Dopo una carriera di stenti “rossi”, lo scozzese trova un feeling eccezionale subito dopo il matrimonio e vola in finale a Madrid: Nishikori è azzannato, la terra veloce potrebbe dargli una mano contro il ritrovato Nadal. 

Non è mai troppo tardi. Passi dieci anni della tua carriera a non giocare una sola finale sulla terra battuta, dieci anni passati a faticare, a non sentirti a tuo agio e a non vedere l'ora che arrivi l'agognata erba o il più rassicurante cemento. E poi, all'improvviso, l'incoscienza. Ti ritrovi ad essere un terraiolo. Un terraiolo di classe. Non è passata una settimana dalla vittoria a Monaco di Baviera e Andy Murray ci ha preso gusto. Domani giocherà la seconda finale consecutiva, su questa superficie. E sarà un compito ingrato e ostico. Contro un Rafa Nadal sulla via della redenzione. Ma lo scozzese sembra proprio essere in versione monstre. Alla Caja Magica non ci sarà nessuna rivincita per il giapponese Nishikori, ferito più che sconfitto nella finale dello scorso anno proprio contro Nadal. E pensare che era parso in grandissimo spolvero, facendo letteralmente a pezzi David Ferrer. Se contro lo spagnolo Kei non vedeva ritornare indietro nessuno dei suoi colpi o quasi, in semifinale s'è dovuto arrendere, sin dai primi scambi, alla risposta di Murray. Sempre in bilico, l'equilibrio, nei primi game. Nishikori annulla una palla break nel quinto gioco. Ne deve fronteggiare un'altra, nel settimo, ottenuta da Murray con una deliziosa smorzata. Nishikori non ha saputo incidere col servizio, lo scozzese ne ha approfittato. Kei gioca una seconda tanto debole quanto invitante e il break è cosa fatta.

 

ANDY SFAVORITO? CHISSA'…

Il set finisce poco dopo, cinque game di fila per Andy che chiude sul 6 a 3. Nishikori è ben lungi dall'entrare in partita. Solo un sussulto, forse più dettato dalla distrazione di Murray che dalla rivalsa di Kei, sull'1 pari. Quando il giapponese si inventa due smorzate e ottiene il primo break dell'incontro. Ma per tenersi stretto il maltolto, c'è bisogno del servizio. E il servizio di Nishikori, stasera, proprio non funziona. Viene infilzato come un tordo da Murray, che recupera il break senza versare un'oncia di sudore. Passano i minuti, passano i game. I titoli di coda sono lì, dietro l'angolo. Il giapponese sventa una palla break sul 3 a 4. Ma nulla può e nulla tenta due game più avanti. Quando offre ad Andy il primo match point. Che ringrazia e conquista la finale numero 49 in carriera. Quarta in stagione e quattordicesima in un Masters 1000. Ma quel che più conta, la prima davvero importante sul rosso. Non avremo l'epica rivincita: eppure ci sarà molto, moltissimo da raccontare "Contro Rafa sarà durissima, soprattutto giocando qui in Spagna. Credo che abbia giocato molto bene questa settimana. Spero di poter fornire una buona prestazione e rendergli la vita difficile “. Ma forse nemmeno Andy , ci crede, di partire da sfavorito.

 

ATP MASTERS 1000 MADRID – Samifinali

Rafael Nadal (SPA) b. Tomas Berdych (CZE) 7-6 6-1

Andy Murray (GBR) b. Kei Nishikori (GIA) 6-3 6-4