Seconda vittoria consecutiva per Paolo Lorenzi al ricco Challenger di Caltanissetta. In finale gestisce con agio un Giannessi non al 100% e abbraccia virtualmente gli oltre 2.000 spettatori: per lui c'è la cittadinanza onoraria. La commozione del presidente del club, Michele Trobia, che a 77 anni lascia l'incarico. (Foto di Walter Lo Cascio)

“Mi chiedono sempre perché a Caltanissetta vengo da solo, senza coach o preparatore. La risposta è semplice: perché ci siete voi. Non ho più parole per dimostrare la mia riconoscenza verso questa città”. Lo ha detto Paolo Lorenzi durante la premiazione del Trofeo CMC – Città di Caltanissetta, suo diciannovesimo titolo Challenger in carriera, il secondo consecutivo a Villa Amedeo. Come nel 2016, Caltanissetta ha festeggiato una finale tutta italiana. Se l'anno scorso fu Matteo Donati ad arrendersi al senese, stavolta è stato il turno di Alessandro Giannessi. Lo spezzino, comprensibilmente appagato dopo il raggiungimento dei top-100 ATP, nonché vittima di qualche problema fisico, non si è espresso al meglio in una finale che è filata via liscia per Paolino, vincitore col punteggio di 6-4 6-2 e sempre più “Re” di Caltanissetta. Non è una metafora, giacché il sindaco Giovanni Ruvolo gli ha conferito la cittadinanza onoraria, nel rispetto di una promessa fatta lunedì scorso, durante il Kids Day. Ma ciò che rende speciale il più ricco torneo italiano (dopo Roma, ovviamente) è il pubblico, la travolgente passione che accompagna l'intera città per i nove giorni di gara. A seguire la finale c'erano oltre 2.000 persone. Si sono arrampicati ovunque, anche sulle tribune del campo adiacente: per accontentare tutti, gli organizzatori hanno predisposto uno schermo sopra la tribuna per tutti quelli che non sono riusciti a trovare posto.

IL SALUTO DEL PRESIDENTE
Un successo del genere, in una città di 63.000 abitanti, è qualcosa di incredibile. I giocatori lo sanno e le frasi pronunciate da Giannessi e Lorenzi, durante la premiazione, non erano di circostanza. Il miracolo nisseno – perché di miracolo si tratta – è stato reso possibile da un mare di volontari e professionisti che si sono messi disposizione, anima e corpo, per la riuscita dell'evento. Menzionarne qualcuno sarebbe un torto per gli altri, anche se merita una citazione un ragazzo dedito alla manutenzione dei campi, che ha fatto il suo dovere nonostante avesse una gamba KO. E quando gliel'hanno fatto presente, si è commosso. Ma c'è un uomo che, più di ogni altro, “sente” questo torneo come un figlio. Si tratta di Michele Trobia, storico presidente del Tennis Club Caltanissetta. Chiunque ami il tennis si sarà commosso nell'ascoltare il suo discorso durante la premiazione, peraltro amplificato dalla diretta TV di SuperTennis. In preda alla commozione, Trobia ha ringraziato tutti e ha comunicato l'abbandono alla carica di presidente, sia per ragioni anagrafiche (ha 77 anni) che per tenere a bada la propria salute. “Spero con tutto il cuore che il torneo possa andare avanti e continuare a crescere” ha detto, lasciando intendere che l'uomo preposto alla continuità sarà il direttore del torneo Giorgio Giordano. Spesso si utilizza la frase “persona d'altri tempi” per definire chi è particolarmente educato, di classe. Trobia è davvero persona d'altri tempi, per l'immensa passione e l'eleganza retrò nel modo di porsi ed esprimersi. Non ha mai voluto mettersi in mostra, al punto che nelle varie foto delle premiazioni non era semplice trovare uno scatto dove ci fosse anche lui. Stavolta non ha potuto esimersi e si è preso l'abbraccio virtuale di oltre 2.000 persone.

LORENZI CI SARA' ANCHE L'ANNO PROSSIMO
Ma un'eccezione la doveva fare: posare insieme a Paolo Lorenzi, con il quale si è creato un rapporto che va ben oltre quello tra un giocatore e un presidente di circolo. Non a caso, al momento dei ringraziamenti, Paolo lo ha menzionato per primo, informando che i due si sentono regolarmente durante l'anno. “E mi augura sempre buona fortuna via messaggio prima di un match importante”. E allora, anche in virtù di questo rapporto, Trobia saluta nel momento giusto, il più bello, l'apoteosi di chi ha portato i professionisti a Caltanissetta nel 1999, quando il torneo era una semplice tappa dei vecchi circuiti Satellite. Poi è diventato un Futures, poi un Challenger…un'escalation incredibile, tenendo conto delle dimensioni della città e della crisi economica che dal 2008 in poi ha messo in ginocchio parecchi eventi. Invece Caltanissetta è cresciuta e ha regalato ben 125 punti ATP a Lorenzi, che dunque resta saldamente tra i top-40 ATP, e ha concesso a Giannessi il bottino necessario per entrare tra i primi cento, l'obiettivo di una vita. Il circuito riparte, a partire dai Challenger italiani che non avranno pausa fino a fine estate (Todi, Milano, Recanati, Perugia e San Benedetto del Tronto sono solo le prossime tappe), mentre Caltanissetta potrà riposare per qualche giorno prima di iniziare a pensare alla ventesima edizione. Con una promessa che, visto il personaggio, è una certezza. “Posso promettervi che l'anno prossimo ci sarò ancora” ha detto Paolo Lorenzi. E giù il sipario.