Esordio thriller per Camila: commette 23 doppi falli ma supera 7-6 al terzo la giovane Storm Sanders. Il suo atteggiamento in campo non è cambiato. Sydney: subito fuori Sara Errani.

Di Riccardo Bisti – 12 gennaio 2015

L'intero match tra Camila Giorgi e Storm Sanders

“Non abbiamo giocato bene”. Tanto basta a riassumere le oltre due ore che hanno spinto Camila Giorgi al secondo turno del torneo WTA di Hobart. C’è una notizia, che va al di là del 5-7 6-1 7-6 con cui ha superato l’australiana Storm Sanders: i suoi sostenitori dovranno abituarsi a un’altra stagione di alti e bassi. O almeno, così è parso dalla prima uscita stagionale. Abbiamo ritrovato la Giorgi esattamente dove l’avevamo lasciata: un’incredibile alternanza tra giocate strepitose ed errori clamorosi. Anche lo scorso anno, contro la Sanders, aveva rischiato di perdere. Scesa al numero 460 WTA, la mancina australiana ha fatto quel che ha potuto. Ma sin da subito si è capito che il match lo avrebbe fatto Camila. Sotto di un break in avvio, la Giorgi lo ha ripreso ma poi ha regalato il parziale alla Sanders. Ci poteva stare, in fondo era il primo match stagionale. Lavata via la ruggine, Camila ha dominato nel secondo set. Un rapido 6-1 che poi rappresenta il reale divario tra le due. Ma quando c’è di mezzo la Giorgi, beh, la sorpresa è dietro l'angolo. Il terzo set è stato un dramma, soprattutto nei game di servizio. Su sei turni di battuta, ne ha ceduti cinque. Alla fine commetterà 23 doppi falli, di cui 10 soltanto nell’ultimo parziale. Camila prendeva sempre il largo, ma veniva sistematicamente ripresa da una giocatrice che provava a insistere sul dritto, fondamentale meno sicuro della Giorgi. Ma era come giocare alla lotteria, per entrambe. La preparazione invernale non ha portato cambiamenti alla strategia dell’azzurra. Per lei, il colpo interlocutorio non esiste. Picchia duro, qualunque sia la posizione. Si è presentata a rete diverse volte, ma non sempre ha scelto la palla giusta per attaccare. Insomma, la tattica sembra essere ancora il punto debole. Un doppio fallo della Sanders la spingeva 5-3 nel tie-break, ma si faceva riprendere ancora una volta. E quando bruciava il primo matchpoint con una risposta fuori di metri, la beffa è stata davvero vicina. Per sua fortuna, ha vinto gli ultimi due punti e ha evitato la debacle. Accreditata della terza testa di serie (dopo Dellacqua e Diyas), negli ottavi avrà un match interessante contro Kaia Kanepi, che al primo turno aveva estromesso Monica Puig. Nulla è cambiato nemmeno nell’atteggiamento di papà Sergio, molto vivace a bordocampo e sempre più plateale nella gestualità. Era pur sempre il primo match dell’anno e contava soprattutto il risultato. Ma l’impressione, francamente, è che sia la stessa Giorgi di sempre. Con i suoi vizi e le sue virtù.
 
SARITA IN RITARDO DI CONDIZIONE
Qualche chilometro più a nord, a Sydney, Sara Errani confermava il momento difficile. Il 6-0 7-5 con cui ha ceduto a Garbine Muguruza è lo specchio di una giocatrice lontana dalla forma migliore, peraltro per colpe non sue. “Sarita” non ha potuto effettuare una buona preparazione invernale a causa di due microfratture, rispettivamente alla sesta e all’ottava costola. Ha iniziato tardi e si è visto ad Auckland, dove ha raccolto quattro giochi contro Daniela Hantuchova (anche se si è rifatta il doppio, vincendo il titolo con Roberta Vinci). Niente di diverso nel Nuovo Galles del Sud, dove il punteggio finale è stato possibile grazie a un passaggio a vuoto dell’avversaria. Avanti 6-0, 5-1 e 40-30, la Muguruza è entrata in un tunnel mentale inspiegale e ha consentito alla Errani di rimettersi in sesto. Nei quattro giochi di fila portati a casa, la romagnola ha anche mostrato buone cose. Di sicuro non ha perso lo spirito combattivo di sempre: il problema è che braccio e fisico non assecondano la testa. E quando la Muguruza è tornata in sè, non ha avuto problemi a chiudere la partita. Purtroppo per la Errani, il servizio continua ad essere un handicap. Lontano dalla terra battuta, le avversarie mettono i piedi ben dentro il campo e fanno sfracelli. Se poi sono potenti come la Muguruza, anche per un folletto come Sara diventa difficile fare match pari. Con la Vinci impegnata a Hobart (ha battuto al primo turno la Rogowska), in questi giorni non avrà il doppio e può essere una buona notizia. Potrà allenarsi e cercare di trovare la forma il prima possibile. Dopo la parentesi australiana, senza essere più top-10, si rifugerà sulla terra battuta. Prima la Fed Cup a Genova, poi i tornei sudamericani che saranno vitali per trovare forma ed energie. Il Plexicushion australiano, azzurro come i suoi occhioni, oggi le sembra amico soltanto in doppio.