Nelle ultime due settimane i campi del nuovo Tennis Center di Riccardo Piatti a Bordighera hanno ospitato Novak Djokovic (con Andre Agassi), Stan Wawrinka, Tomas Berdych, Viktor Troicki, Borna Coric e altri big del tennis. Sono i primi successi simbolici di un progetto ambizioso, che può regalare all'Italia uno dei poli per l'allenamento più importanti d'Europa.Novak Djokovic con Andre Agassi e Radek Stepanek al seguito, Stan Wawrinka, Tomas Berdych, Borna Coric e Viktor Troicki. Ma anche un ex campione Slam come Thomas Johansson, Ivan Ljubicic (coach di un certo Roger Federer), e il cinese Yibing Wu, vincitore dell’ultimo Us Open under 18. Cosa li accumuna tutti? Nelle ultime settimane, uno dopo l’altro, sono transitati dall’Italia per allenarsi, allenare, o anche solo far visita al nuovissimo Tennis Center di Riccardo Piatti a Bordighera (Imperia), inaugurato dal coach comasco a inizio ottobre. Un piccolo gioiello votato esclusivamente all’agonismo, che di fatto rappresenta la prima struttura italiana a potersi definire accademia al 100%, perché non ha la scuola tennis ma punta tutto sull’alto livello, con i professionisti full-time e al massimo degli stage settimanali per tutti gli altri. Lo dimostra anche la scelta della superficie: il tennis moderno è sempre più orientato verso i campi duri, e allora la struttura ha solo campi in cemento, due all’aperto e due al coperto. Un progetto che ha discrete chance di regalare all’Italia uno dei poli più importanti d’Europa per l’allenamento dei professionisti, portando finalmente anche nel nostro paese una di quelle accademie in stile Norman, Mouratoglou e via dicendo che tanto funzionano in giro per il mondo. I fattori che giocano a favore del Piatti Tennis Centrer sono tanti: da un clima ideale per il tennis, che permette di giocare all’aperto 365 giorni all’anno, alla vicinanza fondamentale con il Principato di Monaco, base di tanti dei più forti tennisti del mondo. Ma anche uno staff di prim’ordine. Oltre a Piatti, i tecnici “fissi” del centro sono Massimo Sartori e Cristian Brandi, mentre per la parte atletica c’è a tempo pieno quel Dalibor Sirola che gli ultimi anni li ha trascorsi insieme a Milos Raonic. E poi ancora l’osteopata e fisioterapista Claudio Zimaglia (anche lui a lungo nel team del canadese), il “mago” della videoanalisi Danilo Pizzorno e tanti altri.LA DECISIONE DI BORNA CORIC
La scelta della Riviera di Ponente, a meno di 15 chilometri dal confine con la Francia, non è affatto casuale. Negli ultimi anni la mano saggia di Piatti, che ha appena messo fine alla collaborazione con Milos Raonic proprio (o così si sospetta) per potersi dedicare al massimo al suo nuovo gioiellino, aveva già fatto miracoli al Bordighera Lawn Tennis Club 1878, il circolo più antico d’Italia, reso ancor più celebre dall’arrivo di tantissimi campioni. Ma poi il Comune di Bordighera ha bocciato il piano di espansione e messa a nuovo del club prossimo ai 140 anni d’età, e allora Piatti ha dato forma a un progetto che aveva in mente già da un po’. Ha lasciato il centro città per spostarsi di un paio di chilometri e inaugurare un’accademia tutta sua, dove hanno già trovato casa tanti giovani italiani, che da tempo hanno deciso di affidarsi ai tecnici del team Piatti, ricevendo la possibilità di allenarsi a fianco o insieme ad alcuni dei più forti giocatori del mondo. Il caso più noto è quello di Stefano Napolitano, che sta svolgendo la preparazione invernale proprio a Bordighera con l’aiuto di Sirola, al cui metodo di allenamento Andreas Seppi ha attribuito parecchi meriti del rendimento trovato nel suo periodo migliore. Proprio Seppi non c’è più, perché dopo aver fatto base in Riviera negli ultimi anni si è appena trasferito con la moglie Michela in Colorado (ce lo racconta nell’intervista sul numero di dicembre-gennaio della rivista, in edicola in questi giorni), ma in compenso ha scelto di rimanere in Riviera per l’intera preparazione invernale Borna Coric. Il 21enne di Zagabria ha provato le strutture, si è trovato bene e ha deciso che il suo 2018 l’avrebbe preparato in Italia. Un bell’esempio di una situazione che – si spera – potrebbe capitare sempre più spesso.
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