Seppi schianta uno stremato Capdeville e ci regala il punto del 3-1. Abbiamo ottime chance di giocare il primo turno in casa. Ma il futuro immediato come si prospetta?
La stretta di mano tra Seppi e Capdeville
(Foto Costantini – FIT)
Di Riccardo Bisti – 16 settembre 2012
Tutto come previsto: l’Italia resta in Serie A. Non è stata una passeggiata e nemmeno un trionfo, ma l’importante è aver conservato un posto del World Group con buone possibilità di giocare in casa il primo turno del 2013. Era importante vincere e ce l’abbiamo fatta. Per avere una remota speranza di vittoria, il Cile avrebbe dovuto fare affidamento sul migliore Capdeville di sempre. Avrebbe dovuto battere Fognini senza sudare troppo, vincere il doppio e poi giocare la partita della vita (o quasi) contro Andreas Seppi. Nel momento in cui è stato assalito dalla stanchezza già durante il primo match, le (minime) speranze del Cile sono franate. E’ stato bravo a giocare un doppio dignitoso (aiutato dalla pessima prestazione degli azzurri), ma oggi non ne aveva più. E allora per Andreas Seppi è stato facile mettere in cassaforte il 3-1 e garantirci la seconda presenza nel World Group negli ultimi 12 anni. Non dobbiamo gioire e nemmeno esultare troppo, ma è positivo tornare a respirare con continuità l’aria del grande tennis, con tutti i benefici che comporta. I primi due weekend di febbraio, dunque, saranno all’insegna della nazionale. Prima la Davis cercherà di volare nei quarti per la prima volta dopo 15 anni, poi le azzurre sfideranno le americane (probabilmente a Rimini) per allungare l’epopea della Fed Cup. Nella splendida cornice della Rotonda Diaz, e con un pubblico finalmente all’altezza, Andreas Seppi ha raccolto i cocci di un Capdeville sfibrato dalla fatica dei giorni scorsi. Nel 2012 ha vinto poche partite, il suo fisico è “esploso” dopo aver giocato nove set tra venerdì e sabato.
C’è stata partita fino al 3-3, poi Seppi ha messo il turbo e non ha avuto nessun problema a chiudere con il punteggio di 6-3 6-1 6-3. Capdeville non ne poteva più, la connessione tra cuore, muscoli e cervello è andata in corto circuito. Il match è durato 92 minuti, una miseria che ha consentito ai napoletani di pranzare con comodo prima di recarsi al San Paolo per la partita degli azzurri contro il Parma. Come abbiamo scritto ieri, il weekend di Napoli ci ha fornito insegnamenti importanti. Se vogliamo essere competitivi in Coppa Davis e cercare di crescere, magari scacciando per sempre l’incubo della Serie B, dobbiamo esaltare il gruppo e preparare le partite con attenzione maniacale, oltre a creare un doppio che giochi stabilmente nei tornei (classifica permettendo, obviously). Vogliamo puntare su Daniele Bracciali? Va benissimo, però mettiamogli un compagno fisso. L’aretino aveva ottenuto buoni risultati con Starace, ma il campano è uscito (definitivamente?) dal giro della Davis, dopo aver dato tanto negli anni più bui. Seppi è il meno doppista. E allora uno tra Fognini e Bolelli potrebbe essere la scelta giusta. Naturalmente andrà testata la motivazione dei nostri a svolgere una programmazione individuale che tenga conto della Davis. Altrimenti rischieremo di perdere contro altri Aguilar-Capdeville, magari dopo esserci radunati a 3-4 giorni dalla sfida. La Davis, purtroppo, non si vince così.
Naturalmente ci sono anche i lati positivi. Il 2012 dell’ItalDavis non è stato da 7,5 come ha detto Barazzutti (è forse da 7,5 perdere in due giornate contro la Repubblica Ceca e farci trascinare al quarto match dal Cile?), ma per la prima volta dopo anni non ci sono state polemiche. L’infortunio di Fognini a inizio stagione, per certi versi, è stato “benedetto”. Era il match del ritorno di Andreas Seppi dopo due anni d’assenza, e il capitano sarebbe stato in grande imbarazzo. Convocare chi ci ha riportato in Serie A oppure il nostro miglior giocatore? Probabilmente avrebbe optato per una soluzione “democristiana”, con Seppi quinto uomo a fare da sparring. L’infortunio di Fognini gli ha tolto ogni impiccio. Il crollo di Starace, poi, ha reso più semplici le ultime convocazioni. L’immediato futuro della nostra Davis non può prescindere da Seppi, Fognini e Bolelli. E’ così per ragioni di età e potenzialità. Si può discutere sull’utilità di portare un doppista, anche se tutte le squadre di più forti si comportano così (Spagna con Marc Lopez, Argentina con Schwank, Serbia con Zimonjic, gli Stati Uniti ne portano addirittura due), e poi l’assenza di un singolarista che possa cambiare le carte in tavola giustifica la scelta. Il problema è il futuro a lungo termine. Volandri, Cipolla e Lorenzi non sono più bambini, Giannessi deve ancora effettuare l’ultimo salto di qualità….e poi? I giovani dotati di miglior classifica sono il “viennese” Riccardo Bellotti (n. 358), Marco Cecchinato (n. 408), Federico Gaio (n. 466) e Viktor Galovic (n. 491). Ragazzi che possono fare bene, ma da qui a giocare nel World Group ce ne passa. Le cose potrebbero cambiare quando arriverà la generazione del 1995-1996, con il trio Quinzi-Donati-Napolitano che promette bene. Adesso bisogna lavorare duramente, puntando forte sulla crescita del Settore Tecnico, a partire dalla nomina di un nuovo direttore. Voci di corridoio dicono che sia già stata scelto e che entro il 2012 verrà nominato. Ma un coach di livello non basta: è il sistema che deve funzionare a dovere.
COPPA DAVIS 2012 – PLAY OFF
ITALIA – CILE 4-1
Andreas Seppi (ITA) b. Guillermo Hormazabal (CHI) 75 61 62
Fabio Fognini (ITA) b. Paul Capdeville (CHI) 26 62 67(6) 61 62
Paul Capdeville / Jorge Aguilar (CHI) b. Andreas Seppi / Daniele Bracciali (ITA) 64 46 64 62
Andreas Seppi (ITA) b. Paul Capdeville (CHI) 63 61 63
Simone Bolelli (ITA) b. Christian Garin (CHI) 64 63
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