Primo torneo con il nuovo coach e primo titolo per David Ferrer. Lo spagnolo stoppa la serie positiva di Berdych e si propone per un'altra stagione da protagonista. Il ceco è stato disastroso nei momenti importanti.

Di Cosimo Mongelli – 11 gennaio 2014

 
Non era certo la finale auspicata dal pubblico e dagli sponsor, quella tra David Ferrer e Tomas Berdych al torneo ATP di Doha, dopo l'inopinata sconfitta di Nadal al primo turno e la battaglia persa da Djokovic contro il sorprendente Karlovic. Ma una chiosa comunque ricca di spunti. Da una parte lo spagnolo, ancora ben lungi dal desiderare di ritirarsi a vita privata. Sempre lì, coi suoi mezzi non troppo appariscenti, ma che continuano a mantenerlo ai vertici. Dall'altra il ceco, anche in questa stagione atteso al varco per dimostrare quei miglioramenti tecnici, mentali e fisici che potrebbero renderlo protagonista. E togliersi di dosso quell'aurea da perdente che si è ritagliato, con merito, dalla finale di Wimbledon persa nel 2010. Niente da fare. La storia si ripete. Dopo aver disputato un torneo impeccabile (ha concesso la miseria di 16 games prima dell'atto conclusivo), Berdych si prende la sua bella lezione tattica da Ferrer. Ferrer che si presenta in campo fresco come una rosa, dopo la battaglia con Karlovic e inizia l'incontro nemmeno fosse una passeggiata di salute. Lo spaesato Tomas apre le danze come peggio non potrebbe, perde il servizio di apertura a 15 e da qui in poi si assiste ad un vero e proprio monologo. Una piccola pausa, per lo spagnolo, forse per rifiatare, quando restituisce uno dei due break sul 4 a 1. Ma è tutto un attimo. Ferru non si lascia più prendere dalla noia e chiude il set per 6 giochi a 4.

FERRU, RITORNO AL SUCCESSO
Non pago, Tomas, pensa bene di iniziare il secondo set esattamente come il primo. Cede il servizio e si ritrova con un piede sotto la doccia. Ferrer, forse con le prime avvisaglie di stanchezza, gioca un game tra i peggiori in carriera. Due doppi falli, un errore gratuito e tutto ritorna in parità. Ci si trascina, pian piano, verso la fine del set. E arriva il momento della svolta. Siamo sul 5 a 4 Berdych, serve Ferrer. Lo spagnolo sente il fiato sul collo dell'avversario e concede ben tre set point. Non deve far nulla, David, per cancellarle. Fa tutto Tomas, con una sequela di errori da mettersi le mani nel cappellino. Specie sul terzo, a campo aperto, con una controsmorzata da museo degli orrori. Break sbagliato, break subìto, nel peggiore dei modi. Dopo aver tenuto il servizio, Ferru, si procura una sanguinosa palla break. Berdych la confeziona come il più bello dei regali. Doppio fallo e Ferrer va a servire per il match. Passano pochi istanti, game tenuto a zero, per mettere la firma sul 22imo titolo in carriera. Sorride Ferrer, abbraccia tutti. Non un sigillo dei più prestigiosi, nonostante i ricchi premi e cotillon, ma comunque un segnale che sarà ancora un osso duro con il quale fare i conti. “Sono molto felice, ho lavorato duro in questa fase invernale, il match di eri è stato durissimo ma con pochi scambi, quindi ho recuperato bene per la finale” le sue parole prima della premiazione. Tomas per ora ancora rimandato. Gli Australian Open saranno il banco di prova per saggiare le sue intenzioni per questo 2015.
 
ATP DOHA – Finale
David Ferrer (SPA) b. Tomas Berdych (CZE) 6-4 7-5