Angelo Binaghi è stato eletto per la prima volta il 18 dicembre 2000
Di Riccardo Bisti – 22 agosto 2012
Il 9 settembre 2012 non sarà un giorno qualsiasi. In serata (tempo permettendo, viste le ultime edizioni) si giocherà la finale dell’Open degli Stati Uniti. Qualche ora prima si terrà l’Assemblea Nazionale FIT per il rinnovo delle cariche. In altre parole, ci saranno le elezioni. Le candidature si possono presentare fino a 10 giorni prima, ma sembra evidente che l’unico candidato alla presidenza sarà Angelo Binaghi. Non ci sono dubbi: l’ingegnere sardo verrà eletto per il quadriennio 2013-2016, quarto mandato della sua presidenza. Ma come andranno le cose? Chi crede che ci sia un voto “tradizionale” si sbaglia. L’elezione è a voto segreto, ma ciascun delegato potrà portare fino a tre deleghe di affiliati della stessa fascia. Il sistema delle deleghe – vergognoso perché antidemocratico – è stato istituito moltissimi anni fa durante la presidenza Galgani ed è rimasto in vigore con Binaghi. Di più: alla stessa Assemblea del 9 settembre si voterà una proposta di modifica allo Statuto, in cui si chiederà di aumentare a 4 il numero massimo di deleghe in mano al singolo affiliato.
Ma come funzionano le elezioni? Hanno diritto di voto i circoli che hanno almeno 12 mesi di anzianità e svolgono attività sportiva, suddivisi in 3 categorie.
CLUB DI FASCIA A: 3 voti a disposizione. 144 circoli
CLUB DI FASCIA B: 2 voti a disposizione. 345 circoli
CLUB DI FASCIA C: 1 voto a disposizione. 2138 circoli
I circoli aventi diritto di voto, dunque, saranno 2627. I voti in palio, al contrario, saranno 3260.
All’ultima assemblea, in cui era l’unico candidato, Angelo Binaghi prese il 94,94% dei voti. Una maggioranza schiacciante. In un contesto senza opposione, dunque, l’obiettivo dell’ingegnere cagliaritano è migliorare la percentuale di quattro anni fa. Come sarà possibile? Con l’avvicinarsi delle elezioni, sembra che i vari presidenti dei comitati regionali prendano contatto con i circoli (in alcuni casi accade addirittura il contrario) e “raccolgano” il maggior numero possibile di voti che poi vengono redistribuiti tra i presenti in assemblea. Una volta che la delega è in mano al presidente di Comitato (specie se è un Comitato favorevole alla linea governativa), è un voto sicuro per il presidente in carica. Ogni delegato, con le sue quattro schede in mano (al massimo) vota per un solo candidato a prescindere dalle intenzioni dell’avente diritto. Non sarà questo il caso (ci sarà un solo candidato), ma in passato può essere successo che il voto di un circolo non sia andato al candidato desiderato perché – consegnando la delega – aveva messo il proprio voto in mani altrui.
Se non ci saranno dubbi sul nome del Presidente, l’unico vero motivo di interesse sarà il numero degli aventi diritto presenti. Otto anni fa, a Castellaneta Marina, c’era circa l’85% (deleghe comprese, ovviamente), mentre a Verona c’era il 66,25%. Significava che un circolo su tre non aveva voglia di esprimere il proprio consenso. Una percentuale importante che sicuramente non sarà andata giù all’establishment federale. Forse anche in virtù di questo, l’Assemblea del 2012 si terrà in quello che forse è il luogo più facilmente raggiungibile d’Italia: l’Hotel Hilton Rome Airport, a poche centinaia di metri dall’aeroporto di Fiumicino, accessibile da qualsiasi parte d’Italia. La logistica particolarmente comoda dovrebbe invogliare un buon numero di delegati a partecipare e dunque alzare la percentuale degli aventi diritto. E’ dunque probabile che nel suo discorso post-acclamazione, Angelo Binaghi sottolinei (oltre agli “straordinari successi del tennis italiano”) la totale adesione dei circoli alla sua linea programmatica. Noi crediamo che le elezioni dovrebbero svolgersi in altro modo, ma tant’è.
