Ufficiale: Wimbledon cambia data. Nel 2015 si giocherà dal 29 giugno al 12 luglio. Aumentata a tre settimane la distanza con il Roland Garros. Problemi in arrivo per il calendario ATP.
Il torneo del Queen’s potrebbe recuperare il prestigio perduto
 
Di Riccardo Bisti – 20 luglio 2012

 
Gli inglesi hanno un grande pregio. Sono tradizionalisti, ma sanno capire quando innovare. Si sono resi conto che un tetto avrebbe salvato Wimbledon, e lo hanno realizzato. Oggi annunciano una novità che manderà all’aria abitudini ultradecennali. A partire dal 2015, Wimbledon si giocherà con una settimana di ritardo, portando a tre settimane la forbice con il Roland Garros. Nel 2015, i Championships si giocheranno dal 29 giugno al 12 luglio (non finivano oltre il 9 luglio dal 19esimo secolo…), mentre il Roland Garros terminerà il 7 giugno. La stagione sull’erba si allungherà di una settimana, anche se il calendario è ancora da definire. Non siamo sicuri che l’ATP sia contenta della novità, tanto da non averla ancora annunciata sul proprio sito internet (almeno fino alla pubblicazione di questo articolo, ndr). La WTA si fa meno problemi: non solo ha diffuso la notizia, ma ha già emesso un comunicato per esprimere la propria posizione: “La WTA sostiene la decisione dell’All England Club di spostare di una settimana i Championships a partire dal 2015. Crediamo che questa modifica sia stata fatta nell’interesse del pubblico, dei giocatori e di tutto lo sport. Allo stesso tempo, riconosciamo il significativo impatto che avrà sul calendiario. Abbiamo in programma di discutere con i nostri tornei e i giocatori per assicurarci di essere preparati per il cambio che ci aspetta nel 2015”.
 
Secondo gli organizzatori di Wimbledon, il cambio porterà benefici a tutto il movimento, permettendo ai giocatori di avere più tempo per recuperare dopo le fatiche del Roland Garros e di adattarsi all’erba. Philip Brook, presidente dell’All England Club, ha dichiarato: “Gli interessi del tennis saranno tutelati permettendo ai giocatori di avere più tempo per passare dalla terra del Roland Garros all’erba di Wimbledon. Le nostre indagini indicano che c’è un supporto totale all’idea. Inoltre crediamo che i giocatori saranno contenti di avere una stagione erbivora più lunga, in modo da passare più tempo su una superficie più morbida”. Ovviamente anche a Londra sanno che i calendari saranno rivoluzionati. “Lo riconosciamo, infatti ci vuole abbastanza tempo per permettere al progetto di realizzarsi. Vogliamo ringraziare in anticipo tutti i colleghi per l’entusiasmo e la visione di un calendario più adatto allo sport moderno”. Sul piano etico-sportivo la decisione è sacrosanta. Appena 14 giorni tra Roland Garros e Wimbledon sono una bestialità tecnica. Non è un caso che per 28 anni nessuno sia riuscito a fare la doppietta. Poi è successo per tre anni di fila (Nadal nel 2008 e nel 2010, Federer nel 2009), ma soprattutto per il rallentamento dell’erba che ha uniformato le superfici. Tuttavia, era assurdo che due tornei così importanti fossero così vicini.
 
Oltre alla ragione tecnica, ce n’è una prettamente commerciale. Ogni due anni, Wimbledon si deve scontrare con una grande manifestazione calcistica. Una volta sono gli Europei, un’altra sono i mondiali. Quest’anno, oltre agli Europei, c’è stata anche la concomitanza tra la finale maschile e il Gran Premio di Gran Bretagna di Formula 1. Lo spostamento in avanti assicurerà a Wimbledon il ruolo di manifestazione sportiva più importante del periodo. Detto questo, lo sport è fatto anche di interessi. E il tennis è pieno di interessi che si scontrano. Da una parte i giocatori, dall’altra i tornei, dall’altra ancora gli sponsor. La WTA non dovrebbe avere grossi problemi ad adattare il calendario (addirittura in luglio c’è una settimana con un solo torneo, quello di Baku), mentre per l’ATP potrebbero essere guai seri. Quando abbiamo dato notizia del possibile spostamento, abbiamo provato a dare una possibile soluzione. Nelle settimane pre-Wimbledon dovrebbe essere collocato un nuovo torneo su erba (Nottingham?) in modo da garantire almeno cinque tornei di preparazione. Più difficile pensare a uno spostamento di Newport, perché c’è in ballo la cerimonia della Hall of Fame. Di sicuro prenderebbe forza l’intenzione di Carlo Alagna, manager del challenger dell’Harbour Club di Milano. Parlando con TennisBest Magazine, ci disse che una possibilità di crescita consisterebbe nel cambio di superficie, passando dalla terra all’erba in vista di Wimbledon. Ovviamente parlava di un challenger, ma chissà che il nuovo calendario non stuzzichi progetti più ambiziosi.
  
Ben più complessa la situazione post-Wimbledon. Attualmente ci sono quattro settimane di spazio tra la fine di Wimbledon e il Canadian Open, primo grande evento dell’estate americana. Detto che è impossibile spostare tutto in avanti di una settimana (i giocatori lottano per un calendario più breve e si opporrebbero), bisognerà comprimere 10 tornei in tre sole settimane. Noi abbiamo provato a immaginare la soluzione più “democristiana”, buona per accontentare (quasi) tutti. Penalizzerebbe solo il torneo ATP di Atlanta, che andrebbe a scontrarsi con il “500” di Washington. Ma non c’è niente da fare: qualcuno resterà scontento. Questo è sicuro.
 
CALENDARIO ATP 2015 – LA PROPOSTA DI TENNISBEST
 
8-14 GIUGNO: Queens’s (con tabellone a 56 giocatori)
15-21 GIUGNO: Halle, Nottingham *
22-28 GIUGNO: Eastbourne, ‘s-Hertogenbosch
29 GIUGNO-12 LUGLIO: Wimbledon
13-19 LUGLIO: Newport, Bastad, Gstaad, Stoccarda
20-26 LUGLIO: Los Angeles, Amburgo (ed eventualmente Umago) **
27 LUGLIO-2 AGOSTO: Washington, Atlanta, Kitzbuhel (ed eventualmente Umago)
3-9 AGOSTO: Canadian Open
10-16 AGOSTO: Cincinnati
17-23 AGOSTO: Winston Salem
24 AGOSTO-7 SETTEMBRE: Us Open
 
* Il torneo ATP di Nottingham oggi non esiste. Si è giocato in passato, poi è stato declassato a challenger. In una delle tre settimane pre-Wimbledon, sarebbe suggestivo avere un torneo ATP “erbivoro” all’Harbour Club di Milano, anche se l’idea di cambiare superficie era relativa soltanto a un torneo challenger.

** Lasceremmo a Umago la scelta se scontrarsi con Amburgo o con Washington e Kitzbuhel.