È iniziata la rivoluzione di mister Haggerty
Manca l'approvazione delle Federazioni nazionali, ma il board dell'ITF ha deciso: dal 2018 i singolari (ma non il doppio!) di Coppa Davis si giocheranno al meglio dei tre set, mentre le nazionali vincitrici di Davis e Fed Cup potranno esordire in casa l'anno successivo. Ancora nessuna conferma sulle finali in sede neutra: la proposta – che riguarda da vicino la città di Torino – verrà valutata di nuovo a fine mese.Manca l’approvazione delle associazioni nazionali, ma salvo sorprese gigantesche (e alquanto improbabili) arriverà nel meeting annuale dell’ITF previsto ad agosto in Vietnam. Quindi, per Coppa Davis e Fed Cup, si può a tutti gli effetti iniziare a parlare di rivoluzione. Una rivoluzione che il nuovo presidente dell’ITF David Haggerty aveva promesso già durante la campagna elettorale del 2015, e che pian piano sta mettendo in pratica. Le vere modifiche ai format approvate dal board ITF, che diventeranno ufficiali già dal prossimo anno, per ora sono due: singolari al meglio dei tre set e possibilità offerta alle vincitrici di ospitare in casa il primo turno dell’edizione successiva. A loro modo, sono entrambe storiche. La seconda, che vale sia per gli uomini sia per le donne, non è così importante, anche se va a mettere mano a una tradizione lunghissima e “sballa” l’alternanza casa-trasferta, mentre la prima – che riguarda ovviamente solo il maschile – è destinata a far discutere a lungo. Gli incontri di Coppa Davis saranno comunque spalmati su tre giorni, ma gli incontri di singolare non si giocheranno più al meglio dei tre set, peculiarità che ha regalato tante sfide epiche. Addio fascino e profumo di storia, in favore di una messa a nuovo voluta dai giocatori e soprattutto dalle tv, sempre più determinanti nelle logiche di mercato e sempre meno felici di mandare in onda incontri che possono durare un’ora e mezza come sei ore. La particolarità è che il doppio, invece, resterà al meglio dei cinque set. Il motivo è quello di garantire al pubblico pagante una sessione di gioco (quella di sabato) il più soddisfacente possibile, anche se di una differenza fra la durata dei match della stessa competizione – ricordate le finali dei Masters Series al meglio dei 5 set? fino al 2006 era così – onestamente non se ne sentiva la mancanza. Forse, giocando su tre set poteva avere senso ridurre il tutto a due sole giornate come avviene per la Fed Cup (pare sia una strada in via di valutazione per il futuro…), ma anche qui c’è un freno: la decisione avrebbe ridotto il potenziale economico della competizione nei confronti di sponsor e televisioni, chiamate e investire non più per una visibilità di tre giorni ma solamente per due.Nella nota pubblicata dall’ITF, si legge inoltre che verranno ridotti i costi per le nazioni ospitanti delle sfide (ma non è specificato come) e che verrà rivista la politica riguardante le sfide decise prima della conclusione di tutti gli incontri (3-0, 3-1), con l’obiettivo di ridurre gli inutili match a punteggio acquisito. “Coppa Davis e Fed Cup – ha detto Haggerty – sono due icone nel mondo dello sport, ma non ci sono dubbi sul fatto che un cambiamento sia necessario, per permetterci di sfruttare tutto il potenziale delle competizioni. Ci auguriamo che le associazioni nazionali capiscano che votare in maniera favorevole a questa riforma equivale a votare per il futuro a lungo termine delle competizioni e del tennis in generale”. Per il momento, invece, ancora nessuna decisione sui potenziali ritocchi al calendario, altro cavallo di battaglia di mister Haggerty. Ci si aspettava l’ufficialità già dal Roland Garros, invece l’ITF si è limitata solamente a comunicare che le proposte per ospitare le finali di Davis e Fed Cup in un'unica sede sono state ricevute e studiate, ma che subiranno un’altra valutazione nel corso del mese di giugno (e non è detto che resti quella definitiva). Uno slittamento che non sorprende, visto che su questo punto non sono d’accordo numerosi dei giocatori più coinvolti a livello politico, come Novak Djokovic, Andy Murray e altri. La creazione di una finale in sede unica, stabilita con largo anticipo, riguarda da vicino l’Italia, visto che l’ormai collaudata partnership FIT-CONI ha spedito la candidatura per organizzare il tutto al PalaAlpitour di Torino, impianto costruito nel 2006 per i Giochi Olimpici invernali e in grado di ospitare fino a 16.000 spettatori in assetto da basket. La proposta sembra far gola all'ITF, ma – almeno ufficialmente – se ne riparlerà più avanti.