Arriva dagli Stati Uniti l'idea che potrebbe regalare l'emozione di avere i raccattapalle anche ai tennisti della domenica: Tennibot sembra un carrellino, in realtà può raccogliere fino a 40 palline al minuto grazie a telecamere e sensori. Si può aderire al progetto tramite Kickstarter: se tutto andrà bene, entrerà in commercio nel 2019.

Il Los Angeles Times lo ha definito “il sogno di ogni tennista”. Amatore, aggiungiamo noi. Chiunque gioca a tennis a livello non professionistico avrà sognato di avere un team di raccattapalle pronto a raccogliere le sfere svolazzanti in giro per il campo. Da adesso, tutto questo sarà possibile grazie a “Tennibot”, sistema robotizzato pronto a raccogliere fino a 90 palline mentre il giocatore continua a palleggiare, o magari a giocare una partita. In queste ore, il progetto è sbarcato su Kickstarter, la famosa piattaforma nata nel 2009, in cui ognuno può investire una cifra per supportare un progetto. Per TenniBot si parte da un investimento minimo di 5 dollari fino a 3.350, che garantirà l'invio di cinque robot. Ma come funziona? Di cosa si tratta? A prima vista sembra un carrellino, ma in realtà è un prodotto altamente tecnologico, dotato di sensori e telecamera per individuare le palline, recuperarle e metterle nel carrello. Grazie all'applicazione dedicata, tramite il telefonino i giocatori possono scegliere la zone del campo dove Tennibot andrà a raccogliere le palle, così come quella dove vogliono che le stesse palline vengano portate. Il robot è in grado di recuperare fino a 40 palline al minuto e la capienza massima è di 90 palline. Le batterie consentono all'apparecchio di funzionare fino a 4 ore. Tennibot è resistente alle pallate e alla pioviggina, ma non all'acqua: normale, perché non è pensato per essere un arredo permanente del campo di gioco, ma sarà uno strumento portatile. La produzione vera e propria dovrebbe partire nel 2019 e il costo sarà intorno ai 1.000 dollari a pezzo. Per questo, i sostenitori del progetto via Kickstarter avranno un certo vantaggio, acquistando il prodotto ad “appena” 650 dollari.

IN VENDITA DA GENNAIO?
Naturalmente, come ogni iniziativa di questo genere, esiste il rischio che il progetto possa non andare a compimento e dunque i soldi investiti essere perduti. Il team Tennibot è composto da sei persone, guidate dal fondatore e amministratore delegato Haitham Eletrabi. Fu lui ad avere l'intuizione: nel 2015 si stava allenando con una macchina lanciapalle e si rese conto che trascorreva più tempo a raccogliere le palline che a colpire. Secondo i suoi racconti, ha trascorso diverse notti insonni fino a produrre Tennibot. Il progetto è durato un paio d'anni e tre prototipi, fino al prodotto definitivo e allo “sbarco” su Kickstarter. Se le cose andranno bene, il prodotto potrà essere spedito in tutto il mondo a partire da gennaio. Potrebbe essere un flop, oppure una rivoluzione. Se i progressi di occhio di falco, sul lungo termine, potrebbero portare alla scomparsa dei giudici di linea (almeno nei tornei importanti), è difficile che il nostro mondo possa fare a meno della figura dei ball boys. A parte l'aspetto “romantico” del ruolo (diversi campioni si sono avvicinati al tennis proprio iniziando come raccattapalle), ormai il ruolo si è evoluto e difficilmente nascerà mai un robot in grado di sostituirli: oggi non si limitano a raccogliere le palline, ma devono assecondare tutte le esigenze dei giocatori, dagli asciugamani tra un punto e l'altro, passando per tutte le richieste ai cambi di campo (recuperare le bottiglie d'acqua, gettare il cellophane delle racchette, tenere l'ombrello quando c'è il sole…). Il progetto Tennibot, dunque, sembra confinato all'immenso mondo del tennis amatoriale. Se il progetto funzionerà, molti tennisti della domenica potranno provare l'ebbrezza di sentirsi un professionista. E pazienza se a recuperare le palle sarà un robot.