da Bradenton (Florida), Pierpaolo Renella
La 23edizione dell’Eddie Herr International si congeda con una tregua del maltempo, che consente il regolare svolgimento delle finali all’aperto. La tensione dei ragazzi si scioglie subito e lascia il posto a giocate spettacolari, ingenuità tattiche e cadute di concentrazione, che sono tipiche dei junior in questa fase di sviluppo e consolidamento del livello raggiunto. E alla fine tutti i favoriti della vigilia – tranne Marton Fucsovics – mantengono fede al nostro pronostico, concludendo la settimana nel migliore dei modi.
Il match forse più interessante e più divertente in assoluto è la finale under 14 maschile, tra l’inglese Luke Bambridge e lo statunitense Thai Kwiatkowski, da Charlotte, North Carolina. Vince Bambridge 2-6 6-3 6-4. Un successo meritato, considerando il tennis espresso nel torneo e la capacità di venir fuori da una situazione di difficoltà nella finale. Il semifinalista di Tarbes 2009 è stato in grado di mixare potenza e tocco, ha mostrato una gran solidità mentale e non ha mai smesso di fare gioco, anche quando le sue accelerazioni non stavano in campo.
Nella gara conclusiva del torneo under 16 maschile non c’e’ mai stata partita: Hunter “Big Hunt” Harrington è stato semplicemente superiore al suo avversario (e artner di allenamento nel Centro Tecnico federale di Boca Raton) Alexios Halebian, al quale non ha concesso ritmo. Difficile tenere il conto dei vincenti di Big Hunt, da cineteca un paio di risposte vincenti alla prima di Halebian. Se fossimo nei panni del capo capo coach di un college americano, faremmo carte false per avere Harrington nel team. C’e’ ancora tempo perché il ragazzo è del ’93, ma sappiamo che sono interessati i seguenti college: Alabama, Clemson, Duke, Florida, Georgia, Texas e Virginia.
L’autentica sorpresa della giornata è offerta dalla finale under 18 maschile. Marton Fucsovics ci arriva stanco, scarico mentalmente e con la mano destra tempestata dalle vesciche e – nonostante tutto – riesce ad aggiudicarsi il primo set, giocando bene i punti importanti. Ma alla distanza viene fuori l’americano Dennis Kudla che in realtà avrebbe potuto vincere in due set e non si lascia tradire dall’emozione nelle fasi cruciali del match. Kudla vince il torneo ma il futuro professionistico potrebbe essere dalla parte di Fucsovics, convinti che soprattutto sul piano atletico il ragazzo ungherese possa fare passi da gigante.
Gli Stati Uniti brindano al successo anche nell’under 14 e nell’under 16 femminile, tornei vinti rispettivamente da Spencer Liang (Centro Tecnico Federale di Boca Raton) e Sachia Vickery (Mouratoglou Tennis Academy), due ragazze dalle caratteristiche molto simili: solide incontriste, più rapida la Liang, più forte mentalmente la Vickery.
Concludiamo la nostra rapida rassegna con la finale under 18 femminile, vinta secondo pronostico da Dasha Gavrilova – nella foto – (Mouratoglou Tennis Academy), migliorata in tutti i colpi, soprattutto al servizio, ne abbiamo già parlato. In finale contro una straordinaria Zhao Di, la differenza la fatta la fase difensiva, in cui la russa è stata (di poco) superiore. Lo scoreboard dice 6-3 al terzo Gavrilova: quello che lo scoreboard non può dire – lo aggiungiamo noi – è che le due avranno un futuro professionistico ricco di soddisfazioni, a condizione che mantengano sempre la stessa umiltà e la stessa voglia di crescere e di farsi aiutare.
Nel salutare quanti ci hanno seguito in settimana, ricordiamo che sul prossimo numero di Tennis Italiano – in edicola prima di Natale – troverete un approfondimento dedicato a questo straordinario torneo.
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Su Mariya Shishkina – vincitrice del torneo under 12 – si potrebbe scrivere un libro, ma il suo percorso di crescita atletica, tecnica, il suo saper stare nel match con una buona dose di cattiveria, sono l’esempio concreto che “il laboratorio” Bollettieri funziona alla grande. Quante Shishkina ci sono al mondo?
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