La Errani si conferma più brava della Vinci a gestire le emozioni di un match tra amiche. Finisce 6-3 6-3 in un clima surreale, condito da 57 errori gratuiti. Ma questa Errani merita le top 10.
Roberta Vinci soffre psicologicamente i match contro Sara Errani
Di Riccardo Bisti – 22 febbraio 2013
Nemmeno i match tra fratelli hanno così poco mordente agonistico. Gli ultimi 15 mesi hanno cambiato le vite di Sara Errani e Roberta Vinci, togliendo significato ai loro scontri diretti in singolare. La semifinale di Dubai, importante soprattutto per la Vinci, è stata molto simile al quarto dello Us Open, quando la Errani si impose in un clima surreale. E’ andata così anche stavolta, con un 6-3 6-3 che non ammette repliche. “E’ sempre difficile giocare contro un’amica, abbiamo provato a comportarci normalmente, ma è dura” ha detto la Errani a caldo, dopo un match in cui non si è visto un solo pugnetto, un gesto di incitamento…niente. Sara e Roberta si vogliono troppo bene per volersi male su un campo da tennis. E allora vince sempre la più forte. O meglio, chi gestisce meglio le emozioni. Sarita ha più fame di successi, ha più voglia di vincere. Si è visto anche oggi, dove ha seguito alla lettera i dettami di coach Lozano: insistere sul rovescio della Vinci, anche a costo di esagerare. Vale la pena fare un inciso: la Vinci ripete spesso che il rovescio “va bene così, mentre il dritto deve essere migliorato”. Per la verità, giocandolo esclusivamente in back, può diventare un tantino prevedibile. Soprattutto per la Errani, che lo conosce a menadito. Più che le rasoiate in slice, la Errani aveva paura delle fiondate di dritto di Roberta. Non la attaccava da quella parte nemmeno quando aveva la chance di muovere il gioco. Alla fine ha avuto ragione lei. Rispetto al precedente di Flushing Meadows, l’incontro di Dubai, presso un Aviation Club non esaurito nemmeno per le semifinali, ha avuto qualche senso tattico in più. A New York erano travolte dall’emozione, stavolta volevano vincere entrambe. Ma la testa di Sara ha qualcosa di più di quella di Roberta.
Dopo tre break nei primi tre game, il primo strappo è arrivato nel quarto game. La Vinci ha avuto una palla per il 2-2, ma dopo aver chiamato a rete la Errani con una smorzata, ha messo fuori il pallonetto. Due errori di rovescio hanno sancito il 3-1. Lotta anche nel sesto game, vinto dalla Errani dopo alcuni scambi durissimi, lunghi anche più di 30 colpi. Il parziale finiva 6-3 ed era chiara la sensazione che Sara avesse più margine e persino qualche soluzione in più. In avvio di secondo, la Vinci prendeva subito un break di vantaggio: era il momento per rovesciare l’inerzia. Niente da fare, ha perso quattro game di fila, consegnandosi a una Errani più che battibile. Sull’1-3, la Vinci ha avuto una chance per salire 2-3 ma ha messo un dritto in rete, scaraventando per terra la racchetta. Gesto inusuale per lei, segno di grande frustrazione. Un altro rovescio fuori misura regalava il game alla Errani, portandola 4-1 mentre il body language dela Vinci era sempre più negativo. Convinta di aver già vinto, la Errani si è presa due game di vacanza (splendida la volèe smorzata che ha sancito il 3-4), ma non c’è mai stata la sensazione che la partita potesse girare. La Errani creava un altro solco con alcuni recuperi prodigiosi e il match terminava con una palla sulla riga, erroneamente valutata fuori dalla Vinci. La pugliese chiedeva l’intervento di occhio di falco, aveva torto e finiva rapidamente sotto la doccia, non prima di aver abbracciato l’amica.
A parte alcune giocate deliziose, il livello tecnico è stato piuttosto basso. Abbiamo visto 57 errori gratuiti (35 la Vinci, 22 la Errani), circa tre per game. Accanto al risultato delle sfide Errani-Vinci andrà sempre messo un asterisco. Detto questo, è opportuno fare i complimenti a Sarita. La campagna australiana era andata male e aveva alimentato qualche dubbio sulla sua capacità di restare tra le migliori: appena sbarcata in Europa, ha colto la finale a Parigi, il buon successo in Fed Cup, i quarti a Doha e adesso questa bella finale negli Emirati. Dovesse vincere (in finale affronterà Petra Kvitova o Caroline Wozniacki), sarebbe il settimo titolo in carriera, sicuramente il più importante. I 320 punti destinati alla finalista, intanto, le hanno consentito di riprendersi (con gli interessi) i 280 conquistati lo scorso anno ad Acapulco.
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