VERONA – Se qualcuno avesse ancora il dubbio se recarsi o meno a Modena per le finali de “La Grande Sfida 4”, lo spettacolo visto a Verona ha dato tutte le risposte possibili. Uno spettacolo bello, divertente ed emozionante. Bello perché, sia pure a velocità ridotta, le quattro leggende esprimono ancora un gran tennis e hanno strappato decine di ovazioni al buon pubblico del Palaolimpia. Divertente perché l'assenza di tensione agonistica ha consentito diverse gag e scenette simpatiche. Emozionante perché vedere quattro miti degli anni 80-90, forse il periodo più bello nella storia del tennis, ha riacceso emozioni che hanno scritto la storia di questo sport. A giocarsi il titolo, domenica pomeriggio, saranno John McEnroe e Sergi Bruguera, emersi da una serata piena di spettacolo.
BRUGUERA – LECONTE 6-3 7-6(2)
In finale c'è andato lo spagnolo, ma l'applausometro ha decisamente premiato il francese. Il mitico “Riton” è stato mattatore assoluto, sia con alcune giocate super che con simpatiche gag che hanno coinvolto il pubblico. La regolarità di Bruguera continua ad essergli indigesta come era capitato nel circuito ATP (ci ha perso cinque volte su cinque), ma il francese si è attirato il favore del pubblico con una condotta estremamente simpatica. Insomma, un vero “animale da esibizione”. Vale la pena raccontare alcune delle gag più divertenti, perché è stato davvero irresistibile. Incontenibile.
Dopo aver colpito un giudice di linea con un servizio, ha mimato il gesto del dolore per essere stato colpito nelle parti basse.
Durante uno scambio, ha imitato le urla di Bruguera.
A un cambio di campo, ha scherzato persino con il frigo dell'acqua. “Non bastano tutte le bottiglie del mondo per rimettermi in sesto”
Dopo una gran risposta vincente si è rivolto in spagnolo a Sergi: “Ti è piaciuta questa, eh?”. Al punto successivo, il catalano ha tirato un ace…
Prima di tirare un servizio, ha imitato i tic di Rafael Nadal, poi quelli dello stesso McEnroe.
Dopo un grave errore sotto rete, si è avvicinato a Nicola Pietrangeli in tribuna, invitandolo a scendere in campo. “Sono troppo vecchio”, gli ha risposto il buon Nick.
Dopo l'ennesima rincorsa vana, ha pensato bene di riposarsi entrando nell'automobile parcheggiata a fondo campo.
In tutto questo, la partita è stata interessante. Pur a ritmi più bassi rispetto a 20 anni fa, entrambi hanno mostrato le loro virtù. Il dritto super-arrotato di Bruguera è sempre lo stesso, ma l'accelerazione di braccio di Leconte è qualcosa di impressionante. Quando ha l'occasione per spingere, la fiondata è esattamente la stessa di allora. E l'ovazione del pubblico l'ha sottolineato. Alla lunga, tuttavia, la solidità di Bruguera è venuta fuori. Lo spagnolo è stato bravissimo a non perdere mai la concentrazione quando Leconte “gigioneggiava”, ed anzi ha trovato energia positiva da ogni singola gag.
MCENROE – WILANDER 6-2 6-4
Fatte le debite proporzioni, è sembrato che il John McEnroe del 1984 si sia materializzato sul Play-It del Palaolimpia. In una partita dal forte sapore agonistico, l'americano ha superato Mats Wilander con un netto 6-2 6-4. E' stato uno spettacolo, un tripudio per il talento del mitico Mac. Favorito dalla rapidità della superficie, non ha concesso chance allo svedese, che pure è più giovane di lui ed è tirato a lucido fisicamente. Ma anche SuperBrat è in grandi condizioni e ha giocato una partita strepitosa. Preciso e regolare da fondocampo, con i suoi movimenti personalissimi e arcinoti agli appassionati, ha deliziato con volèe millimetriche, slice radenti e servizi dalle traiettorie impossibili. Nel primo set, Wilander non ci ha capito nulla. C'è stata più partita nel secondo, ma lo svedese ha preso il ritmo quando McEnroe era già avanti di un break. Ha avuto le uniche chance sul 3-2, ma l'americano ha cancellato la prima con un bel passante incrociato e la seconda con un servizio vincente. Il tutto condito dalle solite gag, come i lanci di racchette e qualche protesta con il giudice di sedia Giuseppe De Pasquale. Ma l'ha fatto per il pubblico, che si aspettava i suoi mitici “outburst”. Lui rideva sotto i baffi. Paradossalmente, McEnroe ha tirato i colpi migliori da fondocampo. Il colpo che ha mandato in visibilio la gente è stato un passante lungolinea, di rovescio, tirato a una velocità supersonica. Il newyorkese adora l'Italia, l'ha definita uno dei suoi paesi preferiti anche nella clip di presentazione, e tiene da matti a vincere una tappa dell'ATP Champions Tour nel nostro paese, specie dopo la delusione dell'anno scorso. Durante il match ha agitato più volte il pugnetto in segno di esultanza, e dopo il matchpoint si è scatenato. C'era un gruppo di tifosi con la sua mitica tuta blu e rossa, griffata USA. Li ha visti e ha lanciato loro la maglietta. Entusiasmo puro.
Domenica ci sarà il gran finale al Palapanini di Modena (ore 16, diretta TV su SuperTennis) e c'è grande attesa per capire se John McEnroe riuscirà finalmente a vincere la Grande Sfida dopo il deludente (per lui) terzo posto dell'anno scorso, quando pescò l'inarrivabile Goran Ivanisevic in semifinale. Contro Bruguera non ha mai giocato nel tour ATP e andrà a caccia del 21esimo titolo nel circuito senior, dove è già il più titolato di tutti. Sarà interessante vedere come saprà gestire il topspin esasperato dello spagnolo e i 12 anni di differenza che, alla lunga, potrebbero essere decisivi. Nella finalina per il terzo posto, Wilander sfiderà Leconte nella rivincita della storica finale del Roland Garros 1988, vinta in tre set dallo svedese. Si sono affrontati 13 volte e in ben 11 occasioni si è imposto Wilander. Chissà che Riton non possa togliersi una soddisfazione a due passi dalla sede della Ferrari, lui che tanto ama la velocità…