5. RICHARD GASQUET
Semifinale a Wimbledon, quarti a New York, ottavi a Parigi e terzo turno a Melbourne. Totale: 1350 punti. È il gran bel bottino di Richard Gasquet, al quale stavolta tutto si può dire meno di aver fallito nel momento che conta di più. Nel ranking ATP è a un passo dai primi 10, in quello degli Slam è addirittura numero 5. Cosa significa? Che se riesce a trovare costanza anche nei tornei più piccoli, e soprattutto lungo l’intero l’arco della stagione, ai vertici c’è ancora posto per lui. Sarebbe ora.
8. JO-WILFRIED TSONGA
Che Tsonga giochi bene negli Slam non è una sorpresa: nel 2008 si è presentato al Grande pubblico raggiungendo la finale a Melbourne, e poi ha giocato altre cinque semifinali. Sorprende di più trovarlo all’ottavo posto (+9) malgrado l’assenza all’Australian Open, per i problemi che l’hanno tenuto ai box per tutta la prima parte del 2015. Avesse raggiunto almeno gli ottavi (come gli è riuscito 6 volte su 7), oggi sarebbe nella top five. Forse abbiamo scoperto chi sarà il prossimo a tornare fra i primi 10.
13. NICK KYRGIOS
Il suo primo match in carriera nel circuito l’ha vinto in uno Slam, e prima di vincere la sua prima partita in un torneo ATP aveva già all’attivo un quarto a Wimbledon. Numeri che parlano chiaro: negli Slam il baby australiano è ancor più temibile, caratteristica comune a tutti i campioni. Lui lo deve ancora diventare, ma lo diventerà. Lo dice anche il + 29, frutto di un quarto, un ottavo e un terzo turno. E se a New York non avesse pescato Murray al primo round, probabilmente sarebbe fra i top 10.
32. TEIMURAZ GABASHVILI
Il russo è fra i dieci scalatori, e per l’Italia non è una buona notizia. Nel prossimo week-end ce lo troveremo dall’altra parte della rete nello spareggio di Coppa Davis di Irkutsk, e sapere che al meglio dei cinque set è un vero osso duro non è proprio un gran punto di partenza. Tralasciando lo splendido ottavo al Roland Garros, però, ha vinto un match solo a New York. Per Fognini e compagni, dunque, conviene sperare che non si presenti il Gabashvili formato parigino.
40. LUKAS ROSOL
Oltre un terzo delle partite vinte nel corso dell’anno, il ceco se l’è prese negli appuntamenti più importanti: 5 su 14. Mica male, per un bottino di tre secondi turni e un terzo turno, sulla terra del Roland Garros. Risultati che gli valgono un +44 e il ruolo di secondo miglior scalatore dopo il georgiano Nikoloz Basilashvili. Quest’ultimo vanta un +46, ma frutto quasi solo del sorprendente terzo turno a Wimbledon. La costanza Slam di Rosol vale qualcosina in più.
43. DOMINIC THIEM
La tripletta Nizza-Umago-Gstaad l’ha lanciato fra i primi 20, ma il talento austriaco non è ancora riuscito a confermarsi nei quattro tornei più importanti. Dice tutto il suo -23, ancor di più gli appena 190 punti messi insieme fra Melbourne e New York. È arrivato al terzo turno solamente nella Grande Mela: un po’ poco per uno che punta dritto ai primi 10. Li può valere, ma lo deve ancora dimostrare fino in fondo.
52. BORNA CORIC
Se Nick Kyrgios sorride negli Slam, non si può dire lo stesso di un altro giovane tanto atteso: il croato Borna Coric. Numero 33 del ranking mondiale, in quattro tornei del Grande Slam ha vinto appena tre partite, rimediando due sconfitte al primo turno. Se i veri campioni si vedono soprattutto nei tornei che contano, il diciottenne di Zagabria ha ancora parecchia strada da fare.
66. KYLE EDMUND
Buone notizie per la Gran Bretagna: a quanto pare, non solo hanno trovato un giovane top 100 in grado di esprimersi bene su tutte le superfici, ma hanno trovato anche un ragazzo capace di vincere le partite importanti. Con i suoi 121 punti Slam, recupera 34 posizioni rispetto al suo attuale ranking ATP di numero 100. E sarebbe ancora più avanti se un infortunio non l’avesse fermato per qualche settimana.
85. ALEXANDR DOLGOPOLOV
Fra i top 100 è quello che perde di più: addirittura meno cinquanta. Numero 35 nel ranking ATP, numero 85 in quello degli Slam, con all’attivo un solo successo a Wimbledon. Negli altri tre Major ha sempre perso al primo turno. Il suo desiderio di tornare a caccia dei top 10, che in più occasioni ha mostrato di meritare, passerà soprattutto da qui.
MILOS RAONIC (16), JOHN ISNER (22), IVO KARLOVIC (29) E SAM QUERREY (79)
Li abbiamo accorpati in un solo paragrafo perché hanno una caratteristica che gli accomuna: sono quattro battitori di primissimo livello, forse i migliori del circuito. E tutti e quattro perdono terreno rispetto al loro reale ranking ATP: – 7 per il canadese, che esce dai top ten, – 9 per Isner, – 11 per Karlovic, addirittura – 38 per Querrey, che in quattro Major ha vinto un solo match, a Wimbledon. Cosa significa? Che sulla lunga distanza i giganti del tour fanno meno paura.
GLI ITALIANI
Situazione piuttosto invariata per i nostri. Seppi guadagna una posizione, Fognini ne perde due (salvandosi con gli ottavi a New York), Bolelli, il migliore, ne guadagna otto, Lorenzi ne guadagna sei e Cecchinato ne perde una. Interessante il caso di Andrea Arnaboldi: grazie al secondo turno al Roland Garros e tanti match vinti nelle qualificazioni, il canturino ha messo insieme 110 punti solo negli Slam. Più di quelli raccolti da una trentina degli attuali top 100. Un dato di buon auspicio.
IL RANKING ATP SULLA TERRA (post Roland Garros)
IL RANKING ATP SULL’ERBA (post Wimbledon)
Legenda: nella tabella qui sotto, oltre al giocatore e i relativi punti conquistati nei vari Slam, è indicato il ranking ATP e la variazione rispetto a questo (in nero se la variazione è positiva, in rosso se negativa).