Di Riccardo Bisti – 19 dicembre 2014
Rafael Nadal e Richard Gasquet faticano a comunicare in inglese. Tuttavia, il tennis ha un linguaggio universale. E i due, pur avendo diversi stili di gioco, parlano la stessa lingua. Una lingua che hanno intrapreso oltre 15 anni fa, quando si sono affrontati a Tarbes, in uno storico match de “Le Petits As”. Vinse Gasquet e resta la sua unica vittoria contro lo spagnolo, salvo un ritiro di Rafa al remoto challenger di St. Jean de Luz, nel 2003. Lo spagnolo si ritirò dopo un set, ma lo ricordano solo dalle statistiche. Le stesse che parlano di 13 vittorie consecutive di Rafa: Gasquet non vince un set addirittura da sei anni, quando patì le pene dell'inferno per aggiudicarsi un tie-break al Masters 1000 di Toronto. Ovviamente, crollò nel secondo e nel terzo set. Se alcuni spezzoni della sfida di Tarbes si trovano ancora su Youtube, non c'è da stupirsi se in questi giorni si stanno allenando insieme, a Manacor. Come aveva annunciato nella discussa intervista di qualche giorno fa con L'Equipe, il francese si è spostato a casa Nadal su consiglio di coach Sergi Bruguera. Dopo qualche giorno a Barcellona, sta riempiendo il serbatoio insieme a Rafa, in nome di un'amicizia che non è mai stata scalfita da una rivalità a senso unico. Gasquet viene da una stagione difficile: i risultati hanno dato torto alla scelta di mollare Riccardo Piatti e affidarsi a Sergi Bruguera. Risultati anonimi e uscita dai top-10, con la batosta della disastrosa finale di Davis, dove ha perso il doppio e il singolare contro Roger Federer. Ma Richard non è più un bambino e conosce le sue potenzialità. Traduzione: punta a un ritorno tra i top-10. E per farlo ha scelto lo sparring partner più duro. Una scelta che smentisce chi lo ha sempre tacciato di aver poca voglia di allenarsi.
"CON RAFA NON PUOI ABBASSARE IL RITMO"
Ovviamente, Bruguera ha avuto un ruolo importante. Dei super-coach che hanno invaso il circuito è quello che parla meno, forse perchè il suo allievo non ha fatto sfracelli. Ma è stato un grande campione negli anni 90. E i numeri non ingannano: ha vinto il doppio degli Slam rispetto a Michael Chang e Goran Ivanisevic, glorificati (a ragione) per il loro lavoro con Nishikori e Cilic. “Credo che allenarsi con Nadal sia molto interessante per Richard – ha detto Bruguera – sia per il gioco che per la parte mentale. La scorsa settimana, a Barcellona, abbiamo lavorato molto bene. Ha palleggiato con Granollers, Fognini, il giovane Kachanov. Potevamo andare avanti, a Barcellona non mancano le opzioni. Ma qui è meglio. Bisogna vedere cosa fa un grande campione. Non c'è niente di meglio che vivere in prima persona l'intensità di Rafa”. Nonostante sia in pieno recupero, Nadal si allena sempre molto duramente. “Con gli altri giocatori, se sei un po' stanco, puoi abbassare il ritmo. Con Nadal no. Chiede sempre di più. Mi fa piacere che Richard non sia intimidito dal palleggiarci quattro ore al giorno. Non era abituato a tale violenza e intensità, ma sta rispondendo molto bene”.
LA COLPA E' DEGLI INFORTUNI
Sergi è convinto che Gasquet possa tornare ai livelli di due anni fa, ma ha bisogno di trovare intensità, settimana dopo settimana. Impressiona la mentalità che sta cercando di trasmettere al francese, opposta alla sua. Quando giocava, stazionava a metri dalla riga. Oggi dice: “Quando arriva una palla più corta, non voglio che la giochi. Voglio che chiuda il punto”. Bruguera, tra l'altro, non ritiene che il 2014 sia stata una brutta stagione. Infortuni e poca continuità hanno messo in difficoltà Gasquet: “Se fosse sceso dal numero 9 al numero 26 senza infortuni, allora parlerei di cattiva stagione. Ma ne ha avute di tutti i colori: costole, schiena, addominali, adduttori, spalle….non ha mai giocato per più di tre settimane senza problemi. Al posto suo, io avrei chiuso al numero 100. Ha salvato la stagione alla grande. Non c'è niente di peggio che avere infortuni e dover sopportare la pressione”. Le pressioni sono quelle del passato, quando lo soprannominarono 'Mozart', 'Principino' e lo avevano sbattuto in prima pagina. E poi il paragone non Nadal. “Solo perchè lo ha battuto quando avevano 12 anni, avrebbe dovuto batterlo sempre. Una follia”. I primi tornei dell'anno saranno importanti per capire se Richard è pronto a tornare dov'era, subito dopo ai Fab Four, come predicava Riccardo Piatti. Da parte sua, Nadal è ben contento di palleggiare col suo vecchio amico. “Richard viene dopo Coric, Zimonjic, Lajovic, Carreno Busta e Gabashvili. Per me è importante aumentare il ritmo e trovare compagni di allenamento che mi aiutino a farlo. Richard è perfetto”. Tra qualche settimana capiremo.