Non l'aveva mai vista, nemmeno su Youtube. Senza conoscere la sua avversaria, Sloane Stephens è rimasta sorpresa da Anhelina Kalinina, giovane ucraina che ha giocato sull'Arthur Ashe soltanto il suo terzo match nel circuito WTA. La Stephens lo ha vissuto in gran parte con le mani sui fianchi, scuotendo la testa, fissando coach Kamau Murray, alzando lo sguardo verso il cielo e facendo tanti respiri profondi, nel tentativo di non perdere la testa e trovare il modo per risollevare un match davvero complicato. Alla fine ce l'ha fatta: 4-6 7-5 6-2 contro un'avversaria sconosciuta, scesa in campo senza nulla da perdere e capace di tirare colpi vincenti da tutte le parti. “Non l'avevo mai vista prima di oggi – dice la Stephens – mentre mi avviavo verso il campo, ho detto: 'Ok, ecco chi è'”. In effetti, per lunghi tratti, il match ha avuto l'aspetto di un'imboscata. La Kalinina, 21 anni e tanti margini di miglioramento, non è lucida e nemmeno precisa come la Stephens, però è dotata di grande potenza. Il suo movimento del servizio è traballante ma efficace, mentre quello del dritto è ampio ma in grado di sfoderare grandi botte, imprendibili anche per una grande atleta come la Stephens. Inoltre, sapeva essere letale ogni volta che riusciva a colpire con il rovescio con il giusto timing. “Al primo turno, ero nervosa. Oggi, ero un po' nervosa – ha detto la Stephens – in generale, credo che sia il nervosismo di tornare in campo sull'Arthur Ashe. Ero un po' a disagio”. Anche per questo, vincere un match in rimonta è stato un bel colpo. Non è mai stata una giocatrice da recuperi straordinari. D'altra parte, il suo 2018 ce lo racconta: grandi successi (Miami) o belle finali (Roland Garros, Montreal), ma anche qualche sconfitta di troppo, vedi il primo turno a Wimbledon e il secondo a Washington e Cincinnati. Ma lo Us Open, per lei, è diverso.
CONTRO VIKA CI VORRÀ DI PIÙ
Per tutta la stagione, ha ricordato la responsabilità di dover difendere questo titolo. Se c'era un torneo in cui non voleva fare figuracce o incassare sconfitte premature, era proprio questo. Ma ha avuto davvero paura, specie quando la Kalinina ha recuperato da 1-4 nel secondo set e ha avuto la palla break per portarsi sul 6-6 nel secondo. L'avesse trasformata, Sloane avrebbe avuto soltanto un tie-break per evitare la sconfitta. Su quel punto, è stato costretta (ancora una volta!) sulla difensiva, ma si è salvata con un dritto un po' così, alto sopra la rete. Poteva uscire, invece è rimasto in campo e da lì il match ha preso la direzione desiderata. Durante la pausa per la heat policy a fine secondo set, ha mangiato un po' di sushi e bevuto un sorso di slushy, bevanda molto nota in America che è un mix tra frullato e granita. Energie extra necessarie per un match di 2 ore e 46 minuti, ma al terzo turno l'asticella delle difficoltà si alzerà ancora di più, poiché la sua prossima avversaria sarà Victoria Azarenka, due volte finalista e reduce da due ottime vittorie. “La mia avversaria ha giocato davvero bene. Io ho dovuto sopportare il temporale e aspettare la mia opportunità. Certo, vorrei giocare un po' meglio, però oggi ho trovato il modo per venirne fuori. Quando non giochi bene, devi trovare un modo per vincere lo stesso". Per anni, ci siamo domandati se Sloane riuscirà a trasformare se stessa da tennista di puro talento a giocatrice grintosa. In altre parole, riuscire a migliorare le cose in una giornata negativa. Contro la Kalinina, numero 136 WTA, c'è stata la possibilità che potesse lasciare la corona indossata un anno fa. Stavolta, ha trovato il modo. Ma in uno Slam bisogna farlo sempre, con continuità. E non ci sono dubbi che contro la Azarenka dovrà esprimere un grande tennis. Mercoledì 29 agosto 2018, abbiamo scoperto che la Stephens può respingere una giocatrice sconosciuta, che non ha nulla da perdere. Ben presto scopriremo se sarà in grado di fare lo stesso con qualcuno che conosce bene. E che può essere molto, molto pericolosa.
US OPEN DONNE – Secondo Turno
Sloane Stephens (USA) b. Anhelina Kalinina (UCR) 4-6 7-5 6-2