In una discussa assemblea di fine 2009, in cui le decisioni vennero prese per alzata di mano (cosa peraltro concessa dallo Statuto), sono state imposte delle barriere per chi volesse candidarsi a Presidente o a Consigliere Federale. Vale la pena ripeterle.
Chiunque volesse candidarsi a PRESIDENTE, deve avere la sottoscrizione di:
300 circoli (di almeno cinque regioni, con un minimo di dieci a regione)
200 atleti (di almeno cinque regioni, con un minimo di quindici a regione)
20 tecnici (di almeno cinque regioni, con un minimo di tre a regione)
Chi volesse candidarsi a CONSIGLIERE in rappresentanza degli AFFILIATI
30 circoli (di almeno cinque regioni, con un minimo di tre per regione)
Chi volesse candidarsi a CONSIGLIERE in rappresentanza degli ATLETI
50 atleti (di almeno cinque ragioni, con un minimo di cinque per regione)
Chi volesse candidarsi a CONSIGLIERE in rappresentanza dei TECNICI
20 tecnici (di almeno cinque regioni, con un minimo di tre per regione)
Si tratta di sbarramenti piuttosto alti, soprattutto per la carica di presidente (300 circoli sono l’11,41% del totale, una percentuale infinitamente superiore di quella richiesta dalle altre federazioni che adottano questo sistema). Mettetevi nei panni di chiunque volesse candidarsi: dovrebbe andare in giro per l’Italia a farsi conoscere (proprio come fece Binaghi nel 2000, accompagnato da Adriano Panatta), proporre il proprio programma e cercare di convincere almeno 300 presidenti a farsi sostenere. Il tutto mentre dall’altra parte c’è un canale televisivo, SuperTennis, che esalta (ed è perfettamente legittimato a farlo) l’operato della federtennis, senza contare la rivistina federale “SuperTennis Magazine” che viene spedita in più copie ai vari affiliati. Si tratta di un’impresa titanica, che richiede molto tempo ed è quasi impossibile. Senza considerare le recenti modifiche al Regolamento Organico, che hanno conferito al Segretario Generale (nominato dalla FIT in carica) la possibilità di eliminare le sottoscrizioni incomplete, con dati mancanti o vizi formali. Trovare le 300 sottoscrizioni, insomma, è difficilissimo. Lo è persino per il presidente in carica. Pensate: in teoria, nessun candidato potrebbe ottenere il numero minimo di sottoscrizioni e quindi l’Assemblea potrebbe non avere alcun candidato presidente.
Tuttavia è stato trovato un buon sistema per raggiungere il “quorum”. Appena è stata indetta l’Assemblea, la FIT ha inviato a tutti i circoli la lettera raccomandata con l’invito a partecipare. All’interno della busta, tuttavia, non c’era solo l’invito a partecipare, ma altre “sorprese”.
- Un modulo prestampato (con, ovviamente, tutte le voci segnalate dal Regolamento Organico) con la possibilità di sottoscrivere la candidatura a Presidente.
- Un modulo prestampato, analogo, con la possibilità di sottoscrivere una candidatura a Consigliere.
- Le proposte di modifica allo Statuto, con il dettaglio dei vari articoli (sostanzialmente, si vuole aumentare il numero delle deleghe)
- Il biglietto di ammissione all’Assemblea, nella cui parte bassa c’è la preziosa delega che si può lasciare qualora si decidesse di non andare a votare.
I moduli per sottoscrivere la candidature devono pervenire presso la Segreteria Federale, che poi provvederà a validarli o meno, entro le 18 del 30 agosto. Ci si domanda se 300 circoli abbiano voglia di sottoscrivere la candidatura e inviare una raccomandata a Roma. Più probabile – ma non abbiamo certezze e nessuna prova – che le sottoscrizioni finiscano nelle mani dei presidenti dei Comitati Regionali che poi provvederanno all’invio. Ovviamente si tratta di una pratica totalmente corretta e legittima. Vale lo stesso dicorso delle deleghe: se i regolamenti lo consentono, e il circolo decide di affidare i propri diritti a terze persone, è giusto che vada così. Sentendo le voci di alcuni affiliati sparsi per l'Italia, tuttavia, ci è parso di capire che molti decideranno di sottoscrivere la candidatura di Binaghi per non incorrere nell'equivoco di essere considerati "oppositori".
