Il serbo ha comunicato un'aggiunta al suo team: Dusan Vemic, ex giocatore serbo, diventerà l'assistente di Marian Vajda. “Lo conosco sin da bambino e si è sempre comportato bene. Inoltre va molto d'accordo con Marian”. Si tratta di un ritorno: i due avevano già collaborato fino al 2013.

La notizia non è sorprendente, però manda un segnale importante: Novak Djokovic ha tutta l'intenzione di fare le cose per bene dopo aver chiuso la partnership con Boris Becker, non senza qualche polemica. Con un annuncio senza clamore, il serbo ha comunicato l'assunzione di Dusan Vemic nel ruolo di assistant coach, primo collaboratore di Marian Vajda. Classe 1976, Vemic è un ex professionista con un best ranking al numero 31 ATP, in doppio. Nel 2016 era comparso all'angolo di Nole al Miami Open, ma in passato aveva collaborato con lui in più di un'occasione. Insomma, una scelta conservativa. Vemic e Djokovic si allenavano nello stesso club quando lui era un ragazzino e Vemic era il miglior tennista serbo. “Lo conosco da quando ho 5,6,7 anni – ha detto Djokovic – mi ha sempre trattato in modo amichevole, sempre gentile, collaborativo, disponibile per qualsiasi consiglio…la relazione che abbiamo costruito in quegli anni ci ha portato a questo momento. Siamo più che amici, ci sentiamo come se fossimo una famiglia”.

UN TEAM NUMEROSO
Vemic aveva già fatto parte del team Djokovic nel 2012 e nel 2013. “Poi avevamo interrotto, ma adesso è tornato come secondo coach del team, in modo ufficiale. E' un ragazzo molto tranquillo, lui e Marian vanno molto d'accordo. Questo renderà le cose ancora più semplici”. Non va dimenticato che fa parte del team Djokovic anche Pepe Imaz, il “guru” comparso al suo angolo negli ultimi tornei del 2016. Secondo Djokovic, è importante avere un team numeroso, alternando tornei con tutto il team ad altri con un solo allenatore. “Mi piace avere almeno un coach che mi dia un punto di vista, qualcuno con cui possa discutere sul mio tennis e sulle cose che devo fare – continua Djokovic – spesso un giocatore fatica a vedere le cose da un punto di vista tecnico e tattico. In questo modo, avrò un monitoraggio costante. Ci sono momenti in cui mi serve una voce in più, soprattutto quando ho bisogno di cose semplici e tranquille”. Nole è impegnato al torneo ATP di Doha, dove è chiamato a difendere il titolo conquistato dodici mesi fa.