US OPEN – Lo scozzese gioca un match quasi perfetto contro Tsonga. Il francese è parso un libro aperto per lui: c’entra forse la Mauresmo. Adesso c’è la maxi-sfida con Djokovic: sarà un’altra maratona?

Di Riccardo Bisti – 2 settembre 2014

 
Ammesso che arrivi in semifinale, il più contento sarà Stan Wawrinka. Lo svizzero ha faticato il “giusto” per battere l’arcigno Tommy Robredo e nei quarti sarà leggermente favorito, sia contro Raonic che contro Nishikori. In contemporanea, Novak Djokovic ed Andy Murray si sfideranno in un match che potrebbe essere sfibrante. E’ ancora viva nella memoria l’eterna finale del 2012, quasi 5 ore di lotta che hanno eguagliato l’altrettanto mitica finale del 1988 tra Mats Wilander e Ivan Lendl. Quando si affrontano, soprattutto sul cemento, il serbo e lo scozzese danno vita a sfide eterne, combattute e massacranti. Negli Slam si sono affrontati cinque volte: quattro in finale e una in semifinale. Allo Us Open sarà il primo scontro diretto nei quarti. Per loro fortuna, ci saranno due giorni di riposo (le semifinali sono in programma sabato), ma certe partite possono lasciare il segno, soprattutto sul cemento bollente e nel catino d’umidità che è diventato Flushing Meadows. Sarà il 21esimo scontro diretto e forse è un bene che si affrontino nei quarti, perchè le loro finali non sono uno spettacolo di tecnica. Si vede grande fisicità, una gara di resistenza, ma in assenza di un vero contrasto di stile è difficile divertirsi. La curiosità è soprattutto su Andy Murray: per la prima volta dopo oltre un anno, è tornato a battere un top-10. Lo ha fatto nella fornace dell’Arthur Ashe, dove ha mostrato gran classe contro Jo Wilfried Tsonga. Ci aspettavamo battaglia, con l’arrazzato francese ben deciso a vincere il suo primo Slam, o almeno a provarci fino in fondo. Tsonga ha avuto le sue chance, ma Murray ha trasmesso una sensazione che non mostrava da tempo. Sbagliava pochissimo ed era più completo, capace di crescere e affinarsi punto dopo punto. Le botte di Cassius Jo gli hanno evitato la disfatta, ma il 7-5 7-5 6-4 finale è tanto severo quanto tranciante per il francese. “Può tenere un livello altissimo – ha detto Murray – ma il suo tennis esplosivo, sulla distanza dei cinque set, fatica a tenere una buona percentuale”.
 
DOMINIO TATTICO
Tutto vero. Avesse avuto altre armi, il francese avrebbe vinto il secondo o il terzo set, o forse entrambi. E avremmo raccontato un’altra storia. Invece, avanti di un break, non ha saputo sfruttare il momento e si è consegnato alla sapienza tattica di Murray. Lo scozzese ha utilizzato una strategia semplice ma efficace: ha insistito a volontà sul rovescio di Tsonga, incurante del rischio di metterlo in palla. “Potrei entrare nei dettagli della tattica, ma più o meno funziona così: se insisti sul rovescio di un giocatore, lui proverà ad anticiparti, spostandosi sulla sua sinistra per colpire con il dritto. E questo apre spazio dall’altra parte. Penso che oggi sia successo qualcosa del genere”. Il dritto incrociato con cui ha recuperato il break di svantaggio nel secondo set, beh, è stato uno spettacolo. Il trionfo della tattica contro la forza bruta, lo sgretolamento della corazza francese. Nel terzo, nonostante un pizzico di distrazione (sotto 0-2 e palla per il doppio break), Murray ha evitato complicazioni e si è preso una vittoria d’oro. “Non so quanto sia grande – ha detto – ma non mi sento lontano dal mio tennis migliore. Certo, le cose possono cambiare di giorno in giorno”. L’allusione è alle fatiche del primo turno, quando sembrava sull’orlo del collasso contro Robin Haase. “Non so cosa sia successo e non ho idea del perchè” ha ribadito, come se avesse ancora bisogno di giustificarsi. Anche stavolta ha fatto un po’ di scena, piegandosi un paio di volte su se stesso. “Avevo qualche problema di stomaco – ha detto – dopo quello che è successo al primo turno ho bevuto parecchio ai cambi di campo e lo stomaco ondeggiava. A fine secondo set sono andato in bagno e mi sono sentito subito meglio”.
 
AMELIE E LO SCHIAFFO AI FRANCESI
E’ il miglior successo della gestione Mauresmo. A inizio anno, quando c’era ancora l'alibi della convalescenza, aveva più volte ridato vita agli avversari. “Mi trovo in una buona situazione, mancano nove set a una vittoria Slam, anche se dovrò prenderne uno alla volta”. L’ostacolo al prossimo turno si chiama Novak Djokovic, da cui ha perso dodici volte su venti. Nelle finali Slam, tuttavia, siamo due pari. “I precedenti mi aiuteranno, non tanto per il risultato, ma perchè mi danno la certezza che posso giocare un certo tipo di partite contro di lui. Contro Djokovic capita spesso che sia una battaglia perchè abbiamo stili di gioco molto simili. Poi la tattica può cambiare a seconda delle condizioni, ad esempio il vento, ma mercoledì scenderò in campo con un buon disegno tattico in mente”. Per sua sfortuna, la Mauresmo non conosce così bene Djokovic come conosce Tsonga. Quel che i francesi temevano è puntualmente accaduto: che la loro connazionale aiutasse Murray per batterli. Detto, fatto, contro il loro numero 1. Lo stesso Tsonga, scherzando (o forse no?), qualche tempo fa disse che avrebbe preso in considerazione la Mauresmo come coach, se solo avesse saputo che fosse disponibile. “Pensavo che si dedicasse esclusivamente alla Fed Cup…”. Invece adesso lavora con Murray. E sta preparando l’assalto a Djokovic.
 
US OPEN 2014 – UOMINI
Ottavi di Finale

Novak Djokovic (GER) b. Philipp Kohlschreiber (GER) 6-1 7-5 6-4
Andy Murray (GBR) b. Jo Wilfried Tsonga (FRA) 7-5 7-5 6-4
Stan Wawrinka (SUI) b. Tommy Robredo (SPA) 7-5 4-6 7-6 6-2
MilosRaonic (CAN) vs. Kei Nishikori (GIA)
Tomas Berdych (CZE) vs. Dominic Thiem (AUT)
Gilles Simon (FRA) vs. Marin Cilic (CRO)
Gael Monfils (FRA) vs. Grigor Dimitrov (BUL)
Roger Federer (SUI) vs. Roberto Bautista Agut (SPA)