Termina oggi la carriera di Diego Schwartzman “El Peque”, il tennista argentino che ha dato filo da torcere ai più grandi giocatori dell’era moderna
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Diego Schwartzman si è preparato a dire addio al tennis di fronte al pubblico di casa. Quella giocata oggi all’ATP di Buenos Aires è stata la sua ultima partita, “Dentro di me un animale competitivo mi impedisce di divertirmi, giocare e viaggiare come prima. Voglio che i miei ultimi tornei siano una mia decisione e nel 2025, in Argentina, potrò vivere il mio momento finale, la chiusura più bella che possa immaginare” così aveva commentato Schwartzman a luglio dell’anno scorso quando a sorpresa aveva annunciato il ritiro, e così ha fatto. Nessun tentennamento, solo gratitudine per questo sport che gli ha dato tanto a dispetto di quello che ci si poteva aspettare visto il suo fisico lontano dai giganti che oggi impugnano la racchetta.
Il tema del corpo è sempre stato ricorrente durante la sua carriera. In una lunga lettera con la quale il giocatore argentino ha salutato il tennis, ha raccontato anche della sua condizione fisica: “Ho un fisico piccolo ma ha regalato momenti brutti ai più grandi giocatori della storia”. E ha raccontato di come abbia sofferto per il fatto che la gente notasse in continuazione il suo corpo: “Una cosa di cui molti parlavano era la mia altezza di 170 cm. Non mi è piaciuto durante la mia carriera, perché molte volte, quando giocavo buoni tornei, tutti mi chiedevano come avevo fatto e come avrei vinto la partita successiva”. Tutto è sempre girato intorno al suo peso e alla sua altezza, troppo pochi per essere un giocatore di alto livello e che gli è valso il soprannome di “El Peque” (il piccolo, in spagnolo), e troppe poche persone hanno, invece, prestato attenzione al suo gioco che tanto ha regalato a questo sport. La sua è stata una carriera brillante, è uno dei più grandi tennisti argentini di sempre: ha vinto 4 titoli ATP su quattordici finali disputate, vanta due quarti di finale allo Us Open, una semifinale al Roland Garros, ha raggiunto l’ottava posizione nel ranking mondiale (diventando uno dei soli 12 giocatori del suo Paese ad entrare in top 10) e nello stesso anno, il 2020, ha partecipato alle ATP Finals. Risultati incredibili che confermano il valore di questo giocatore.
Nella sua lettera di addio, Schwartzman ha ricordato i sacrifici che lui e i suoi genitori hanno dovuto fare. Non è stato facile per loro dal punto di vista economico, tanto che a ogni torneo lui e la madre condividevano un letto e pur di permettersi di viaggiare vendevano braccialetti di gomma rimasti dalla vecchia attività di famiglia. La famiglia, infatti, aveva un business avviato nel settore dei gioielli, ma quando l’Argentina è andata in bancarotta la crisi finanziaria li ha travolti. Era – ed è – difficile giocare a tennis senza soldi ma in qualche modo c’è l’ha fatta.
Diego Schwartzman ha giocato e anche bene, fino a quando all’ATP di Amburgo 2022 ha capito che la sua carriera stava giungendo alla fine. In quel torneo aveva perso al primo turno ma al di là della sconfitta qualcos’altro era andato storto: non sentiva buone emozioni e si sentiva diverso. Alla fine di quell’anno pensava di stare meglio e di aver avuto una buona preparazione, invece, El Peque si ritrova punto a capo, con le brutte sensazioni di Amburgo di nuovo in circolo. Il suo corpo non stava rispondendo, “Ho cambiato il mio allenatore e i miei coach, pensando che forse era il momento di cambiare qualcosa, ascoltare voci diverse e nuovi modi di lavorare. Non è stata la decisione giusta. Ero io. Non era nessun altro”. Il momento negativo è proseguito anche nei primi mesi del 2023, dove ha vinto solamente cinque di ventuno incontri disputati e dopo il Roland Garros è uscito dalla top 100 in cui si trovava ininterrottamente dal 2014. Anche il 2024 non è stato dei migliori e l’ha relegato a giocare le partite di qualificazioni dei tornei ATP.
Per questo motivo Diego Schwartzman si è fermato, lui che porta il nome di uno dei più grandi calciatori della storia. Diego ha detto basta ma è felice di essere ricordato come un grande lottatore e come un ottimo tennista. L’argentino ha giocato grandi partite sia contro Nole che contro Rafa, perdendo con loro sette volte nella seconda settimana degli slam: “Ma sono orgoglioso di non aver mai ceduto a queste leggende senza combattere ed è bello che i tifosi se ne ricordino ancora”. Perché Schwartzman è stato sì un grande lottatore ma è stato anche bravo in questo sport e nulla gli è stato regalato, se l’è guadagnato.