Di Riccardo Bisti – 8 ottobre 2014
I punti ATP non hanno odore né sapore. Il Masters 1000 di Shanghai vale esattamente quanto gli altri, ed anzi è particolarmente prezioso nella corsa alle ATP World Tour Finals. A giudicare dai risultati, tuttavia, sembra che molti giocatori non vedano l'ora di tornare in Europa e santificare l'autunno ai tornei indoor. Siamo ormai giunti al sesto anno dell'Asian Swing, pezzo di calendario che l'ATP ha dedicato all'Asia con due ATP 500 (Tokyo e Pechino) e il maxi-torneo di Shanghai. Gli impianti sono stupendi, i soldi ci sono (Shanghai è il terzo Masters 1000 più ricco, superato solo a Indian Wells e Miami), ma il circuito non prende piede. L'albo d'oro è buono, per carità (due successi a testa per Djokovic e Murray, uno per Davydenko), ma non si ricordano partite memorabili né giocatori che danno l'anima per vincerlo. Soltanto Djokovic, che con la Cina ha un rapporto particolare (quello con Thiem è stato il 26esimo successo consecutivo ai piedi della Grande Muraglia), spinge a più non posso. La terza giornata di questo torneo è stata un'ecatombe di favoriti. Non se ne vedono tante, così fragorose, nel corso di una stagione. Risultato? La parte bassa del tabellone è diventata un'autostrada ed è un peccato che Fabio Fognini sia stato catturato dai propri fantasmi. Avrebbe potuto dire la sua.
LA FASTIDIOSA APPENDICE DI NADAL
L'eliminazione più clamorosa è quella di Rafa Nadal. Clamorosa ma non così sorprendente, perchè il principio di appendicite che lo ha colpito nei giorni scorsi gli ha impedito di allenarsi al meglio. Un'aggressiva cura di antibiotici gli ha evitato (per ora) l'operazione. Per questo, Rafa non era veloce ed esplosivo come al solito. Il primo set è stato particolarmente negativo, un passo indietro rispetto alle discrete prestazioni di Pechino. Nel secondo ha finalmente strappato il servizio a Lopez, ma è come se avesse perso il killer-istinct. In altre situazioni, Rafa non avrebbe mai perso un turno di battuta sul 5-3 e nemmeno sciupato un setpoint sul 6-5 nel tie-break. Lopez è stato bravissimo e coraggioso, prendendosi tutti i rischi necessari e servendo piuttosto bene (ha tirato 15 ace, cancellando quattro palle break su cinque). L'allievo di Josè Clavet adora il torneo di Shanghai, avendo giocato ben due semifinali, nel 2009 e nel 2011. Cinque anni fa perse proprio da Nadal, mentre nel 2011 fu stoppato da Ferrer. Adesso non avrà spagnoli nel suo percorso, e chissà che non possa andare ancora più avanti. Negli ottavi sfiderà John Isner.
BIG ELIMINATI COME BIRILLI
Va fuori anche Stan Wawrinka, che nel match inaugurale è stato battuto alla distanza da Gilles Simon. Il francese era motivato dall'imminente finale di Coppa Davis, in cui spera di essere convocato da Arnaud Clement. Fino ad oggi, i francesi hanno puntato su Tsonga e Gasquet, ma sarà difficile ignorare il nizzardo dopo che ha sfibrato alla distanza il numero 4 ATP, che ha ammesso. “E' stato un anno molto duro. Eccezionale ma duro. Non è facile restare al top, devi trovare la tua strada”. Ai successi in Australia e Monte Carlo ha accompagnato diversi svarioni e uscite al primo turno. Se le sue difficoltà sono anche mentali, quelle di Kei Nishikori sono soprattutto fisiche. I limiti del giapponese sono ormai noti: può giocare un tennis spettacolare, ma è fragile sul piano fisico. E così il muscolare Jack Sock ne ha approfittato, battendolo 7-6 6-4. “Adesso tornerò negli Stati Uniti per riposarmi e rimettermi in sesto – ha detto il giapponese, che ha vinto a Kuala Lumpur e Tokyo ma ha sofferto di problemi al fianco e alla schiena – ho giocato molto dopo lo Us Open, ho bisogno di recuperare e devo giocare altri due tornei prima delle ATP World Tour Finals”. Ma le eliminazioni eccellenti non finiscono qui: KO anche Milos Raonic, che si è arreso a un virus ancor prima che a Juan Monaco. L'argentino, semifinalista a Shanghai qualche anno fa (e per questo beneficiario di una wild card) raccoglie punti d'oro per rimettere a posto la classifica dopo un anno difficile. Molto dolorosa la sconfitta di Grigor Dimitrov, battuto da Julien Benneteau. Adesso il bulgaro non dovrà più sbagliare nulla se vuole avere la speranza di qualificarsi per il Masters.
SPAREGGIO MURRAY-FERRER
Come negli anni passati, i più convincenti sembrano Djokovic e Murray. Il serbo è stato bravo a tenere a distanza Dominic Thiem, il più giovane tra i top-50. Il matrimonio e l'imminente paternità lo avevano distratto, almeno negli States. A Pechino è tornato il giocatore che conosciamo e adesso è il favorito numero 1 del torneo. Nei quarti troverebbe Andy Murray, autore di un buon match contro Jerzy Janowicz (battuto 7-5 6-2). Lo scozzese è in lotta per il Masters e ha ammesso che la nuova situazione è una fonte di concentrazione. Adesso troverà David Ferrer in una specie di spareggio tra il nono e il decimo della Race. Lo spagnolo ha sofferto le pene dell'inferno, ma ha superato Martin Klizan. “Per battere David devi giocare ad alti livelli – ha detto Murray – regala poche partite durante la stagione. Di certo non lo ha mai fatto con me. Sarà importante servire bene e ottenere un po' di punti gratis”. Buon successo per Tomas Berdych (6-3 6-1 a Gasquet): probabilmente vuole presentarsi con il miglior biglietto da visita possibile al colloquio con Ivan Lendl della prossima settimana.