Se il discorso per il presidente è chiuso da mesi (anzi, forse non si è mai aperto), è più interessante quello relativo ai Consiglieri. Il nuovo Governo del tennis italiano, oltre che dal presidente, sarà composto da 12 consiglieri: 8 in rappresentanza degli affiliati, 3 degli atleti e 1 dei tecnici. Due in meno rispetto all’ultimo quadriennio, in ossequio alle direttive del CONI. I due “tagli” riguarderanno i rappresentanti degli affiliati. L’attuale consiglio federale è composto da 13 membri, perché circa un anno fa il ligure Federico Ceppellini si è dimesso e non è stato rimpiazzato. In questi giorni, sia pure in tono minore (vita l’assenza di liste alternative) si è scatenato un toto-consiglieri che dovrebbe risolversi così: usciranno dal Consiglio Federale il campano Mario Collarile (la sua regione è già rappresentata da Fabrizio Gasparini), il piemontese Carlo Bucciero e il laziale Emanuele Scarfiotti, vicepresidente vicario ed ex presidente del Tennis Club Parioli. Al loro posto dovrebbero subentrare Fabrizio Tropiano, attuale presidente del Comitato Regionale Lazio e uno dei più accaniti difensori di Binaghi ai tempi dell’inchiesta cagliaritana per mobbing (l’archiviazione della vicenda gli ha dato ragione) e Guido Turi, attuale presidente del Comitato Regionale Toscana. Sarebbe il ritorno della Toscana dopo l’improvvisa sparizione di Alfredo Bartolini, che nel 2008 si dimise dal ruolo di vicepresidente vicario poco dopo le elezioni. Graziano Risi continuerà a rappresentare i tecnici, mentre ci sarà un movimento tra gli atleti: il posto di Daniele Bracciali dovrebbe essere preso da Mara Santangelo, ex top 30 WTA e vincitrice della Fed Cup 2006. La Santangelo ha spesso partecipato ai programmi di SuperTennis. Ovviamente si tratta di indiscrezioni che dovranno passare al vaglio dei voti e quindi potrebbero essere disattese (magari ci saranno altri candidati a sorpresa), ma le sensazioni sono queste.
LA NUOVA FIT (2013-2016)_ IPOTESI
Presidente:
Angelo Binaghi (Sardegna)
Consiglieri:
Gianni Milan (Veneto)
Isidoro Alvisi (Puglia)
Emilio Sodano (Abruzzo)
Roland Sandrin (Alto Adige)
Sebastiano Monaco (Sicilia)
Giuseppe Adamo (Sicilia)
Guido Turi (Toscana) NUOVO
Fabrizio Tropiano (Lazio) NUOVO
Fabrizio Gasparini (Campania – ATLETI)
Mara Santangelo (Trentino – ATLETI) NUOVA
Raimondo Ricci Bitti (Emilia Romagna – ATLETI)
Graziano Risi (Trentino – TECNICI)
Il vicepresidente vicario e il vicepresidente saranno eletti dal Consiglio stesso, a voto segreto, durante il primo consiglio post-elezioni. Del gruppo dirigenziale eletto nel 2000, oltre a Binaghi, resistono i fedelissimi Milan, Monaco, Sandrin e Gasparini.
In chiusura, segnaliamo che l’Assemblea non è da ritenersi valida se alla prima convocazione non c’è almeno il 50% degli aventi diritto, e alla seconda non c’è almeno il 25% degli aventi diritto in rappresentanza di almeno il 30% del totale dei voti (articolo 19, comma 3 dello Statuto). Insomma: se è vero che è impossibile l’elezione di un candidato alternativo ad Angelo Binaghi, i circoli avrebbero la possibilità di manifestare l’eventuale dissenso invalidando l’assemblea. In fondo basterebbe non dare la delega e non presentarsi, domenica 9 settembre, presso l’Hotel Hilton Rome Airport di Fiumicino. Ma l’impressione è che pochi lo sappiano, e che ancora meno abbiano voglia di uscire dal coro delle adesioni. In fondo, anche i Consiglieri avrebbero un grande potere. Dimettendosi in maggioranza, farebbero cadere immediatamente il Presidente e lo stesso Consiglio. (articolo 29, comma 2.C dello Statuto). Ma in 102 anni di FIT non è mai successo.