Non capita mai di vedere un top player giocare per varie settimane consecutive, ma evidentemente Dominic Thiem non se n’è accorto. Il ventiduenne austriaco non conosce sosta, continua a giocare e (soprattutto) vincere, e sta arrivando in alto a passi da gigante. L’ultimo l’ha compiuto oggi sull’erba del Mercedes Open di Stoccarda, con la volèe vincente che gli ha permesso di battere per 6-7 6-4 6-4 uno specialista dell’erba come Philipp Kohlschreiber e consegnato il quarto titolo dell’anno, dopo Buenos Aires, Acapulco e Nizza. Tutti preziosi, ma quello tedesco vale di più, molto di più, perché è arrivato sull’erba, la superficie dove fino a qualche giorno fa era piaciuto meno. Si diceva che potesse fare sfracelli ovunque, ma sui campi verdi avrebbe sempre fatto fatica. Lo confermavano i risultati: solo un paio di match vinti lo scorso anno fra Nottingham e Wimbledon, e delle caratteristiche tecniche che non parevano ideali. Invece, sulle ali dell’entusiasmo per la splendida semifinale al Roland Garros, “Domi” ha corretto il tiro e vinto anche sull’erba, aggiungendo un altro capitolo alla sua evoluzione. Non solo vince tanto, addirittura 45 match dall’inizio dell’anno (uno più di Djokovic), ma continua a migliorare, match dopo match, segno che probabilmente il meglio deve ancora venire. Solitamente i coach sconsigliano di giocare troppo, perché i periodi di pausa hanno un’importanza vitale. Eppure, il rendimento di Thiem sta sbugiardando tutte le teorie: l’ultima settimana senza tornei l’ha avuta dopo Monte Carlo, poi se n’è sparati sei di fila (sette con Halle, al via oggi) ed eccetto Madrid è arrivato in fondo dappertutto. Segno che, se alle spalle c’è una preparazione adeguata, si può. Lui alla voce “allenamenti” ha un 10, è uno dei grandi segreti del suo successo.
20 MATCH AL TERZO, 19 VITTORIE
Lo conferma una statistica che ha dell’incredibile. Dall’inizio dell’anno è andato al terzo set venti volte e ha vinto in diciannove, segno che quando gli schemi saltano e vince chi ne ha di più, quello è sempre lui. Al terzo ha ceduto solamente la finale a Monaco di Baviera contro Kohlschreiber, lasciandogli la BMW gialla in palio per il vincitore, ma si è rifatto con gli interessi quest’oggi, andandosene con una splendida Mercedes SL 500, giusto premio per una primavera stupenda. La finale, iniziata ieri sul Centrale, poi interrotta per pioggia e ripresa oggi su uno dei campi secondari più affascinanti del circuito ATP (più “sicuro” secondo i due protagonisti), è ripartita dal 3-2 per Kohlschreiber nel tie-break del primo set e il tedesco l’ha vinto prendendosi i primi quattro punti del nuovo match. Ma poi, come al solito, Thiem è salito in cattedra, iniziando a colpire vincenti a raffica, da destra come da sinistra, e domando gli alti e bassi che spesso ne caratterizzano gli incontri. Un break in apertura di secondo gli ha dato il 6-4, un altro sull’1-1 del terzo se l’è portato fino alla fine, per diventare il nono tennista in attività (e 29esimo di sempre) a vincere nella stessa stagione su tre superfici differenti: terra, cemento ed erba. Ma stavolta punti, soldi, l’auto e il quarto posto della Race soffiato a Nishikori contano meno. La cosa più importante è la maturazione che ha mostrato anche sull’erba, cancellando pure due match-point a Roger Federer. L’austriaco sta crescendo alla velocità della luce, e ha tutto per stare in mezzo ai grandissimi. Agli occhi balza il rovescio, ma dietro c’è tanto, tanto altro: fisico, testa, dedizione, sacrificio. Qualità che messe insieme formano un prodotto di altissimo livello. Abbastanza per diventare numero uno? Con questo Djokovic forse no. Ma appena “Nole” si scanserà un pochino…
ATP 250 STOCCARDA – Finale
Dominic Thiem (AUT) b. Philipp Kohlschreiber (GER) 6-7 6-4 6-4
E se Thiem vince anche sui prati…
L’austriaco doma anche l’erba, sbanca Stoccarda prendendosi la supercar Merdeces in palio per il vincitore e prosegue una crescita impressionante. La programmazione super-intensa continua a pagare: 45esima vittoria dell’anno, quarto titolo su tre superfici diverse e quarto posto nella Race. Il circuito ha veramente trovato il suo prossimo numero uno?LA COSTRUZIONE DI UN NUMERO 1