di Enzo Anderloni
Nell’editoriale de Il Tennis Italiano di marzo, da qualche giorno in edicola, avevo auspicato che alla richiesta di Andreas Seppi di non essere convocato in Coppa Davis per tutto il 2010 e alla successiva convocazione del n.1 d’Italia per il match contro la Bielorussia (che comincia venerdì) da parte del Capitano Barazzutti non seguisse la controproducente pantomima già vista con il “Caso-Bolelli”. Una storia di polemiche, squalifiche e ripensamenti che non ha giovato né al clima della nostra Nazionale, né alle prestazioni agonistiche del nostro giocatore nel circuito.
Avevo dovuto scrivere il pezzo martedì 23 febbraio, appena avuta la notizia della convocazione di Seppi insieme a Bolelli, Fognini e Starace. Poche ore dopo, la rivista è andata in stampa.
A una settimana distanza mi fa piacere poter dire che quel desiderio è stato esaudito. La pantomima non si ripeterà. Il merito va proprio ai due maggiori protagonisti della vicenda, Andreas Seppi e Corrado Barazzutti.
Andreas, che speriamo di rivedere un giorno in azzurro, fortissimo e motivatissimo, ha valutato che il rifiuto di una convocazione (e le relative, immaginabili sanzioni) poteva di rimbalzo creare disagi e difficoltà al circolo in cui è cresciuto e dove si allena con Massimo Sartori, quello di Caldaro. Contro quelle che riteneva le scelte migliori per sé e per la sua stagione sul circuito ‘pro’, ha deciso di dire sì e si è presentato regolarmente a Castellaneta Marina dove si giocherà Italia–Bielorussia (ma perché si finisce per dover andare sempre lì?).
Seppi ha subito incontrato Corrado Barazzutti. I due si sono parlati e si sono evidentemente capiti se il Capitano ha ritenuto di esonerare il n. 46 del mondo dall’impegno, dichiarandolo “non idoneo”. “Nell’ultimo periodo sentivo troppa responsabilità e facevo molta fatica a esprimermi al meglio” era stata la motivazione con cui Seppi aveva chiesto di non essere convocato. La “non idoneità” dichiarata da Barazzutti ha il sapore di una presa d’atto dello stato d’animo del giocatore in questo momento particolare della sua carriera.
E’ una decisione che evita l’innescarsi di inutili tensioni. Può essere il punto di partenza di una nuova stagione, più positiva sia per Andrea che per la squadra italiana? C’è da augurarselo di cuore. Intanto vediamo di archiviare la questione Bielorussia. Dal 5 al 7 maggio ci toccherebbe l’Olanda (sull’erba?), che non si può dire proibitiva. Provare anche quest’anno a tornare in Serie A è doveroso. Ma se non si riesce a costruire il clima giusto nella squadra la “mission” rimarrà ancora “impossible”. Come è stato dal 2001.
dal blog A fil di rete, di Enzo Anderloni
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