AUSTRALIAN OPEN – Clamorosa eliminazione di Serena Williams. Sofferente alla schiena, resta in campo ma cede alla distanza contro la giovane Sloane Stephens.
Sloane Stephens ha impressionato per la solidità mentale
Di Riccardo Bisti – 23 gennaio 2013
Forse ricorderemo questa partita a distanza di anni, soprattutto se Sloane Stephens diventerà una Campionessa con la C maiuscola. E’ già una campioncina, lo ha dimostrato nel 3-6 7-5 6-4 con cui ha interrotto l’infinita striscia vincente di Serena, facendo un regalo grosso così alle varie Sharapove e Azarenke. La campionessa del presente contro quella del futuro, nera contro nera…questo match aveva mille simbologie, senza dimenticare l’ammirazione di Sloane per Serena. Aveva il suo poster in camera (“Adesso mi toccherà mettere il mio, di poster!” ha bofonchiato nell’intervista sul campo) e la osservava come fanno faceva Bernardette con la Madonna quando l'ha conosciuta in Fed Cup. Adesso l’ha battuta ed è in semifinale all’Australian Open ad appena 19 anni e 10 mesi. Un risultato straordinario, reso ancor più poetico dalla sua storia. Non è cresciuta schivando pallottole come Venus e Serena, ma ha iniziato a giocare a tennis sulle orme del padrino, in un club dove tutti ridevano di lei perché era troppo piccola. Ma quando l’hanno vista giocare si sono zittiti. Sloane ha sofferto perché non ha mai conosciuto il padre, quel John Stephens che era stato un running back NFL negli anni 80 e 90. Era uno squilibrato, accusato di violenza sessuale. Negli ultimi anni aveva riconquistato l’affetto della figlia, tanto che lei andò al suo funerale durante lo Us Open Junior. Era morto in un incidente stradale, due anni dopo che un cancro le aveva portato via il padrino. “Ancora oggi mi domando chi mi accompagnerà lungo la navata quando mi sposerò – dice con gli occhi lucidi – e non so chi chiamare per dire di comprare l’ultimo numero di Vogue”. Già, proprio la rivista le cui facce “sono miti per noi”, come cantavano gli 883, le ha dedicato un servizio. Perché Sloane è molto carina, ha un viso pulito che non passa inosservato.
E' lo stesso per il suo tennis. Il destino ha voluto che la vittoria più importante non abbia coinciso con la migliore prestazione. Da quando Serena si è ingrippata la schiena, nel cuore del secondo set, è diventata una battaglia psicologica. Quando affronti una campionessa in cattive condizioni, il rischio di essere travolti è dietro l’angolo. Ed anche la piccola Sloane ha avuto le sue paure. Ma aveva già avuto la capacità di restare attaccata a Serena prima dell’infortunio. Sotto 6-3 2-0, non si è arresa e ha continuato a giocare. Aveva quasi rovesciato l’inerzia della partita quando Serena si è fatta male sul 3-3 ed è piombata sul 3-5. A quel punto Sloane ha avuto la tremarella, ha subito il break e al cambio di campo Serena è uscita dal campo per farsi trattare. In quegli attimi le saranno passati per la testa milioni di pensieri. Infatti si è fatta riprendere e sembrava destinata a una sconfitta in due set, con i lettini del centro fisioterapia già pronti per rimettere in sesto Serena entro 24 ore. Invece Sloane ha continuato a giocare, tranquilla, e ha allungato il match al terzo. Per vincere game così importanti, ci vogliono gli attributi. Serena lo sapeva, tanto da aver frantumato la racchetta al cambio di campo. Il terzo è stato una battaglia ancora più tesa. Equilibrio fino al 3-3, poi il settimo game dava il break a Serena. Alzi la mano chi avrebbe pensato all’ennesimo sorpasso. Invece Sloane ha vinto due game combattutissimi e ha strappato il servizio all’avversaria nell’ultimo. Era così incredula da non avere la forza di esultare. Ti aspetteresti un festeggiamento degli del Carnevale di Rio, invece è arrivato uno sguardo commosso verso il suo box, seguito da un sms a mamma Sybil. Insieme alla zia, è la persona più importante della sua vita. Qualche mese fa non stava in piedi, era in preda a una crisi un po’ adolescenziale e un po’ esistenziale. Allora l’ha chiamata via Skype per sfogarsi. Lei, da brava mamma, ha preso il primo aereo ed è venuta a tranquillizzarla. Si sono viste a Roma, hanno fatto un giro nei Musei Vaticani e Sloane le diceva: “Mamma, il tennis non è il mio mestiere”. Sybil, che di professione fa la psicologa, l’ha lasciata sfogare, sapeva che era solo un momento. Infatti ha iniziato a giocare bene, raggiungendo gli ottavi al Roland Garros.
Sloane ha un rapporto particolare anche con i nonni. Dopo la vittoria sulla Jovanovski, si augurava che non avessero visto il match “Altrimenti sarebbero stati colpiti da quattro attacchi di cuore”. Stavolta li ha salutati in mondovisione, immaginando che fossero in trepidazione davanti al computer. Questa vittoria ha fatto nascere una stella. Era solo questione di tempo, ma ha saputo cogliere l’occasione, un po’ come fece Roger Federer quando battè Pete Sampras a Wimbledon. E ha saputo conquistare il pubblico, intenerito dalle sue risposte semplici ed emozionate. Quando Rennae Stubbs le ha detto: “Tu non sei la nuova Serena Williams…sei semplicemente la nuova Stephens”, ha risposto. “Beh, ha un bel suono, mi piace”. Il gruzzolo che intascherà le permetterà di farsi qualche regalo. Pensava di portarsi a casa un souvenir. “Ma a questo punto ne prenderò due. E avevo implorato mia mamma di comprarmi un paio di scarpe. Credo che al mio ritorno le troverò”. In semifinale se la vedrà con Victoria Azarenka, che sarà ben felice di mettere da parte i propositi di rivalsa con Serena Williams e affrontare una ragazza alle prime armi. “Sarà un’esperienza divertente – ha detto – cercherò di fare le stesse cose di oggi”. Tanti si domanderanno dove può arrivare questa ragazza. Andrà lontano, perché i mezzi campioni non vincono partite come questa. E poi ha un tennis esplosivo che ha importanti margini di miglioramento. Con il dritto ha spesso lasciato ferma Serena, ma gioca bene in tutte le zone del campo. Tuttavia, è la testa che fa la differenza. Adesso arriverà il difficile: gestire la probabile sconfitta con la Azarenka e le aspettative che le pioveranno addosso. Ma c'è da essere ottimisti.
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