WIMBLEDON, IL PUNTO – Anche Novak Djokovic fallisce l’assalto allo Slam. Difficilmente avrà una nuova occasione. A 47 anni dall’ultima impresa di Rod Laver, forse i media hanno esagerato nel dare credito ai campionissimi di oggi. Le condizioni di gioco aiutano, ma la competizione è enorme. E così può bastare un Querrey qualsiaasi per mandare all’aria i progetti di gloria.

Da quando Roger Federer ha preso in mano il tennis, ogni anno si parla di un possibile Grande Slam. Prima lui, poi Rafael Nadal, infine Novak Djokovic, hanno saputo intascare tre Major su quattro. Il serbo è andato oltre, vincendone quattro di fila, sia pure in anni diversi. Grandi campioni, certamente aiutati dalle condizioni del tennis attuale, ma comunque tra i migliori di sempre. Eppure lo Slam non arriva. Non ci sono mai andati neanche vicini, come invece è accaduto a Serena Williams tra le donne. Eppure l’argomento “tira”, affascina, diverte. Se tirassimo fuori la produzione giornalistica legata al tennis negli ultimi dieci anni, troveremmo migliaia e migliaia di articoli sul tema. “Roger può farcela, Rafa ha le potenzialità, Djokovic è imbattibile…”. Ne abbiamo lette di tutti i colori, ma la storia insegna che negli ultimi 47 anni soltanto tre volte lo stesso giocatore ha vinto i primi due Major: Mats Wilander nel 1988, Jim Courier nel 1992 e – appunto – Novak Djokovic nel 2016. Tutti e tre si sono incagliati a Wimbledon. Certo, Mats e Jim non erano certo favoriti come lo era Novak quest’anno, ma la verità è che lo Slam è un’impresa titanica. E forse dobbiamo rassegnarci a un altro aggettivo: impossibile. Se non ce l’hanno fatta nemmeno questi fenomeni, chi mai potrà ambire all’impresa? A partire dai dati sulla carta d’identità, é opinione diffusa che il picco della carriera di Nole sia già arrivato. E tra i giovani di oggi, francamente, nessuno sembra in grado – anche in prospettiva – di vincere su tutte le superfici. Forse solo Alexander Zverev, che peraltro è ancora in gara a Wimbledon (ha battuto Youzhny in cinque set, si è lamentato delle scelte degli organizzatori e oggi sfiderà Berdych sul Centre Court). Ma dovrà ancora pedalare parecchio. Ci rendiamo conto che lo Slam sia un argomento affascinante, ma forse dovremmo smetterla di tirarlo in ballo continuamente. Avevano fatto sbilanciare persino Rod Laver: alla vigilia di Wimbledon, dalla sua casa di San Diego, si era definito “sostenitore” di Djokovic in vista dell’impresa. “Non so se sia stato travolto dalla pressione o non fosse a posto. Non conosco le sue condizioni di salute, ma non mi sembrava pronto a giocare un grande match. La pioggia non ha aiutato. Querrey è stato bravo, mettendogli una gran pressione col servizio. Non so, mi sembra che non ci abbia provato fino in fondo” ha detto il mitico Rocket. Adesso Federer ha la grande chance di poter arrivare almeno in finale, anche se Nishikori (nei quarti) e Raonic (in semifinale) saranno tutt’altro che malleabili.



SORPRESE? MICA TANTO…
Si gioca nella domenica di mezzo: forse avrebbero potuto evitarla se ci fossimo limitati ai singolari, ma tutti gli altri tabelloni sono spaventosamente in ritardo. E allora i cancelli si apriranno sin dalle 11.30 locali, su tutti i campi. La (piccola) storia delle Middle Sunday tennistiche insegna che il pubblico è diverso: più giovane, gioioso, acceso. Potremmo divertirsi, anche se il programma non è così ricco: solo 12 singolari, alcuni dei quali sospesi da sabato. Come era prevedibile, Del Potro sta soffrendo contro Lucas Pouille (magari la sfangherà ugualmente, ma il successo su Wawrinka era più forma che sostanza: si vedeva a occhio nudo), e anche Feliciano Lopez sta facendo soffrire Nick Kyrgios. Chi passerà, avrà in omaggio Andy Murray. Da riprendere anche Gasquet-Ramos Vinolas, con il francese avanti 2 set a 1.

LA GRANDE OCCASIONE DI VENUS?
Due parole sul torneo femminile: a giudicare da quello che sta succedendo nella parte bassa, è sempre più la grande occasione per Venus Williams. A 36 anni, per andare avanti in uno Slam aveva bisogno di una serie di circostanze favorevoli. I pezzi del puzzle si sono messi insieme e adesso sfiderà Carla Suarez Navarro, poi una tra Shvedova e Safarova nei quarti. Un’eventuale semifinale contro Madison Keys la vedrebbe sfavorita, ma chissà che “Maddy” non possa avere un po’ di timore reverenziale contr chi, tanti anni fa, le fece venir voglia di giocare grazie all’eleganza del suo vestitino. Occhio, ovviamente, ad Halep e Kerber. E’ strano, questo Wimbledon: KO Petra Kvitova (qui c’è urgente bisogno di andare in officina), KO Sabine Lisicki. Se neanche l’erba rende protagonista la tedesca, c’è di che preoccuparsi. L’ultima traccia italiana è rappresentata da Roberta Vinci, data nettamente sfavorita dai bookmakers contro CoCo Vandeweghe. Siamo d’accordo col principio, ma l’americana non vale 1.30..qualcuno avvisi Roberta delle scelte dei quotisti: magari si arrabbia e tira fuori una prestazione da urlo…