Empatia, intuito, umiltà sono le doti ‘magiche’ del maestro che ha a cuore la crescita dell’individuo oltre che quella dell’atleta
In quanto sport singolo, il tennis mette a nudo aspetti caratteriali che non consentono finzioni. È alla luce di questo dato che l’ empatia si inserisce quale processo di osmosi tra atleta e insegnante, un fluido etereo nel quale scorre la qualità più che la quantità delle emozioni.
In età evolutiva, la corrente empatica fluisce in modo diverso secondo i momenti di crescita. Così, se nella prima e seconda infanzia il maestro è percepito come una figura di riferimento meritevole di assoluta fiducia, nel tratto adolescenziale, lo stesso rapporto diviene un miscuglio di emozioni, spesso contraddittorie, in cui gli allievi provano a sfatare dubbi ricorrenti circa il valore della stessa figura non esitando a cercare conferme esterne circa il suo operato.
Con l’arrivo della giovinezza sarà la consapevolezza a stabilire la bontà dell’empatia . Una fase in cui l’allenatore potrebbe aver bisogno di riscontri illuminanti circa la personalità del proprio allievo e per questo sentirsi chiamato a sconfinare nella sua sfera personale per trarre informazioni utili al miglioramento del rapporto.
Può anche accadere che per vanagloria qualche coach voglia proporsi empatico a tutti i costi andando con le parole oltre le sue effettive capacità professionali. Un modo di procedere che, peccando di umiltà, interrompe il fluido magico e spinge il rapporto al possibile collasso. In verità, nel tennis come in altri sport, all’insegnante non si richiede necessariamente altruismo o indulgenza ma soprattutto neutralità e intuito, doti preziose per captare l’interiorità dell’allievo e creare con lui un rapporto simbiotico di assoluta fiducia.
E se è vero che in campo agonistico, il giocatore nutre buone sensazioni se dal coach arrivano segnali utili alla prestazione, è anche vero che l’empatia farà miracoli se oltre ai risultati produrrà benefici alla sua crescita di individuo prima ancora che di professionista.
Nata nel 2000 per supportare le aziende nei percorsi di crescita professionale e valorizzazione delle risorse, nel corso degli anni De.Mo Consulting è diventata leader nel settore della formazione finanziata, con più di 1.000 progetti finanziati all’attivo e circa 400 aziende clienti su tutto il territorio nazionale. Oggi, in virtù di una stretta sinergia con tali aziende e avvalendosi di un qualificato team di esperti in progettazione e formatori d’eccellenza, si pone l’ulteriore ambizioso obiettivo di ridurre il mismatch tra domanda e offerta dei nuovi profili professionali legati alla trasformazione digitale, con la proposta di academy volte a formare, certificare e inserire nel contesto lavorativo le professionalità più richieste.