifinale, lo spagnolo se la vedrà con Tomas Berdych.
L'OPINIONE DI RAFA – Ci è voluto un premio consegnatogli da GQ come "giocatore più elegante del torneo" per strappare un sorriso a Rafael Nadal, forse il primo della settimana. Lo spagnolo era reduce da una battaglia, ma l'espressione era sempre un po' accigliata. "Sono contento di quasi tutto. Ho giocato un gran match contro un avversario difficile, un esempio come comportamento, anche per i bambini. Questi match sono speciali". I complimenti a Ferrer, forse, erano una frecciata indiretta a Ernests Gulbis, le cui proteste del giorno prima non gli erano piaciute. "Non è stato facile perdere il secondo set quando l'avevo quasi ripreso, ma non c'è stato problema: quando mi sono riseduto pensavo solo al terzo set e a giocare bene. E' stato molto importante conquistare il break dopo un game duro e combattuto. Nel terzo set il mio livello è migliorato, soprattutto col dritto". Dopo una chiosa sulla finale di Coppa del Re tra Real e Atletico: "La vado a vedere se mi lasciate andare", si è espresso positivamente su Benoit Paire. "Sta migliorando molto. In queste settimane l'ho visto spesso: ha uno dei migliori rovesci del circuito, il servizio è ottimo, e il dritto migliora giorno dopo giorno. Può raggiungere un'ottima posizione in classifica".
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