Simone Bolelli rimonta un set a Mannarino e si prende i quarti di finale sull’erba di Nottingham. È la quarta volta che ci riesce nel 2015, ma non ha mai saputo andare oltre. Avrà un'ottima chance contro Marcos Baghdatis, e la classifica gli darà presto ragione.L’ATP 250 di Nottingham ha dato le risposte che Simone Bolelli stava cercando: la netta sconfitta subita al Queen’s contro Richard Gasquet è stata solamente un caso. Il bolognese l’ha dimostrato prendendosi il primo quarto in carriera sull’erba all’Aegon Open, ultimo appuntamento prima di Wimbledon e di nuovo in calendario dopo qualche anno di assenza. Il tabellone gli ha offerto una buona chance, e lui ci si è fiondato dentro con tutte le sue forze, battendo prima Soeda, poi Klizan e quindi Mannarino, superato in rimonta per 3-6 6-4 6-4. Tre vittorie concrete sul piccolo Campo 1, con poco pubblico e lontano dai riflettori, ma non per questo meno importanti. Addirittura, non se ne prendeva tre nello stesso torneo dal febbraio 2013, quando arrivò in semifinale a San Paolo. Stavolta per entrare fra i migliori quattro gli manca ancora uno step, perché il tabellone di Nottingham ha 48 giocatori e dunque un turno in più, ma la chance arriverà fra poche ore contro Marcos Baghdatis, grande sorpresa del torneo. Sull’erba ci ha giocato una semifinale a Wimbledon, ma era da un po’ di tempo che non faceva parlare di sé. Ha battuto la prima testa di serie David Ferrer e si è ripetuto contro il giovane Alexander Zverev, ma coi suoi alti e bassi rimane comunque un avversario d’oro, per sfatare finalmente il tabù semifinale che dura appunto dal Brasil Open di due anni fa, ultimo acuto prima dell’infortunio al polso che ha obbligato l'azzurro a ripartire quasi da zero. Ce l’ha fatta in meno tempo del previsto e sta disputando un ottimo 2015, certificato da un dato significativo: fra gli azzurri, è quello ad aver raggiunto più volte i quarti, ben quattro. È vero che Seppi si è preso due finali e Fognini una, mentre lui non ha mai saputo andare oltre, ma prima o poi la costanza che lo sta accompagnando dall’inizio dell’anno darà i risultati sperati.
UN SET DA PANICO, POI LA SVOLTA
In fondo, l’obiettivo fissato con Giancarlo Petrazzuolo, e probabilmente ribadito dopo l’arrivo sulla sua panchina del tandem Galimberti-Torresi, era proprio questo: niente traguardi particolari da raggiungere, ma il desiderio di rimanere più anni possibile anno intorno ai top 50, con la certezza che prima o poi la chance arriverà. Poteva succedere al Roland Garros, dove per due set ha sparato vincenti a raffica contro David Ferrer, e non è detto che non possa arrivare a Nottingham. In attesa di scoprirlo, Simone si è fatto trovare pronto contro Mannarino, reagendo a un’inattesa situazione complicata. L’avvio era stato molto incoraggiante: break al quarto game e subito 3-1, ma poi si è spenta la luce. L’azzurro, che mai aveva ceduto il servizio nei primi due incontri, è andato in panne con la seconda palla e l’ha perso per tre volte consecutive, finendo per cedere il primo set di fronte a un avversario solido e poco più. Da quando il francese ha cambiato il movimento del diritto mancino, ripiegando su un’impugnatura ‘continental’ a causa di un fastidio che non gli permetteva di giocare, ha trovato il miglior tennis della carriera e soprattutto è diventato meno falloso dalla parte sinistra, storico punto debole del suo gioco.
LA CLASSIFICA GLI DARÀ PRESTO RAGIONE
Se n’è accorto anche Bolelli, che non è riuscito a sfondarlo come avrebbe voluto, ma è stato molto bravo a tenere duro nelle fasi iniziali del secondo, quando due palle-break avrebbero potuto costargli il quarto break di fila e forse l’incontro. Le ha salvate e si è finalmente rimesso in carreggiata, tornando a giocare con ordine e concretezza. Un allungo sul 3-3 gli ha dato il secondo set, preludio a un terzo nel quale è emersa tutta la superiorità del tennista di Budrio. Ci sono stati tanti game lottati, col giocatore al servizio costretto a inseguire, e sarebbero bastati un paio di errori in più per perdere la partita. Invece, nelle situazioni delicate Simone ha tenuto il rivale a distanza grazie al servizio, e sul 2-2 ha concretizzato l’unica chance a sua disposizione. Una bella prova di forza che gli regala una certezza in più: quel best ranking di numero 36 del mondo è assolutamente alla sua portata. Lo dicono le sensazioni, ma anche la classifica degli avversari battuti in terra inglese: sia Mannarino sia Klizan lo precedono di una ventina di posizioni, proprio quelle che lo separano dal traguardo, eppure Simone ha più tennis di entrambi. Non conta solo quello, ma il divario nel gioco è talmente ampio da gridare vendetta. La sensazione è che prima o poi l’azzurro ce la farà. Deve solo attendere il suo momento, senza fretta. Per ora l’ha fatto benissimo.
ATP 250 NOTTINGHAM – Ottavi di finale
Simone Bolelli (ITA) b. Adrian Mannarino (FRA) 3-6 6-4 6-4
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