Secondo l'Equipe, già in queste ore Yannick Noah diramerà le pre-convocazioni per la trasferta che la Francia di Coppa Davis effettuerà a Genova, contro l'Italia. C'è grande attesa, perché stavolta non sarà facile pescare nel mazzo transalpino. L'unico certo di giocare è Lucas Pouille, che ha scelto di saltare il Miami Open per ricaricare le batterie dopo un mese a tutta birra. Faranno parte del quintetto Nicolas Mahut (pure lui assente a Miami) e Pierre Hugues Herbert, una delle migliori coppie di doppio al mondo. Ma gli altri due nomi, da cui emergerà il secondo singolarista, sono un'incognita. Tsonga non sta bene, a Monfils non va tanto meglio (e deve ricucire un rapporto non sempre idilliaco con il resto del gruppo) e gli altri vengono da un periodo di scarsa attività. Adrian Mannarino ha perso subito a Miami (dopo aver perso da Chardy a Indian Wells), mentre Richard Gasquet si è arreso proprio a Chardy: “Mi sono reso conto che non ero fisicamente pronto – ha detto dopo la sconfitta contro Chardy – anche se avessi vinto il primo set, negli altri due sarebbe stata dura. Mi sono fermato troppo a lungo per sperare di vincere una partita di livello. Mi mancano le gambe, la forza nel braccio e il servizio non funziona a dovere. Non è la prima volta che mi succede, torno a lavoro”. Affermazioni inquietanti per Noah, poiché mancano appena 11 giorni al weekend di Genova: non è detto che siano sufficienti per costruire una condizione fisica accettabile, specie con la prospettiva di giocare al meglio dei cinque set. E allora, incredibile ma vero, Noah potrebbe pensare al giocatore più in forma del momento: Jeremy Chardy.
GRANDE STATO DI FORMA
La classifica ATP lo vede al numero 90 (ultimo dei dieci top-100 francesi), ma ha raggiunto gli ottavi a Indian Wells e si è ripetuto a Miami con una prestigiosa vittoria su Grigor Dimitrov, numero 3 del tabellone. Il francese ha trovato il giusto feeling dopo un brutto avvio di stagione e un fastidioso problema al polso (comparso per la la prima volta al New York Open) che sembrava doverlo tener fuori anche da Miami. Dopo Indian Wells, la sua idea era tornare direttamente a Houston. Ma ha giocato talmente bene da cambiare idea. Scelta giusta: contro Dimitrov gli è bastato un break per set per sigillare un 6-4 6-4 che lo proietta negli ottavi contro Milos Raonic. Match difficile, ma meno proibitivo rispetto a quello di due settimane fa contro Federer. In questo momento, Chardy è di gran lunga il francese più in forma. Il fatto che abbia battuto Fognini a Indian Wells (peraltro recuperando da 6-3 4-1 per il ligure) è un segnale che Noah non può trascurare. Se oggi è n.90, Chardy vanta un passato dal numero 25 e oggi sembra tornato sui livelli di un tempo. Il servizio viaggia a meraviglia e il successo su Fognini a Indian Wells è un altro elemento a suo favore in chiave Davis, anche se sta facendo sfracelli sul cemento americano mentre a Genova ci sarà una terra battuta il più lenta possibile. Proprio con l'obiettivo di garantire un perfetto adattamento, Noah pianifica di recarsi a Genova già venerdì, con una settimana d'anticipo, portando con sé sei giocatori. E allora ci si domanda se Chardy possa far parte del progetto-Italia. Se è vero che la panchina francese è piuttosto lunga, nessuno dei galletti sta giocando particolarmente bene. Anzi, c'è chi sta giocando a intermittenza. Chardy ha già giocato in Coppa Davis e sembra aver gettato le basi per una seconda giovinezza tennistica. La prima è iniziata da bambino, quando ha iniziato a giocare a Pau e il suo primo maestro gli ha dato un consiglio che resiste ancora oggi. “Non riuscivo a giocare il rovescio, allora mi ha detto di tirare soltanto il dritto. Correre intorno alla palla e colpire di dritto. Mi diceva che era il mio colpo migliore, quindi dovevo crederci. È stato un consiglio semplice, ma giusto”.
MIAMI: AVANTI DEL POTRO, CILIC E CHUNG
Da allora sono passati più di 20 anni, Chardy si è costruito come giocatore ma continua a fondare il suo gioco sull'accoppiata servizio-dritto, proprio come il suo idolo d'infanzia Pete Sampras. Più che un idolo, era un mito assoluto. “Quando l'ho conosciuto, da ragazzo, non sapevo cosa dire o fare. Abbiamo fatto una foto insieme ma ero perso, nervoso, più di quanto possa accadere sul campo. Per questo mi piacerebbe incontrarlo di nuovo”. Noah non è un capitano banale: nella sua lunga permanenza sulla panchina della Francia ha spesso trovato soluzioni particolari. Su tutte, il recupero di Henri Leconte per la finale del 1991. Per questo, non può permettersi di ignorare Chardy. Proprio come diceva il suo primo maestro, anche contro Dimitrov ha “caricato” a volontà con il dritto, e tanto è bastato per superare il numero 3 del tabellone. In questo momento, Chardy potrebbe essere preso in considerazione anche perché Benoit Paire (l'altro francese in buone condizioni di forma, anche se è appena stato eliminato a Miami) ha un rapporto ancora più complicato con la FFT. Sia pure lavorando sotto traccia per capire quale big potrà dargli disponibilità e rendimento, quanto accade a Miami potrebbe attirare l'attenzione di Noah. Nel frattempo, a Miami prosegue spedita la marcia di Juan Martin Del Potro: l'argentino temeva la sfida con il convalescente Kei Nishikori, ma lo ha liquidato con un doppio 6-2. Avanti anche Cilic (7-5 7-6 a Pospisil), mentre impressiona Hyeon Chung: rifilare 6-1 6-1 a Michael Mmoh non era così semplice.