COPPA DAVIS. Affronteremo in casa il disastrato Cile. Vinceremo e saremo in Serie A anche nel 2013. Belos Prajoux, capitano cileno, spera nel recupero di Massu.
I cileni festeggiano la vittoria contro l'Uruguay

Di Riccardo Bisti – 11 aprile 2012

 
Non poteva andarci meglio. L’Italia giocherà nel World Group di Coppa Davis anche nel 2013. L’urna di Londra ci ha fatto il regalo più bello: nello spareggio di settembre, ce la vedremo con il disastrato Cile, sempre più amuleto della Davis azzurra. Nel 1976, proprio a Santiago, vincemmo la nostra unica Davis. Lo scorso anno, dopo 11 anni di tribolazioni, sullo stesso campo abbiamo riconquistato la Serie A. Potito Starace, Fabio Fognini, Simone Bolelli e Daniele Bracciali batterono una squadra che puntava tutto su Fernando Gonzalez. Il cileno si fece male durante il match contro Fabio Fognini e il match finì lì. Adesso che non c'è più "Mano de Piedra", i cileni sono una squadra da Serie C. E allora perché sono giunti allo spareggio promozione? E’ presto detto: grazie a una fortuna sfacciata. Nel Gruppo I, zona americana, le squadre nettamente più forti sono il Brasile e la Colombia. I due posti per i play-off avrebbero dovuto essere loro, ma un sorteggio beffardo le ha messe una contro l’altra. E così i cileni hanno affrontato l’Uruguay, squadra ancora più disastrata. Al Carrasco Lawn Tennis Club di Montevideo sono bastati Paul Capdeville e Jorge Aguilar per battere la “celeste” priva di Pablo Cuevas, unico giocatore di livello. Cuevas era in squadra, ma non è stato schierato. E così i ragazzi di Belos Prajoux (“terzo uomo” del team finalista del 1976 alle spalle di Fillol e Cornejo) hanno conquistato un immeritato play-off.
 
Tra le dieci opzioni, il Cile era di gran lunga la migliore. In sede di presentazione, avevamo scritto che l’Italia avrebbe avuto il 100% di chance. Confermiamo. E’ impossibile lasciare per strada tre punti contro una squadra che dall’anno prossimo lotterà per restare nel Gruppo I. I nostri giocatori sono tutti più forti di Paul Capdeville, unico giocatore minimamente presentabile. Lo scorso anno, per metterci in difficoltà, la federtennis cilena scelse il cemento. Capdeville strappò un set a Starace, ma non diede mai l’impressione di potercela fare. Di Gonzalez abbiamo già detto, mentre sul doppio Massu-Aguilar è meglio stendere un velo pietoso. Persino Corrado Barazzutti, sempre molto prudente nelle valutazioni, ha ammesso che è stato il miglior sorteggio che ci potesse capitare. “I ragazzi si faranno trovare pronti per lo spareggio”. Insomma, una bella fortuna. Sembra di essere tornati allo “stellone” degli anni 90, quando la squadra capitanata da Adriano Panatta si teneva a galla con ottime prestazioni, ma anche grazie a sorteggi niente male. Impossibile dimenticare primi turni contro Brasile in casa (1993), Repubblica Ceca senza Korda e Novacek (1995), Messico (1997) e India (1998). Quando fummo costretti a giocare gli spareggi salvezza, nel 1987 pescammo la Corea, nel 1991 la Danimarca e nel 1999 la Finlandia. Sorteggi amici, con cui avevamo perso confidenza. Sotto la guida di Corrado Barazzutti, abbiamo pescato per due volte la Spagna di Nadal, una volta la Svizzera di Federer e due anni fa la Svezia di Robin Soderling. Insomma, la Davis è uno straordinario veicolo promozionale, ma va riconosciuto che le sorti di una squadra come la nostra dipendono molto dal sorteggio.
 
Che dire del match contro il Cile? I nostri avversari giocano meglio sulla terra battuta, ma difficilmente Corrado Barazzutti sceglierà una superficie diversa. Quali insidie possiamo correre? Boh.  Belos Prajoux prova a infondere ottimismo ai suoi: “Non è il peggiore sorteggio possibile, visto che avremmo potuto pescare la Svizzera di Roger Federer”. L’unica carta da giocare si chiama Nicolas Massu, che a Montevideo ha fatto panchina. L’ex numero 9 ATP e campione olimpico ha parlato con Prajoux “Mi ha promesso che tornerà a giocare e sarà pronto per il prossimo match. Vuole tornare ad allenarsi, recuperare dai problemi fisici e aiutare di nuovo la squadra. Sarebbe molto importante contare su un giocatore della sua qualità. Credo che gli italiani non sarebbero contenti di affrontare un Massu in buone condizioni”. Prajoux, che ha preso il posto di Hans Gildemeister alla guida del team cileno, prova ad essere ottimista: “Non credo che il match sia chiuso in partenza. Capdeville ha giocato partite molto equilibrate contro Starace, pendendo quando avrebbe potuto vincere. Lo sono favoriti, ma giocare sulla terra ci va bene ed è uno dei sorteggi meno peggiori che potessero capitarci”. Prajoux ha già indicato la via per preparare il match: “I nostri devono giocare i tornei più importanti per costruirsi un importante bagaglio d’esperienza. L’ho raccomandato a tutti: giocare i grandi tornei permetterà di avvicinarsi al livello dei nostri avversari”. Frasi di circostanza, ma c’è poco da stare allegri. Nel giorno della sua presentazione, Prajoux non era così ottimista. Sperava che con il tempo, magari con l’innesto di qualche giovane, il Cile avrebbe potuto creare un gruppo competitivo. Attualmente non si vede nessuno. Insomma, l’Italia vincerà. Poi vedremo cosa ci riserverà il futuro.
 
I CILENI NEL RANKING ATP
 
Paul Capdeville – 121
Fernando Gonzalez – 224 (ritirato)
Cristo bal Saavedra-Corvalan – 299
Guillermo Hormazabal – 312
Hans Podlipnik-Castillo – 316
Guillermo Rivera-Aranguiz – 324
Jorge Aguilar – 336
Nicolas Massu – 605
Javier Munoz – 660
Juan Carlos Saez – 669