Vincitore del Masters nel 1989, Stefan Edberg è convinto che il serbo possa ancora dare battaglia per il numero 1 ATP. “Anche lui ha avuto una grande stagione”. Da parte sua, ricorda con nostalgia gli anni del Madison Square Garden e della Festhalle, “però adesso le Finals sono uno dei tornei più belli da seguire dal vivo”.Non solo tennis giocato. Le prossime ATP World Tour Finals offriranno alcuni momenti ad alto tasso emotivo, come gli omaggi ad alcuni giocatori degli anni 80 e 90. Non a caso i due gironi sono stati intitolati a John McEnroe e Ivan Lendl, protagonisti di tre finali consecutive (dal 1983 al 1985, quando si giocava al Madison Square Garden di New York). Ma John e Ivan non saranno gli unici ad essere premiati. Ci sarà anche Stefan Edberg, capace di qualificarsi per dieci edizioni consecutive tra il 1985 e il 1994, anche se ne ha giocate nove (saltò l’edizione del 1991). Nel 1989 vinse l’ultima edizione a New York, mentre l’anno successivo perse in finale da Andre Agassi nel primo torneo a Francoforte. Lo svedese nutre un pizzico di nostalgia per quegli anni, ma è convinto che la 02 Arena sia lo scenario ideale, peraltro dopo averlo vissuto nelle ultime due edizioni, come coach di Roger Federer. “Le Finals sono diventare uno dei tornei migliori da visitare – ha detto – non ci sono problemi con la pioggia, ogni giorno hai la certezza di vedere due grandi partite e tutto funziona alla perfezione”. Secondo Edberg, il tennis attuale offre tanti eventi imperdibili, molti di più rispetto al passato. “Ai miei tempi l’interesse era tutto sugli Slam, ma credo che oggi le Finals e i Masters 1000 abbiano molta importanza. E’ giusto, deve essere così”.

La prima qualificazione di Edberg risale al 1985, quando era ancora un teenager, e dovette lottare fino all’ultima settimana per farcela. Poi è diventato un partecipante fisso per un paio di lustri. Il mio successo del 1989 fu speciale, soprattutto perché quell’anno avevo perso ben 6 finali, quindi fu un’autentica rivincita. Al contrario, ci rimasi male per la sconfitta del 1990 contro Agassi, anche perché lo avevo battuto nel girone al termine di una grande partita”. Ma la storia del Masters, si sa, è piena di finali che hanno ribaltato l’esito del Round Robin. L’ultimo caso è molto vicino a Edberg: dodici mesi fa, il “suo” Federer battè Djokovic nel round robin salvo perdere in finale. “Quest’anno ci sarà un cambio di scenario – dice lo svedese – negli ultimi due anni i protagonisti sono stati Novak e Roger, mentre adesso tutto gira intorno a Murray e Djokovic. Onestamente non mi aspettavo che il numero 1 ATP si decidesse all’ultimo torneo. Murray mi ha sorpreso, ma Djokovic non sparirà dai radar, non ci sono dubbi. Ha comandato il ranking a lungo e anche lui ha avuto una buona stagione, ma è normale che ci siano nuovi giocatori in grado di sfidarlo”. In caso di vittoria da imbattuto, Djokovic sarebbe certo di effettuare il contro-sorpasso e chiudere l’anno al numero 1 ATP.

Masters 1989: la vittoria di Stefan Edberg